LE NOSTRE IMPRESSIONI
Cosa c’è di di bello in una impresa? Quando si percepisce il coraggio, la passione e la voglia di ampliare i propri orizzonti. Tutti requisiti che troviamo negli Alessandro di Camporeale. La cantina dei fratelli Natale, Nino e Rosolino e dei loro rispettivi figli hanno prodotto il loro primo metodo classico. Un extra brut da uve Catarratto Extra Lucido provenienti dal loro vigneto più antico, come giustamente fanno notare nelle prime righe dell’annuncio ufficiale di questa nuova uscita. Che proietta una nuova luce su questa parte di Sicilia. Venti anni fa gli Alessandro lanciarono il Kaid, un Syrah in purezza. E il successo è stato tale che il Syrah e il territorio di Camporeale sono ormai un tutt’uno a dispetto di scettici e disfattisti. Poi sono arrivati i bianchi. Soprattutto, lasciateci dire, il Catarratto che sulle colline assolate e ventose trova in questo territorio ad una manciata di chilometri a sud da Palermo, un habitat ideale, soprattutto sulle alte quote. E il Catarratto Vigna di Mandranova va a gonfie vele.
Il millesimo 2016 di questo extra brut è prodotto in appena quattromila bottiglie, qualche annata successiva è già saltata, segno che il rispetto verso quello che la natura concede agli Alessandro è massimo. Trentasei mesi sui lieviti per una beva che si presenta dal forte appeal. Il perlage, certo. Deve essere très fin et consistent. E lo è. Ma è sul resto che voglio spendere qualche riga in più. Al naso è elegante e complesso. Fiori bianchi, ma poi anche erbe aromatiche e sentori agrumati. Poi spuntano lievi note di tostatura e burro di arachidi. Il sorso è scattante, incisivo, appagante, con un lungo finale fruttato dove spunta la mandorla. Piacevolezza liquida. L’etichetta è molto curata. E anche bella. L’art director è Piergiorgio Adragna, un alcamese che lavora a Milano, la capitale del design. Il metodo classico è sugli scaffali delle enoteche al prezzo di 30 euro.
Il 2020, a dispetto di tutto quello che sta accadendo, per gli Alessandro è un anno denso di nuove sfide. A febbraio la nuova scommessa sull’Etna con Generazione Alessandro (leggi qui). Ora il metodo classico. Quale sarà il prossimo orizzonte?
F. C.