Tre giorni dedicati al vino buono, pulito e giusto: la terza edizione di Slow Wine Fair, organizzata da BolognaFiere e Sana, Salone Internazionale del Biologico e del Naturale, con la direzione artistica di Slow Food, torna a Bologna dal 25 al 27 febbraio 2024. Da oggi, sul sito della manifestazione www.slowinefair.it, è possibile prenotare le prime Masterclass in programma e registrarsi alle conferenze online, accedere alla lista delle prime 400 cantine già selezionate nel catalogo della fiera e candidare il proprio “locale del cuore” per il Premio Carta Vini Terroir e Spirito Slow.
I numeri dell’edizione 2023
La seconda edizione di Slow Wine Fair, a febbraio 2023, ha fatto registrare oltre 10.000 ingressi e una forte presenza di operatori del settore, tra cui alcune centinaia di buyer provenienti dall’estero. Numeri che, sommati alle oltre 750 cantine (+50% rispetto alla prima edizione) provenienti da più di 20 Paesi, alle 4.000 etichette del banco d’assaggio e alla nutrita partecipazione di produttori nei 20.000 metri quadrati di spazio espositivo, testimoniano il diffuso interesse nei confronti del vino secondo Slow Food. Un vino che non è soltanto buono da bere, ma che porta con sé valori come la tutela della biodiversità, la difesa del paesaggio agricolo e la salvaguardia delle risorse. Un vino che, al tempo stesso, afferma l’importanza che, attorno alle cantine, si diffonda la cultura – e non la moda – del vino. Un vino autentico, riflesso del territorio di riferimento, senza sofisticazioni e compromessi.
Domenico Lunghi, Direttore Manifestazioni Dirette di BolognaFiere: “Noi puntiamo a consolidare la Slow Wine Fair, che in due sole edizioni si è ritagliata un preciso spazio nel calendario delle fiere europee del vino. Numerosi buyer esteri hanno già confermato la loro presenza nel 2024 per arricchire le proprie carte dei vini. Con il supporto di diversi partner – da Ice alle Camere di Commercio, fino alla nostra rete di agenti esteri –, stiamo raccogliendo molte candidature di operatori del Centro-Nord Europa, dove il vino sostenibile è sempre più richiesto, meglio ancora se biologico o biodinamico. Tutti i partecipanti alla Slow Wine Fair potranno fissare incontri one-to-one con possibili partner commerciali grazie alla nostra piattaforma digitale. In Italia, in sinergia con Confcommercio Ascom, Fipe e con FederBio, stiamo promuovendo la manifestazione fra quelle che BolognaFiere rivolge al mondo dell’HoReCa. Da quest’anno, accanto a Marca (per la Gdo), BolognaFiere schiera Sana, la mostra mercato di Fivi e, appunto, la Slow Wine Fair, riuscendo a proporre in soli sei mesi – caso unico in Italia – un palinsesto articolato in ben quattro appuntamenti innovativi, diversi tra loro e capaci di richiamare i maggiori player del food&beverage”.
Al centro della terza edizione di Slow Wine Fair vi è il tema della fertilità del suolo e la sua importanza, dal punto di vista agricolo ma non solo. “Grazie alla vita nel suolo ogni vino rappresenta al meglio il significato della parola terroir. In quei primi 30 cm di terra si conserva il 30% di tutta la biodiversità terrestre, un universo di simbiosi e interrelazione tra microrganismi, funghi e radici che consente alle viti di esprimere aromi specifici esclusivi. Ma il suolo è in grande pericolo – denuncia Federico Varazi, vicepresidente di Slow Food Italia -. L’emergenza ambientale che lo riguarda è fra le più sottovalutate. Il 70% di tutti i suoli europei è in uno stato di cattiva salute a causa delle attuali pratiche di gestione, dell’inquinamento, dell’urbanizzazione e degli effetti del cambiamento climatico. Anche l’agricoltura ha le sue responsabilità. Pratiche agricole senza criterio e monocolture intensive hanno accelerato il fenomeno del degrado e dell’erosione quando, invece, il ruolo naturale dell’agricoltura dovrebbe essere quello di restituire al terreno ricchezza e fertilità biologica. Il suolo, come il cibo, deve essere considerato un diritto da garantire a tutti invece che una merce di scambio che sempre più spesso trasforma terreni agricoli e naturali in aree artificiali. Un’edizione ricca di contenuti e un messaggio chiaro: il diritto per tutti ad un suolo sano per un vino sano, un suolo sano “da coltivare”, “da abitare” e “da vivere”. Lo dobbiamo ai tanti produttori in ginocchio per l’ennesima alluvione frutto degli ennesimi errori. Oggi in Toscana, ieri in Emilia-Romagna lo scorso anno nelle Marche”.
“Dopo due edizioni di grande successo possiamo sbilanciarci dicendo che la Slow Wine Fair sta prendendo corpo come l’evento del vino più identitario del panorama fieristico nazionale e non solo – sottolinea Giancarlo Gariglio, Coordinatore della Slow Wine Coalition -. Questo grazie a un preciso lavoro sui contenuti che sono al centro del nostro impegno per puntare su una viticoltura in grado di rivoluzionare il sistema agricolo e che presenti il vino al mondo come realmente è: un prodotto della pigiatura dell’uva che, se coltivata in modo virtuoso e seguendo pratiche agronomiche attente a preservare la salute del suolo e la sua vitalità, può contribuire a migliorare la salute del pianeta e a creare un sistema economico e sociale più giusto, rivitalizzando il tessuto dei borghi collinari che rischiano l’abbandono e lo spopolamento. In più la selezione delle cantine, che aderiscono al Manifesto del Vino buono, pulito e giusto, e l’assaggio sistematico delle loro bottiglie per poter partecipare alla fiera consente di offrire ai buyer e al settore HoReCa, oltre che agli appassionati, un’offerta omogenea e di altissimo profilo che non ha pari. Infine, le decine di occasioni di assaggio con le Masterclass e gli incontri in programma nelle Arene offrono una possibilità di approfondire i temi più scottanti del mondo del vino”.
“Il vino biologico è un settore che continua a crescere, rappresenta un punto di forza per il mercato interno ed è particolarmente apprezzato a livello internazionale, dove vale il 19% delle esportazioni globali di agroalimentare bio italiano. In questo momento, in cui tutta l’agricoltura è messa a dura prova a causa di cambiamenti climatici sempre più estremi e improvvisi, la viticoltura biologica ha mostrato grande resilienza, grazie anche all’importante ruolo dell’innovazione in questo settore. Ritengo che i princìpi e i valori fondanti dell’agroecologia, che puntano sull’incremento della fertilità del suolo e della biodiversità, uniti a costanti investimenti in ricerca e innovazione, costituiscano i fattori chiave affinché la viticoltura bio e, più in generale, il modello agricolo biologico, rappresenti una strategia concreta di contrasto e adattamento ai cambiamenti climatici. La partnership con BolognaFiere e Slow Food, che si concretizza in Slow Wine Fair, valorizza il ruolo centrale della viticoltura biologica per un vino buono, pulito e giusto”, ha sottolineato la presidente di FederBio Maria Grazia Mammuccini.