Siamo sicuri che una distinzione tra i versanti sia sufficiente per capire la poliedricità dell’Etna? O che sia necessario ricorrere, invece, ad una geolocalizzazione più precisa attraverso il riferimento alle singole Contrade?
In una degustazione alla cieca un’Etna Rosso prodotto in contrada Rampante sarebbe davvero così nettamente distinguibile da uno prodotto invece in contrada Arcuria?
E se, invece, la variabile più determinante stia, invece, nella cifra stilistica del produttore?
E’ partendo da queste domande che si apre la 15esima edizione de Le Contrade dell’Etna, con due masterclass condotte dal giornalista Federico Latteri che prova a fornire una possibile risposta in un territorio che da sempre è fonte di continui interrogativi.
Ne viene fuori che mentre è il territorio il marchio indelebile per i vini bianchi da Carricante prodotti nel versante est, per quelli, invece, del versante nord è, invece, la mano dell’uomo a segnare calici molto diversi tra loro.
Variabilità dettate tanto dal territorio quanto dalle scelte dei viticoltori si mostrano, invece, nella produzione dei vini rosati, profondamente diversi tra loro, da chi ancora la produzione alla tradizione etnea del pista e mutta e chi invece che gioca con una maggiore carica cromatica.
Mentre iniziano a delinearsi le prime, seppur ancora non chiare, differenze dei vini da contrada, con il versante nord, nella produzione dei suoi rossi, a segnare i primi incisivi passi.
Etna Bianco Grottarinotto 2022 – Azienda Agricola Camuglia
La spinta olfattiva verticale è sostenuta da note vegetali e di fiori bianchi che giocano in una beva strutturata, morbida e mediamente persistente.
Etna Bianco 2022 – Tenute Bosco
E’ iodio e leggere affumicature a connotare il suo olfatto, quelle stesse, poi, che ritornano in retronaso dopo esserci concesse in un palato avvolto da grazia e da un’incisiva sapidità nel suo finale.
Etna Bianco Veni 2022 – Tenuta Ferrata
Caramello e note di vaniglia al naso. Quella stessa dolcezza arriva poi anche nel tratto gustativo che sa cedere il suo spazio ad una buona dose di acidità e sapidità.
Etna Bianco Superiore Lavi 2022 – Iuppa
E’ una sensazione di apertura olfattiva, concessa da note di timo, ibis e di pietra marina. Tutto a valere come un gentile invito al suo gusto fatto di una verticalità perfettamente gestita tra acidità e sapidità.
Etna Bianco Tenuta della Dainara 2021 – Cantoneri
Introspezione. E’ la sensazione richiamata da un calice che si legge tra righe vegetali e di fiori bianchi in lontananza. Potenza, invece, è l’energia che sa esprime il suo gusto fatto di una sostanza ben calibrata dalla freschezza e da un finale lungamente piacevole.
Etna Bianco Sommitale 2021 – La Contea
L’opulenza olfattiva richiama la provenienza dei suoi vigneti, vicino Mascali, con note di albicocca e di larghezza gustativa al palato.
Etna Bianco Superiore Biancomilo di Caselle 2021 – Sive Natura
Il suo naso è un richiamo immediato alla tipica bevanda catanese, il seltz: con il limone e il sale che valgono come descrittori tanto di un olfatto incisivo, chiaro e diretto tanto di un palato tenuto in un costante movimento dinamico. Lungamente persistente.
Etna Rosato Contrada San Lorenzo 2023 – Camporè
Note saline e di frutti rossi piccoli e dolci, mentre è una pink lady e una pesca viola in retronaso ad accompagnare un palato mediamente fresco e avvolgente.
Etna Rosato Contrada Cavaliere 2021 – Travaglianti
Arancia rossa e tè rooibos in un naso d’impeto. Sorso strutturato e di media freschezza.
Etna Rosato Vignazza 2021 – Generazione Alessandro
Il mare e poi l’agrume. Se questo il suo naso, il palato diventa, invece, un funambolo gustativo: piacevolezza e tensione che parlano all’unisono in un sorso dalla lunga persistenza. Sartoriale.
Etna Rosso Animantica 2022 – Animaetnea
Sentori di legno vanigliato e frutto rosso, poi viole, rose rosse e mora. Una ricchezza olfattiva coerente a quella che si esprime in un palato dalla incisiva chiosa di sapidità sul finale.
Etna Rosso Ninù 2022 – Tenute Foti Randazzese
Mirto e anice invitano l’olfatto in un palato voluminoso e di buona persistenza.
Munjebel CS 2020 – Frank Cornelissen
Fiori rossi e mirto. La sapidità il suo descrittore al palato.
Etna Rosso Riserva Koinè 2017 – Antichi Vinai 1877
Naso introverso fatto di leggere aperture tra pot-pourri e note di goudron. Tutte a regalare eleganza olfattiva. Palato tradizionale, grazie a quella percentuale di Nerello Cappuccio che regala speziature e slanci fruttati.
Etna Rosso Riserva 2012 – Patria
Mirto, anice e fiori rossi. Corpo e tannicità si impongono in un palato austero dalla beva possente e lungamente persistente.