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Eventi e iniziative

Svelata l’edizione 2025 della guida Cantine d’Italia: le novità e le tre impronte

17 Gennaio 2025
I premiati per le I premiati per le "Impronte"

Già il titolo, Cantine d’Italia, fa pensare alla cantina come luogo simbolico del territorio dove uomini e donne del vino operano e progettano il loro lavoro, le proprie storie e le tradizioni familiari che poi sono forti richiami per gli enoappassionati. Tant’è vero che al titolo principale di Cantine d’Italia è aggiunta una specifica ancora più identitaria e, cioè, guida per l’enoturista, come dire una guida pensata per i turisti del vino. Tant’è che Cantine d’Italia è identificabile come pubblicazione che invita a scoprire l’Italia attraverso il vino, percorrendo così un Paese ricco di storia, di fascino, di bellezza, di ambienti unici attraverso le visite alle cantine, 874, selezionate dalla guida con 268 “Impronte d’eccellenza” per l’enoturismo, 1.600 indirizzi utili per mangiare e dormire e 4.980 vini dove scegliere il vino che ammalia di più.

Insomma, una bella visione d’Italia fatta di tanti luoghi, radici e tradizioni, ma è anche espressione della capacità di tanti viticoltori che fanno “viaggiare” in tutto il mondo le loro bottiglie, promuovendo così l’attenzione e il piacere di andare a conoscere i luoghi dove quelle bottiglie nascono. Ecco perché la Cantina, nel corso degli anni, è diventata a pieno titolo un luogo di promozione del territorio, perché comunica con la sua realtà un’identità territoriale fatta di tutto quanto ruota attorno: il paesaggio, i vigneti, la tradizione del luogo, i borghi. Così, raccontando la cantina, si raccontano le vicende che stanno attorno al vino e aiutano meglio a comprendere il profilo di ogni realtà e ovviamente i vini che ciascuna cantina esprime. E, quindi, una Guida che non vuole rivolgersi soltanto ai “super appassionati”, ma che intende essere un’occasione per generare cultura a favore del vino e dei suoi territori. E per far riflettere sull’importante ruolo che la viticoltura italiana sta svolgendo a favore della bellezza e della valorizzazione di molti territori. Che, nello stesso tempo, mantiene inalterata la sua missione di promuovere la grande accoglienza italiana in cantina e comunicare anche attraverso un volume l’identità dell’associazione, in questo GoWine che edita la Guida.

Ogni anno Cantine d’Italia è diversa da quella precedente perché – dice Massimo Corrado, presidente di Go Wine e direttore editoriale della pubblicazione – la Guida “ogni anno si arricchisce di spunti e di temi; sempre uniti dall’obbiettivo di fondo, raccontare attraverso l’Italia del vino una bella idea d’Italia, uno dei volti più belli del nostro Paese. Il tema del racconto, delle persone che animano la cantina, dei vini spesso espressione di una bella progettualità, stanno alla base della Guida. Il vino è così la chiave per ascoltare il racconto di un luogo, di una terra, respirandone le atmosfere”.

Sfogliando la Guida, si incontrano le “Finestre sul vino” che nell’edizione 2025 sono firmate da Andrea Terraneo (presidente di Vinarius, associazione delle Enoteche Pubbliche Italiane) e Arturo Rota, per ricordare figura e pensiero di Luigi Veronelli, nei giorni in cui ricorrono i 20 anni della scomparsa. Le interviste che aprono la Guida e rafforzano il tema del racconto che caratterizza il profilo del volume riguardano nove uomini e donne del vino di altrettante regioni italiane. E, cioè, il piemontese Enrico Nada della Cantina Nada Giuseppe; la lombarda Giovannella Fugazza, del Castello di Luzzano; il veneto Lucio Gomiero, di Vignalta; la friulana Martina Monreale de Il Roncal; la toscana Emilia Nardi delle Tenute Silvio Nardi; l’umbro Enzo Barbi di Decugnano dei Barbi; l’abruzzese Rocco Pasetti di Contesa; il pugliese Gianfelice d’Alfonso del Sordo, titolare della omonima cantina e il sardo Ferruccio Deiana della Cantina Deiana.

