Solita presenza “vulcanica” quella di Stevie Kim, Managing director di Vinitaly International Academy all’apertura ufficiale di OperaWine 2024. La fermiamo poco prima del taglio del nastro di questa tredicesima edizione dell’evento organizzato da Wine Spectator che anticipa il Vinitaly di appena 24 ore. “La chiave di tutto è la relazione – dice – Eventi come questo servono tantissimo al vino italiano”. Non dite alla Kim, però, che la situazione non è rosea: “Tutti vedono un anno difficile, le difficoltà, i giovani che bevono sempre meno, le vendite in calo – afferma – Dobbiamo smettere di pensare solo agli aspetti negativi del vino e concentrarci, invece, su quelli positivi”. E sprona proprio i produttori italiani: “Se loro alzano l’asticella delle loro aspettative su standard al top, allora ci saranno i risultati. Come in questa fiera. Se Vinitaly offre ai produttori standard di aspettative elevate, allora i produttori si concentreranno su quelli e saranno felici”. Insomma relazioni, aspettative e comunicazione sono le parole chiave per il successo del vino italiano secondo Stevie Kim. E a proposito di comunicazione dice: “Sarebbe anche il momento di comunicare il vino in maniera diversa, più moderna e meno legata a retaggi di una volta che non funzionano più”.
Per la Kim, quello che sta per arrivare sarà la dodicesima edizione del Vinitaly e di acqua sotto al ponte ne è passata: “Una fiera in costante evoluzione – dice – Ha avuto e ha sempre un’anima festaiola, alla maniera italiana. Ma è anche questo il bello ed è anche questo quello che si aspettano i visitatori e gli espositori. Vinitaly non sarà mai come il ProWein. Ma questo non vuol dire che sia un male, anzi. Il caos, uso questo termine, del Vinitaly è anche bello. E le persone partecipano a questa fiera anche per questo”. OperaWine, per la Kim, “è riuscita ad innalzare il posizionamento del Vinitaly, che è diventata sempre di più un luogo che rappresenta la grandezza del vino italiano”. E il vino italiano ce la farà ad uscire da questa crisi? “Certo, ma ci vuole la volontà di farcela – conclude – E non bisogna dare mai per scontato determinate cose”.