Una laurea magistrale, giunta al suo secondo anno di vita. L’Università di Palermo punta ancora una volta sul corso in Comunicazione per l’enogastronomia, una facoltà unica in Italia. Se solitamente i giovani del Sud Italia fanno le valigie e partono per andare a studiare lontano dalla Sicilia, con questo corso è accaduto in non pochi casi che dal Nord ci si trasferisca sull’Isola. Perché l’offerta attrae, perché la passione muove.
“Perché creare questo corso in Sicilia? Abbiamo indubbiamente i prodotti ma dobbiamo imparare a raccontarli”. Ce lo dice Dario Mangano, docente Semiotica e Semiotica del brand e coordinatore del corso. Si tratta di una doppia classe di laurea perché contemporaneamente si lavora su Teoria della Comunicazione e su Scienze Gastronomiche. Un corso che nasce dall’intuizione di Gianfranco Marrone, docente di Semiotica, Dipartimento Culture e Società. Sono adesso aperte le iscrizioni.
“È necessario introdurre una prospettiva culturale sul cibo e sulla comunicazione perché quando ci sediamo a tavola entriamo strettamente in contatto con una cultura. Il nostro vero problema è il racconto. D’altronde, quando riusciamo a farlo si crea un’identità interessante e i nostri prodotti competono dove non ci saremmo mai aspettati. Un esempio? Il panettone siciliano. Un buon racconto ha portato questo prodotto a competere in luoghi inaspettati, come Milano”.
Si tratta di una vera e propria specializzazione e ci si può arrivare da più parti: dall’economia, da scienze della comunicazione, da agraria o da scienze gastronomiche, solo per fare degli esempi. Tra gli sbocchi immaginati (perché – sottolinea il coordinatore – ce ne sono infiniti altri non pensati), c’è sicuramente la discussione sul mondo del cibo, declinata in termini promozionali. Il laureato potrà diventare consulente enogastronomico o lavorare in un’agenzia pubblicitaria di comunicazione specializzata nel settore. Ma sarà anche in grado di individuare opportunità commerciali a livello globale in ambito agroalimentare, concepire strategie di comunicazione che consentano un efficace posizionamento per prodotti e servizi o progettare, realizzare e curare prodotti comunicativi quali campagne pubblicitarie, eventi, strategie social. Tra gli sbocchi anche quelli legati al giornalismo, perché si lavorerà per raggiungere competenze per scrivere in ambito enogastronomico su media tradizionali (quotidiani, magazine, libri) e sui media digitali (blog, social media, piattaforme di condivisione di video). Il profilo culturale è quello del Comunicatore dell’enogastronomia che può agire sia nel campo della progettazione comunicativa in senso stretto sia della ricerca in ambito della cultura alimentare sia della diffusione ed educazione alimentare.
“Questo corso di laurea – continua Mangano – nasce in sinergia con il gruppo palermitano di ricerca di Semiotica. Abbiamo partecipato a progetti europei, abbiamo scritto libri, ci siamo confrontati negli anni con esperti del settore”.
Durante l’anno accademico è prevista la presenza di laboratori annuali e non semestrali, una scelta definita molto reazionaria. “Ci sarà una grande personalizzabilità dei piani di studio. Abbiamo inserito proprio per questa ragione insegnamenti a scelta e opzionali in modo tale che ogni studente si possa ritagliare la propria identità”.
E poi gli stage per i quali è stato aumentato il numero di ore 150 a 225. I crediti formativi si potranno accumulare anche attraverso le “altre conoscenze utili per l’inserimento nel mondo del lavoro”. Vengono riconosciuti con la frequenza ai seminari. Lo scorso anno gli studenti hanno potuto conoscere Riccardo Illy, presidente del “Polo del Gusto” del gruppo Illy, così come lo storico dell’alimentazione Massimo Montanari e lo storico della cucina Luca Cesari, che tornerà anche quest’anno. “Si tratta di attività che non corrispondono a materie didattiche ma che diventano occasioni per incontrare personalità di altissimo livello in questo settore”.