Quella di quest’anno ha tutte le carte in regola per diventare una grandissima edizione del Vinitaly. Lo capisci dall’Auditorium Verdi al PalaExpo che ospita la consueta conferenza di inaugurazione. Quest’anno strapieno all’inverosimile. Tante le persone rimaste in piedi. E’ la classica sfilata delle autorità, è vero. Ma quest’anno la sensazione è che il gruppo si presenti in maniera compatta. Il Vinitaly è cresciuto anno dopo anno. La cosa è sotto gli occhi di tutti. E lo dice anche il presidente Federico Bricolo: “La presenza di tutti questi ministri in contemporanea dimostra il grande interesse che c’è attorno alla fiera veronese. Mi pare che questo sia una grande segnale di supporto al mondo del vino da parte del governo. Un Vinitaly che ormai ha preso la sua direzione, sempre più orientata al business e più internazionale. Ci sono oltre 4.300 espositori e ci saranno visitatori provenienti da oltre 140 paesi. E sapete che la nostra fiera non si ferma mai, con gli appuntamenti a maggio in Asia, a giugno qui a Verona con l’evento dedicato ai vini in anfora, poi a settembre in Sudamerica e a ottobre la prima negli Stati Uniti. Oltre ai roadshow e le preview di Vinitaly in giro per il mondo”.
Ad aprire i lavori, il presidente della Camera Lorenzo Fontana: “Il Vinitaly è una manifestazione eccezionale che non da lustro solo a questa città. Stiamo parlando di un comparto molto importante, che ha una sua storia, tradizione e identità. Grazie alla città di Verona e alla provincia per aver contribuito a far crescere questo evento e averlo reso riconoscibile in tutto il mondo”. Poi la parola ai ministri. Il primo a prendere il microfono è stato Antonio Tajani, ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Impossibile non affrontare la questione internazionale con il conflitto in Medio-Oriente: “Certo che siamo preoccupati per quello che sta accadendo – ha detto – Dobbiamo impedire che la situazione peggiori. E’ stato convocato il G7 con la massima urgenza e cercheremo di arrivare a una progressiva de-escalation del conflitto. Israele non può essere un paese attaccato continuamente. La sua sopravvivenza e sicurezza rimane una priorità e contemporaneamente perseguiamo l’obiettivo di due popoli e due stati”. Chiusa la parentesi sul conflitto Tajani ha poi parlato del vino italiano: “C’è stato un calo della produzione e delle vendite, ma sono convinto che le cose miglioreranno a breve. Abbiamo due guerre in corso alle porte e molta incertezza da questo punto di vista. Dobbiamo concentrarsi sui mercati da esplorare, penso alla Cina, oppure rinforzare il mercato europeo. Ma serve una politica forte e come governo dobbiamo aiutare ancora di più le aziende a esportare. Stiamo lavorando per abbattere tutte le barriere doganali. Siamo contro il Nutriscore, come sapete: dire che il vino è cancerogeno è dire una stupidata colossale. Basta chiedere a qualunque medico. Un attacco al vino italiano che va respinto”.
Poi Adolfo Urso, ministro delle Imprese e Made in Italy che annuncia i tre collegati alla manovra economica che prevedono investimenti in tecnologia, su spesa economica e blue economy: “Il vino italiano e l’alimentazione sono il traino principale delle nostre specificità che arrivano nel mondo – dice il ministro – I nostri prodotti devono diventare inimitabili”. Secondo Vinitaly per Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura: “Prosegue il matrimonio felice tra arte, cultura ed eccellenze enogastronomiche. L’Italia è fortissima in questi campi perché vanta una storia secolare. Questo governo, da questo punto di vista sta facendo cose concrete. E stiamo lavorando affinché l’Unesco possa riconoscere la cucina italiana come bene immateriale, come ha fatto per la cucina coreana e giapponese”. “Il Vinitaly è una fiera che sta crescendo sempre di più – dice Francesco Lollobrigida, ministro Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste – E’ un gioiello che deve fare concorrenza agli altri sistemi fieristici internazionali. Ma questa nazione ha bisogno di stabilità, al di là di quella dei governi. Bisogna trovare dei “pilastri” che possano rimanere al di là di chi governi e dobbiamo andare al di fuori dei nostri confini presentandoci con una sola maglia, quella azzurra”. Capitolo vini no alcol: “Abbiamo discusso di questi argomenti – dice Lollobrigida – Lasciamo alla scienza alcuni aspetti, mentre il dibattito lo facciano le imprese. Bisogna porre il quesito se difendere il modello di vino così com’è, oppure valutare questi come prodotti che possono dare valore aggiunto o una chiusura di spazi economici”.
A fare gli onori di casa il vice sindaco di Verona, Barbara Bissoli: “Vinitaly porta Verona e il Veneto, ma non solo, nel mondo – dice – E’ un’esposizione universale di un prodotto straordinario che fa parte della nostra cultura e tradizione, e motore straordinario dell’economia nazionale”. Poi il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia che al solito ha sciorinato i numeri della sua regione che detiene il primato della produzione (11 milioni di ettolitri) e il valore dell’export (con 2,8 miliardi) per i suoi 100 mila ettari di vigneti sparsi in tutto l’areale: “Dobbiamo affrontare le nuove sfide che l’agricoltura ci sta mettendo davanti – ha detto il presidente – E cominciare, secondo il mio parere, ad evitare questa narrazione negativa che vedo sempre più spesso sui giovani che lavorano in agricoltura che, invece, crescono a due cifre, portano innovazione e sostenibilità. Sarebbe il caso di valorizzarli ancora di più”. Simpatica la battuta di Flavio Massimo Pasini, presidente della provincia di Verona, parlando di Health Warnings, le etichette approvate dall’Irlanda da apporre sui prodotti alcolici per informare i consumatori dei gravi danni alla salute che avrebbero consumandole: “Un paese che vuole apporre queste etichette dovrebbe innanzitutto avere una cultura del vino. E non mi pare che sia questo il caso. Le etichette, questi paesi, se le mettano da qualche altra parte”. Al termine della cerimonia, assegnati i riconoscimenti “Premio Vinitaly International Italia” (a Bruce Sanderson), “Premio Vinitaly International Estero” e i nuovi “Vinitaly Wine Critics Award” e “Premio Vinitaly 100 anni” (consorzio Chianti Classico).