COSA BEVO
Il Falcone pugliese
Sono convinto che la Puglia, terra di uve a bacca nera di stupefacente potenza come Primitivo, Negroamaro e Nero di Troia, sarà la sorpresa dell’immediato futuro nella produzione di grandi rossi, come dimostra l’uvaggio di quest’ultimo vitigno con Montepulciano dal quale nasce il Falcone Castel del Monte, vino di punta dell’azienda vinicola Rivera di Andria (Ba), storica ed eccellente cantina di proprietà della famiglia De Corato, dove la presenza del Montepulciano serve proprio ad imbrigliare e contenere la possente forza estrattiva e tannica del Nero di Troia.
Rosso rubino intenso e profondo con unghia violacea, scorre nel bicchiere lasciando tracce dense che ridiscendono lente e sprigionando un bouquet ampio e intenso con in buona evidenza aromi di prugna matura, mora e amarena, note floreali di viola e sentori di pepe nero, tabacco, cacao e liquirizia. In bocca entra caldo e suadente e mostra un equilibrio davvero notevole unito a un grande corpo e ad una buona acidità; i fitti tannini sono appena spigolosi ma morbidi, il finale è lungo e piacevole e tutto lascia presagire una felice evoluzione in bottiglia.
Recentemente l’ho bevuto con spaghetti con sugo di “pettinicchi” e con filetto di maialino nero con lardo dei Nebrodi su purea di mele Smith, ma si abbina naturalmente a grandi piatti di carni rosse e di selvaggina, particolarmente se cucinati in umido. In enoteca si trova a 15 euro.
Gaspare Mazzara