COSA BEVO
Il Fiano che rischiava di sparire
Se si pensa che il vitigno Fiano ha quasi rischiato l’estinzione e che la sua coltivazione è ripresa su larga scala solo a partire dalla fine degli anni ’70 ci si rende conto di quanto ritardo la vitivinicoltura del Sud Italia abbia accumulato nei confronti dei più lungimiranti produttori del Nord e della Francia. Il Fiano dà infatti un vino di assoluta tipicità, fresco e gradevole ma anche capace di un buon invecchiamento. Tra i vini di questa tipologia spicca sicuramente quello dell’azienda Villa Raiano a Serino (Av) dei fratelli Sabino, Simone e Annarita Basso che, seppure nel settore da appena un decennio, si distingue per l’alta qualità di tutti i prodotti.
Alla vista è di un colore giallo paglierino limpido e ben marcato e al naso si presenta con un ampio bouquet, con aromi che spaziano dalla pesca al melone, dai frutti esotici come l’ananas e la papaia alla mela, ma anche con tipici sentori floreali di glicine e di tiglio e con un netto profumo di erba. Il sapore è morbido e fruttato, piacevolmente acido e dal finale lungo con retrogusto che ricorda il pepe nero.
Si abbina perfettamente ai fritti di piccoli pesci come seppioline, calamaretti e triglie o con una grigliata di scampi e gamberoni. Costa circa 11 euro.
Gaspare Mazzara