Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Eventi e iniziative

Wine Paris 2025, si spengono le luci: “La fiera sta diventando sempre più un riferimento”

20 Febbraio 2025
Wine Paris 2025 - Ingresso Wine Paris 2025 - Ingresso

Si sono appena spente le luci della ribalta sulla sesta edizione di Wine Paris e, sicuramente, si può parlare di un’edizione da record, sia per la partecipazione d’Oltralpe sia per quella internazionale, con l’Italia in testa. Infatti, come avevamo anticipato lo scorso anno, l’Italia ha avuto un padiglione dedicato, prendendo il posto che in precedenza era occupato dai vini di Bordeaux. L’importante presenza italiana ha riscosso commenti più che soddisfacenti, risultando la seconda nazione più rappresentata dopo la Francia, con circa il 20% degli espositori presenti alla fiera. Tuttavia, dobbiamo constatare che alcuni non si sono inseriti nella dinamica dell’evento. Vinexposium ha messo a disposizione una piattaforma per facilitare gli appuntamenti con i buyer di tutto il mondo, permettendo di confermare gli incontri a fine giornata. Questa opportunità non è stata sfruttata da tutti, e forse questo rappresenta l’unica nota stonata: dobbiamo sempre più entrare nella mentalità di questo tipo di rapporti, piuttosto che adottare un atteggiamento passivo, come se bastasse alzare la saracinesca di un negozio e attendere i clienti.

L’aumento del 74% della presenza italiana rispetto al 2024 è un dato significativo nel contesto del risiko delle fiere internazionali del vino, tra Parigi, Dusseldorf e Verona. Cinque anni fa, Wine Paris sembrava una scommessa, ma oggi si conferma come un evento chiave. Tra i temi più discussi nei padiglioni c’è stato il destino di Prowein, sempre più percepito come una fiera nazionale. Molti operatori hanno interpretato questa tre giorni parigina come il “funerale” della manifestazione tedesca, non tanto per la sua collocazione temporale rispetto a Düsseldorf, ma per la mancata partecipazione della maggior parte delle cantine francesi, che hanno invece preferito Wine Paris. Questo ha spinto molti buyer, provenienti da Oriente e Occidente, a scegliere la Ville Lumière. Di conseguenza, molte cantine italiane ed europee hanno colto l’opportunità di esporre a Parigi per intercettare nuove occasioni di business. Di riflesso, anche il nostro Vinitaly potrebbe trarne beneficio, potendo proporre vini con qualche mese in più di affinamento e quindi più pronti commercialmente. Tuttavia, forse dovrebbe ampliare la propria presenza internazionale, seguendo il modello dei cugini francesi.

La manifestazione è stata inaugurata da Annie Genevard, ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, Laurent Saint-Martin, ministro delegato al commercio estero e ai francesi all’estero e Nathalie Delattre, ministro delegato al turismo. Wine Paris ha accolto anche ex ministri francesi (Thomas Cazenave, Geneviève Darrieussecq e Marc Fesneau), numerosi deputati, senatori e più di 30 delegazioni ufficiali straniere, tra cui ambasciatori e ministri di Stato. Per l’Italia, nella prima giornata della fiera, il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, accompagnato dall’Ambasciatrice Emanuela D’Alessandro, dal Presidente dell’Agenzia Ice Matteo Zoppas e dal Presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, Mirco Carloni, ha inaugurato il Padiglione Italia, visitando anche gli stand dell’Agenzia Ice. L’unico neo per gli italiani è stato il fatto che alcune cantine, non riuscendo a entrare nel Padiglione Italia, siano state collocate nel padiglione limitrofo, dedicato agli spirits.

