Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Eventi e iniziative

“The game of Troia”: la Puglia che non ti aspetti nella nostra masterclass al Vinitaly

07 Aprile 2025
Federico Latteri e Sebastiano Decorato Federico Latteri e Sebastiano Decorato

The game of Troia. Questo l’ironico nome della Masterclass condotta dal giornalista di Cronache di Gusto Federico Latteri durante la seconda giornata del Vinitaly 2025. Così da ricordare tanto la fortunata serie Tv the Games of Thrones quanto il vitigno principe che da sempre cresce nelle zone intorno alla provincia di Bari, Barletta Andria Trani, il Nero di Troia. “Da sempre utilizzato in Puglia per la produzione di vini di alta qualità, quelli che gli inglesi chiamano premium wine”, ma non da meno sono, poi, gli altri autoctoni della zona, come il Bombino Bianco e il Nero, quest’ultimo che invece potrebbe ben essere inteso come il vitigno utilizzato per la produzione di vini di nicchia, in particolare per la produzione dei vini rosati.

“Vitigni a maturazione lenta che quindi sviluppano pochi zuccheri in un profilo praticamente più nordico che meridionale” precisa il vicepresidente del Consorzio di Castel del Monte Sebastiano Decorato. E sono questi, a costituire il patrimonio pugliese di Castel del Monte che dà il suo nome anche a tre delle quattro Docg della regione e a una Doc con Castel del Monte Bombino Nero Docg, Castel del Monte Nero di Troia Riserva Docg e Castel del Monte Rosso Riserva Docg, tutte istituite nel 2011, con Castel del Monte Doc istituito, invece, nel 1971. “Il terreno in queste zone è tra le rocce, non il contrario” precisa Decorato ricordando come l’areale della Murgia sia anche “una zona esposta ai venti freschi con il maestrale che ripulisce l’aria”. “E’ un territorio ricco di sedimenti calcarei e tracce di fossili marini molto simile al Carso” precisa, poi, Latteri.

Sembrerebbe, allora, un ossimoro come da un ambiente così aspro ne vengano, invece, fuori vini affabili e gioviali come i suoi rosati o vini di potenza e lungo affinamento come i suoi rossi. Vini che si staccano, poi, nettamente anche da tutta la produzione enoica pugliese fatta di grandi numeri: “La nostra è una piccola nicchia visto che sommando i numeri di tutte e quattro le denominazioni non si arriva neppure a quarantamila bottiglie. L’aspetto positivo è che essendo in pochi si va meglio nella stessa direzione però”, continua Decorato.

LA DEGUSTAZIONE

Castel del Monte Bombino Nero Docg Veritas 2024 – Cantine Torrevento
Dopo quattro anni in acciaio un Bombino nero allevato a circa 400 metri sul livello del mare regala un rosato tutto concentrato su acidità e frutto “sembra di odorare la Murgia con le sue erbe spontanee che si trovano tra i vigneti” dice Decorato.

Castel del Monte Bombino Nero Docg Colombaio 2024 – Conte Onofrio Spagnoletti Zeuli
Ad andria un Bombino Nero tutto espresso su frutto e acidità.

Castel del Monte Bombino Nero Docg 2024 – Vignuolo
Da una selezione delle migliori uve provenienti da diversi vigneti situati nell’area di Castel del Monte un rosato affinato in cemento sviluppa un palato tutto giocato sulla pulizia olfattiva e una grande acidità nel palato.

Castel del Monte Bombino Nero Docg Pungirosa 2024 – Rivera
Una macerazione di meno di 24 ore a 5 gradi e pochi mesi di affinamento, tanto basta per una delicata parte floreale espressa al naso e dipanata in agilità di beva nel palato.

Castel del Monte Bombino Nero Docg Fior di Ribes 2024 – Santa Lucia
Con una percentuale di un 10% di Nero di Troia unita al Bombino Nero è un calice che punta tutto sul frutto rosso. Agile.

Castel del Monte Bombino Nero Docg Parchitello 2023 – Agrinatura
Un rosa cerasuolo che diventa indicativo anche del suo olfatto con sentori intensi di ciliegia e di frutta rossa fresca mentre il palato si fa voluminoso ed energico.

Castel del Monte Nero di Troia Riserva Docg Rinzacco 2022 – Conte Onofrio Spagnoletti Zeuli
E’ il rovere di Allier il contenitore utilizzato tanto per la fermentazione che per l’affinamento. Frutto violaceo maturo che si traghetta in un palato morbido e avvolgente che è ben in grado di gestire una componente tannica ancora in divenire.

Castel del Monte Nero di Troia Riserva Docg Le More 2021 – Santa Lucia
Nel territorio di Corato, ultimo centro della provincia di Bari, un filo di spezie si unisce a note floreali in un sorso compatto e tannico.

Castel del Monte Doc Nero di Troia Toppicello 2018 – Cantina Diomede
Una fermentazione spontanea e un affinamento di 12 mesi in barriques per un calice tanto docile all’olfatto quanto al palato. Dotato di lunga persistenza.

Castel del Monte Nero di Troia Riserva Docg Puer Apuliae 2017 – Rivera
Una maturazione tra barrique e tonneaux, nel comune di Andria in contrada Tafuri, con un calice che mostra le potenzialità nel tempo del Nero di Troia viaggiando su sensazioni di armoniosa eleganza.

Crifo – Castel del Monte Nero di Troia Riserva Docg Augustale 2017
Da una selezione di uve provenienti dall’area di Ruvo di Puglia, barrique e botti grandi da 80 ettolitri, per un Nero di Troia strutturato e possente e dotato di lunga e piacevole persistenza.

Castel del Monte Nero di Troia Riserva Docg Felice Ceci 2016 – Agrinatura
Rovo, frutta matura e sentori balsamici in un gioco di morbidezze e strutture gustative.

Castel del Monte Nero di Troia Riserva Docg Ottagono 2015 – Cantine Torrevento
Note di caffè e cioccolato profumi eleganti e poco annunciati, morbidezza e tannino perfettamente integrato in uno con la parte sapida sul finale