È l’enoturismo la leva per lo sviluppo delle Dop della provincia di Caserta. A sostenerlo con determinazione sono stati tutti i numerosi interventi che si sono succeduti durante la cerimonia di apertura di Terra di Lavoro Wines, la manifestazione che, giunta alla sua terza edizione, riunisce sotto un unico cappello le cinque denominazioni del Consorzio Tutela Vini Viti Caserta – Vitica –Aversa Asprinio Doc, Falerno del Massico Doc, Galluccio Doc, Roccamonfina Igt e Terre del Volturno Igt.
Ed è stato proprio il presidente del Consorzio, Cesare Avenia, che all’apertura dei lavori ha sottolineato l’importanza economica dell’enoturismo “il cui indotto diventa un valido strumento di tutela e di sviluppo dell’intero patrimonio enogastronomico campano”. Un circolo virtuoso fatto di investimenti continui e di nuovi progetti: “E’ questa l’idea di una Dop/igp economy dove custodia e innovazione parlano all’unisono”. La ricetta della nonna allora non deve essere mai dimenticata, “ma è giusto che venga proposta in chiave rivisitata” precisa Domenico Raimondo, Presidente del Consorzio Mozzarella di Bufala Dop “altrimenti si rischia di non essere competitivi sul mercato”. Ma per avere davvero voce, la legge dei grandi numeri impone che ci sia coesione sul territorio “per quanto una piccola azienda possa essere virtuosa, da sola non riuscirebbe mai, se non con tanta fatica, a dare un segno internazionale. È necessario allora che si crei un’unione, che tutte le realtà territoriali, ognuna per la propria parte, contribuiscano al cerchio sinergico della Dop economy” continua il consigliere Federdoc Leone Massimo Zandotti.
Ed è proprio al fine di sostenere logiche di rete per la valorizzazione e promozione delle eccellenze provinciali che è stato sottoscritto un protocollo di intesa con la Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Caserta per favorire tutte quelle realtà produttive in grado di rappresentare e valorizzare l’identità locale. Una valorizzazione che passa necessariamente anche attraverso “la costruzione di un’esperienza da far vivere al turista” continua Maria Paola Sorrentino, Presidente dell’associazione no profit Movimento Turismo del vino Campania ricordando come il vino non può essere considerato “solo come una semplice bottiglia da acquistare in modo pigro, ma è un’esperienza che si vuole vivere, attraverso il contatto con il produttore e con la sua terra di origine”. Sempre più spesso si viaggia, infatti, anche per gusto e i dati richiamati durante il convegno sembrano confermare che la strada seguita, quella dell’enoturismo, sembra essere la più virtuosa per l’economia dell’intera Regione. “Forse una ricetta perfetta non esiste” continua Nicola Matarazzo consulente di direzione del Consiglio, ma lui stesso ricorda cinque ingredienti che non dovrebbero mai mancare per una Dop economy: “la formazione, la realizzazione di condizioni che consentano ai giovani di non andare via dalle loro terre, la sinergia tra produttori, ristoratori, agenzie ed istituzioni, la digitalizzazione dei processi per rispondere in modo efficace alle richieste dell’utente, senza mai dimenticare però il rapporto umano e la necessità di salvaguardare la bellezza del nostro territorio”. La chiosa è tutta affidata, poi, alla Regione e alle parole di Luciano D’aponte, assessorato agricoltura Regione Campania, fiducioso che questa sinergia già in atto non possa far altro che accrescere la Dop economy.