Tra i padiglioni francesi, nonostante il settore del vino – e in particolare quello francese – stia attraversando un periodo difficile, abbiamo raccolto impressioni positive dai produttori della Loira e dell’Alsazia, mentre Bordeaux sembra soffrire di più. Il Ministero dell’Agricoltura francese ha deliberato un piano di espianto per ridurre la produzione di vino di bassa qualità, sperando di riequilibrare il mercato. Un altro argomento di discussione, di grande attualità anche in Italia, è stata la crescente curiosità verso i vini dealcolati, un segmento in forte espansione. Per quanto riguarda gli espositori europei, l’Italia ha registrato un aumento dell’81% rispetto all’anno precedente, così come la Germania (+81%). Seguono il Portogallo (+67%), la Spagna (+64%), l’Austria (+58%), la Polonia e la Lituania (+33%). La Francia ha incrementato le presenze del 7%, con un +11% per il solo Champagne. Anche i paesi più lontani hanno significativamente aumentato la loro partecipazione, partendo da numeri più esigui nelle edizioni precedenti. L’Australia guida la crescita con un +330%, seguita dall’Argentina (+236%), dal Sudafrica (+90%) e dagli Stati Uniti (+72%), che hanno presentato uno stand super tecnologico.

Molto interessante e frequentato è stato il padiglione Be Spirits, dedicato ai produttori di liquori e distillati, con spazi riservati anche a No/Low alcol, birre e sidri. Questa sezione ha accolto 18.000 visitatori e 300 espositori provenienti da 34 paesi, di cui il 76% erano nuove adesioni e il 43% internazionali, con una quota più che raddoppiata rispetto al 2024. Presenti anche 10 nuovi paesi, tra cui Australia, Austria, Corea del Sud, Mauritius, Kazakistan, Serbia, Slovenia e Cina (Hong Kong), oltre a quattro nuovi padiglioni nazionali e regionali rappresentanti Cile, Concours Mondial de Bruxelles, Moldavia e Vallonia.

Abbiamo raccolto alcune considerazioni di Rodolphe Lameyse, Direttore Generale di Vinexposium: “In un contesto geopolitico, economico e ambientale instabile, l’industria globale del vino e degli spiriti sta attraversando un periodo di turbolenza senza precedenti: cambiamenti climatici, raccolti con rendimenti storicamente bassi, calo dei consumi, rallentamento delle esportazioni, rischi di tasse protezionistiche. Su scala globale, i fattori di incertezza si moltiplicano. Di fronte a questa crisi complessa, il ripiegamento su sé stessi non è un’opzione. È solo unendo le forze che nascono soluzioni. Gli stakeholder del settore sentono più che mai la necessità di riunirsi attorno a un punto di riferimento forte, per rafforzare i collegamenti e gli scambi. Wine Paris è questo punto di convergenza essenziale. Porta di Vinexposium, l’evento ha continuato a crescere edizione dopo edizione, fino a posizionarsi oggi come la fiera leader mondiale per il vino e i liquori”.

“Il mercato del vino, tradizionalmente dominato da regioni storiche come la Francia, l’Italia e la Spagna – prosegue – sta vivendo un’evoluzione affascinante con l’emergere di nuovi mercati e regioni vinicole innovative. La crescita di questi mercati emergenti porta nuove prospettive e opportunità di sviluppo per produttori e consumatori in tutto il mondo. La Cina è senza dubbio il mercato emergente più spettacolare nel settore del vino. Negli ultimi anni il consumo di vino è esploso in questo paese, dove la cultura enologica è in forte espansione. I consumatori cinesi, sempre più informati, vedono il vino come un simbolo di status e raffinatezza. Se la Cina è ancora un mercato giovane, sta rapidamente diventando un attore primario anche nella produzione, con regioni vinicole in crescita come Ningxia e Xinjiang. Anche il Brasile si sta affermando come una destinazione vinicola chiave in Sud America, con la Serra Gaúcha che produce vini interessanti, soprattutto bianchi ed effervescenti. Il mercato interno brasiliano è in piena crescita, con un consumo sempre maggiore, supportato dall’interesse per il vino premium e dall’espansione dei distributori specializzati”.