L’opera scelta per la Prima della Scala, sabato 7 dicembre, è “La forza del destino” di Giuseppe Verdi. Con la Prima, come di consueto, torna anche l’appuntamento con la cena di gala che questa volta porta la firma di Andrea Aprea, chef dell’omonimo ristorante che ha appena confermato le due stelle Michelin. A dare l’incarico ad Aprea di preparare il menù della Prima, che dovrà essere ispirato ai gusti del Maestro Giuseppe Verdi, è stato Salvatore Quartulli, direttore generale di Caffè Scala, con un compito preciso perché “il menù riassume e cattura l’intensità emotiva e il conflitto che caratterizzano l’opera di Verdi, utilizzando ingredienti che riflettono i temi principali della storia”. E, Aprea, ha risposto a tono, con una proposta di quattro finger food al passaggio (Baccalà mantecato con morbido di patata, Pomodoro giallo, lardo e pane croccante, Zuppa di pane con spalla di San Secondo, Focaccia ai semi di finocchio e pancetta piacentina) per accompagnare gli ospiti nel vivo del menù, che si apre con un Risotto mantecato al Grana Padano Riserva, funghi e sottobosco, evocando i profumi della terra di Verdi. A seguire Lesso di vitello glassato al pepe nero accompagnato da mostarda di Cremona e cavoletti, un tocco contemporaneo a un classico amato dal compositore. Per concludere, il dessert rende omaggio alla tradizione natalizia meneghina: il Panettone 2.0, dolce icona di Milano.
Aprea, che è originario di Napoli, ha sottolineato che “per ideare questo menù, mi sono ispirato alla figura del grande Giuseppe Verdi, non solo come compositore, ma anche come uomo profondamente legato alla convivialità e ai sapori autentici della sua terra. La Prima della Scala è indubbiamente l’appuntamento più importante e prestigioso dell’anno per Milano, ed essere lo chef che firmerà il menù della cena di gala è un grandissimo onore. Dopo 14 anni trascorsi in questa città, a cui mi sento sempre più legato, poter celebrare una serata così iconica attraverso la mia cucina è un traguardo emozionante, oltre che una grande responsabilità”. Da rammentare che è davvero imponente la macchina organizzativa diretta da Caffè Scala, marchio del gruppo Fincav, da dodici anni unico responsabile della Cena di Gala del Teatro alla Scala, che si muove nel dietro le quinte della serata mondana per eccellenza, a Milano. Salvatore Quartulli e il suo staff, ricercano con costanza le eccellenze del food&beverage per cucire un evento davvero su misura. Il Gala della Scala, l’ultimo atto dello spettacolo in scena a Sant’Ambrogio nel tempio della cultura meneghina, è pensato nei minimi particolari da Caffè Scala, dalla scelta dello chef per la Cena alla Società del Giardino, agli arredi dei saloni, alle materie prime che comporranno i piatti. Dice Quartulli “in questi 33 anni di attività abbiamo sempre creato un filo conduttore tra l’opera scelta e il gala del Dopo Scala, per noi la tavola diventa un palco dove mettere in scena ogni dettaglio, dal menù all’allestimento curati su misura proprio come arredi scenici”. Dietro le quinte c’è un grande lavoro di coordinazione dove la sinergia tra personale di sala e cucina deve essere perfetto, un mini esercito formato da sette maître, sessanta camerieri, trenta sommeliers e dieci addetti alla movimentazione per servire 150 ospiti della cena”.
Poi c’è l’allestimento delle decorazioni della cena, affidato agli studenti del Triennio in Scenografia di Naba (Nuova Accademia di Belle Arti): Marta Denna, Martina De Michelis, Gloria Friso, Emanuele Francolini, Fili Trevisan e Peng Zyan. Il progetto è coordinato da Desiree Demolli, ex studentessa dell’Accademia e attualmente collaboratrice di Café Scala Milano, con il coinvolgimento dei ragazzi della Locanda alla Mano di Milano, un progetto di integrazione lavorativa e formazione dedicato ai giovani con disabilità. “Il progetto degli studenti di Naba – anticipa Margherita Palli, Set Design Advisor dell’Accademia – si ispira a Il Parnaso di Andrea Appiani, protagonista indiscusso della scuola neoclassica italiana, per la scelta cromatica dei fiori, e al cambio di stagione, con candelabri e decorazioni argento”. Mentre Quartulli è affiancato da Patrizia Cappelletti, responsabile luxury event per Caffè Scala e Simone Dimitri, responsabile Teatro alla Scala; lo Chef di Caffè Scala Palmer Bischetti, cresciuto professionalmente con il Maestro Marchesi, con la sua brigata di cucina composta da Mattia Meoli, alla sua quarta Prima della Scala e Omar Baratto che ha un trascorso di specializzazione in cucina Vegan. Come Maître di sala ci sarà Urbano Costanzo.
Quartulli sottolinea che “la fase storica impone un approccio ai grandi eventi, pur nel rispetto del rito e della tradizione introducendo piccoli cambiamenti, in grado di segnare l’epoca. Caffe Scala, in occasione della Cena di Gala della Prima della Scala del 7 dicembre, desidera incorporare e diffondere princìpi di sostenibilità, solidarietà e coesione sociale; e, cioè, sostenibilità e riutilizzo solidale per il non spreco; inclusione giovanile; creare sinergie con organizzazioni pubbliche o private come con la Locanda alla Mano che è un progetto sociale di integrazione di ragazzi con Sindrome di Down e di risorse diversamente abili attraverso l’inserimento lavorativo e lo sviluppo professionale, in un luogo di ristoro “normale”, un bar tavola fredda. Una realtà ormai riconosciuta anche come punto di incontro sociale e culturale. Concerti, presentazioni di libri, incontri con associazioni del territorio sono solo alcune delle attività che, con i ragazzi, vengono organizzate durante l’attività quotidiana. In parallelo alla cena della Prima alla Società del Giardino, c’è la cena per la festa di tutte le maestranze del Teatro nel retro-palcoscenico, un gran buffet per 500 persone allestito in brevissimo tempo durante gli applausi, cucinato su misura dall’ executive chef di Caffè Scala, Palmer Bischetti e la sua brigata.