Anche quest’anno la Guida promuove il tema del costo della visita in cantina, che segna anche un necessario adeguamento sul piano della comunicazione. Tant’è che da fattore un tempo basato sullo spontaneismo e da elemento di novità della vita del viticoltore, la visita in cantina si è sempre più affermata come un tema importante e caro a tanti enoappassionati e strategico per molte cantine. Il tema del prezzo si è così inserito come fattore da conoscere e comunque da monitorare. Poi c’è un altro elemento di novità e di grande valenza culturale inserito nella Guida 2025 e, cioè, lo speciale itinerario per visitare i Musei del Vino, promossi da 15 cantine che sono selezionate nella parte introduttiva del volume. I musei e cantine selezionati sono: Castello di Razzano e Luca Ferraris (Piemonte); Ricci Curbastro (Lombardia); Cà Rugate e Zeni F.lli (Veneto): La Tosa (Emilia-Romagna); Fattoria dei Barbi (Toscana); Lungarotti (Umbria), D’Ambra e Mastroberardino (Campania), Leone de Castris e Produttori di Manduria (Puglia), Librandi e Iuzzolini (Calabria), Quartomoro (Sardegna).

268, invece, le “Impronte Go Wine” che rappresentano un segno di “eccellenza” nel campo dell’Enoturismo nazionale e costituiscono una sorta di segno ideale che Go Wine attribuisce alle cantine che hanno conseguito un alto punteggio nella valutazione complessiva su sito, accoglienza e profilo produttivo. Si tratta dei tre fattori su cui si compone la presentazione delle singole cantine e su cui si definisce una loro valutazione. Sito: luogo ove si trova la cantina, guardando anche alla cantina medesima dal punto di vista architettonico; ma anche sito da intendersi come il patrimonio complessivo di vigneti di cui dispone la cantina; Accoglienza: la vocazione della cantina ad “aprirsi” all’esterno al pubblico con una parallela attività, sia in ambito recettivo: agriturismo, B&B o ristorazione, sia svolgendo iniziative culturali che si rivolgono al mondo esterno; Vino: il profilo produttivo dell’azienda valutato nel tempo, al di là dell’esito di una singola vendemmia; tenendo conto del carattere della produzione, della eccellenza di alcune etichette, della particolare cura verso specifiche tipologie di vini.

24, poi, le cantine che raggiungono il vertice delle “Tre Impronte Go Wine”: Cà Rugate e Masi (Veneto), La Raia, Ceretto, Fontanafredda, Castello di Gabiano, Malvirà (Piemonte); Bellavista, Ca’ del Bosco, Mamete Prevostini con Convento San Lorenzo (Lombardia); Ferrari (Trentino), Badia a Coltibuono, Capezzana, Castello di Fonterutoli-Marchesi Mazzei, San Felice e Castello Vicchiomaggio e (Toscana); Roberto Ceraudo (Calabria); Donnafugata, Florio e Planeta (Sicilia); Feudi di San Gregorio e Mastroberardino (Campania); Lungarotti (Umbria); Masciarelli (Abruzzo).

I premi speciali sono stati assegnati a Gavino Sanna, pubblicitario, scrittore e critico d’arte, il premio per “la cantina realizzando un sogno” per la Cantina Mesa di Sant’Anna Arresi. Alla piemontese Tenuta Montemagno di Montemagno il premio “Alto Confort” per l’ospitalità aziendale dell’anno. All’Agriturismo La Source di Saint Pierre in Valle d’Aosta, il Premio “Cantine Golose” per la Tavola aziendale dell’anno. Premio per l’EnoArchitettura dell’anno ad Antonelli di Montefalco. Il premio “Enocultura” al Museo del Contadino di D’ambra (di Forio d’Ischia). Il Premio “Autoctono si nasce” all’Aglianico del Vùlture Caselle di D’Angelo. Premio “Buono…non lo conoscevo!” al Tre Venezie Igp Piculit Neri della Cantina I vini di Emilio Bulfon. Il Premio “Vini Storici d’Italia” consegnato alla Tenuta San Leonardo di Avio. Il Premio “Gioacchino La Franca” a Moris Farms di Massa Marittima come riconoscimento della Community dei soci Go Wine per l’esperienza in cantina. Il Premio “La vigna da camminare” alla Tenuta Feudo di Ippolito a Cirò Marina.