Il Recioto della Valpolicella potrebbe presto diventare un Presidio Slow Food. Il passito rosso dolce, vino del cuore del territorio vitivinicolo a nord di Verona e “padre” dell’Amarone, oggi è infatti prodotto in quantità molto limitate per il cambio di gusto dal dolce al secco avvenuto nel corso del Novecento. “Il Recioto è il nostro vino della memoria intrinseco alla storia vinicola della Valpolicella e dobbiamo difenderlo a ogni costo. I numeri di produzione sono oramai da Presìdio, tanto che abbiamo avuto dei primi contatti con la condotta veronese di Slow Food per verificare la possibilità della sua salvaguardia”, racconta Daniele Accordini, dg e capo enologo di Cantina Valpolicella Negrar. Che dal canto suo non ha mai smesso di realizzarlo dal momento in cui è stata fondata nel 1933 e che oggi ne produce circa 50 mila bottiglie l’anno, numeri di nicchia, dunque, anche se la rendono, con tutta probabilità, il maggiore produttore di Recioto in Valpolicella.
Uno spumante anticonvenzionale di grande bontà, equilibrio ed eleganza
Tra le 5 tipologie prodotte ancora oggi da Cantina Valpolicella Negrar figurano il “recioto da Palio”, il Classico, il cru di Moron affinato in legno, l’amandorlato e lo spumante. A proposito di quest’ultima tipologia, oggi unicamente prodotta dalla coop vitivinicola negrarese, ne parlava già Luigi Messedaglia (1874-1956), politico e medico veronese noto per i suoi studi di agronomia, nel suo “Arbizzano e Novare: storia di una terra, della Valpolicella” (1944), che riferiva della “champagnizzazione del Recioto” come tecnica di produzione usata dalla Cantina. Che a Vinitaly 2024 ha presentato la nuova etichetta del Recioto della Valpolicella Docg Spumante Domìni Veneti, Sentate, siediti, accomodati in dialetto veneto. Un’etichetta che vuole ribadire il concetto di accoglienza legato in Valpolicella a questa tipologia di vino, e che racconta uno spumante non scontato, un po’ rustico e un po’ snob. Uno spumante che incuriosisce, che convince per il suo profumo, che conquista per l’intensità del gusto, per la freschezza del sorso, ma soprattutto per quella spuma inconfondibile di colore viola, che solletica piacevolmente le labbra.