Una presentazione nella presentazione: in videocollegamento con Verona, Massimo Bottura da Casa Maria Luigia ha delineato il suo intervento a Vinitaly, dove condurrà un’osteria concepita come summa dei suoi locali.
Si chiamerà “Osteria… Al Massimo” e sarà una delle maggiori attrazioni al prossimo Vinitaly. Ad accogliere i wine lover affamati presso il padiglione 1 dell’Emilia Romagna, sotto l’insegna “Vieni Via con me” (come la via Emilia), sarà infatti Massimo Bottura in persona. Impegnato tutti i giorni dal 6 al 9 aprile a comunicare al meglio i giacimenti gastronomici regionali, in attesa che col giusto calice diventino “eno”.
Il 2025 non è per lui un anno qualsiasi: lo scorso 19 marzo è caduto il trentesimo compleanno dell’Osteria Francescana, che continuerà a celebrare a Verona: “Anche per questo ho accettato immediatamente la proposta. Rappresenterà l’occasione per comunicare il peso della sala, che in un ristorante conta per il 50% dell’esperienza”, ha attaccato il grande chef nella sala di Casa Maria Luigia, il suo resort d’arte nella campagna modenese. “Sono altresì persuaso che dobbiamo trovare modi migliori per comunicarci. Ricordo che due anni fa d’estate sedevamo lì fuori su una panca, mia moglie Lara aveva piantato le rose rosse Edith Piaf e in mezzo al campo c’era un falchetto che cacciava. David Beckham, che stava facendo uno shooting per Maserati, mi fa: ‘Per me è il paradiso: sole, fiori, l’oro del grano. Non ci potevo credere, ma a volte può sfuggirci la bellezza di quanto ci circonda”.
Questa osteria allora, nominata “Osteria… al Massimo” dall’amico poeta e acquarellista Giovanni Della Casa. Subito dopo l’ingresso il benvenuto sarà una scaglia attinta direttamente dalla forma di Parmigiano Reggiano del caseificio Rosola, premiato come migliore formaggio del mondo a Parigi, immancabilmente spruzzata di Aceto Balsamico Tradizionale. Poi il tuffo nella grande cucina. “L’Osteria Francescana è oggi parte di una famiglia. Quindi abbiamo chiesto ai nostri chef dei vari ristoranti, Jessica del Gatto Verde, Riccardo del Cavallino, Francesco della Franceschetta, di mettere insieme un piatto, un altro piatto e un altro piatto ancora, in modo da creare menu diversi da servire ogni giorno. Sono accomunati dal focus esclusivo sull’Emilia Romagna e dall’utilizzo preponderante di prodotti Dop e Igp quali Parmigiano Reggiano, Cotechino, Zampone e Aceto Balsamico, approcciati attraverso la fantasia e lo sviluppo creativo delle nostre cucine. Più i vini della regione, da Piacenza fino al mare”. Unico piatto sempre presente sarà il tortellino del Tortellante in crema di Parmigiano Reggiano di Rosola, iniziativa che riunisce a detta di Bottura diverse categorie marginali, le donne, gli anziani, i ragazzi con sindromi genetiche, celebrando il valore ben radicato in zona della solidarietà.
“Dico sempre che i miei muscoli sono fatti di Parmigiano Reggiano, nelle mie vene scorre l’Aceto Balsamico, ma in testa ho il Lambrusco, perché mia moglie mi deve sempre legare per terra. È un prodotto che ho visto crescere sempre più, fino a diventare un vero vino. Ricorderò sempre una cena con Obama. Quando è arrivato il Lambrusco con la Parte croccante della lasagna, Michelle è saltata su: ‘Io sono cresciuta bevendo il Lambrusco, lo serviva sempre mia mamma. A Chicago! L’immaginario è quello di un vino beverino, ma oggi ci sono bravissimi produttori che tirano fuori bottiglie pazzesche, degne di riempire pagine intere sulle carte dei vini. In generale penso che l’Italia debba produrre meno e meglio, cosicché anche i ‘piccoli’ vini possano acquistare il loro posto nelle cantine internazionali”.
Dal canto suo il presidente di Veronafiere Federico Bricolo ha annunciato in collegamento un premio speciale per lo chef modenese, segno della crescente attenzione per l’altra metà della tavola. “La ristorazione rappresenta oggi per noi il migliore alleato del vino italiano, anche all’estero ne è ambasciatrice con 600mila ristoranti, di cui 1.000 a New York, 3.000 a Londra e 5.000 a Tokyo. Con le loro carte dei vini generano un indotto importante, ma stiamo lavorando anche all’apertura di nuovi mercati, fra cui il Kazakistan e l’India, con cui stanno cambiando le politiche commerciali”.
Vinitaly sarà anche l’occasione per assaggiare la prima annata dei nuovi vini prodotti a Santarcangelo di Romagna da Carlo Cracco e Rosa Fanti: La Ciola Rubicone Bianco Igt, fragrante uvaggio di albana, trabbiano, pagadebit e grechetto da vecchia vigna affinato in anfora, e Colle Giove, sangiovese in purezza fermentato in acciaio col metodo del cappello sommerso. “Posso solo dire che quando arrivo giù in campagna, sto da Dio. Tutto il resto diventa secondario – ha concluso Cracco, ormai romagnolo d’adozione – Non dipende dalla posizione, dal mare o dalla collina; piuttosto è una terra ospitale, che ti accoglie, dove le persone hanno sempre il sorriso e se c’è un problema, vanno avanti”.