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Eventi e iniziative

Parlate di Lambruschi, non di Lambrusco: i nostri assaggi a Matera del “vino della contentezza”

08 Luglio 2024
Una masterclass al World Lambrusco Day Una masterclass al World Lambrusco Day

Qualcuno lo ha definito “vino inclusivo”, perché piace a tutti. A noi piace chiamarlo “il vino della contentezza”, senza nulla togliere al suo valore, perché – sia chiaro – non esiste vino al mondo che possa essere oggetto di snobismo, anche se per un po’ di tempo forse il Lambrusco ne è stato vittima. Colpa dei “Lambruschini” del passato, come li ha definiti qualche produttore impegnato nel riscatto del vino territoriale, e in parte forse della stampa, più impegnata, a volte, in elucubrazioni mentali su altri vini, considerati degno argomento di un simposio dell’antica Grecia. Il Lambrusco, vino tra i più noti in Italia, tra i più venduti al mondo, è stato l’assoluto protagonista del World Lambrusco Day che si è tenuto a Matera. Il sipario si è aperto con una cena con le autorità locali (comune di Matera, Provincia, Regione ed Enoteca Lucana) per uno scambio di sinergie con il territorio ospitante. Non è la prima volta, infatti, che il Consorzio del Lambrusco porta i vini in giro per il mondo, in Italia e all’estero, al di fuori dei propri confini. A tal proposito, sarà New York la sede dell’evento in campo internazionale, da quanto è stato annunciato. Ma tornando alle novità più intrinseche, nella due giorni è anche arrivata una conferma da parte del direttore del Consorzio, Giacomo Savorini, anticipata qualche tempo fa: già dalla prossima vendemmia ci sarà l’introduzione della versione bianca per il Lambrusco di Sorbara Doc, l’inserimento della prima sottozona della denominazione di Montebarello all’interno della Doc Grasparossa di Castelvetro (nelle aree collinari dei comuni di Castelvetro di Modena, Marano sul Panaro, Vignola, Maranello, Fiorano Modenese, Prignano sulla Secchia, Savignano sul Panaro, Spilamberto e Sassuolo) e l’introduzione della fascetta di Stato per l’Igt Emilia.

Il Lambrusco adesso gioca una partita importante sul campionato mondiale, perché è perfettamente allineato ai trend di mercato, che premiano vini leggeri, piacevoli e con basso tasso alcolico. Ma di questo vino è bene iniziare a sapere molto di più. Bisognerebbe innanzitutto parlare al plurale dei “Lambruschi” e poi approfondire. Ed è davvero un bel divertimento districarsi tra colori, sfumature, tecniche e tipologie, tra metodi classici, Martinotti, rifermentati in bottiglia o ancestrali. La due giorni in Basilicata è stata l’occasione per focalizzare l’attenzione proprio su alcuni di questi aspetti, con due interessanti masterclass a Palazzo Malvinni Malvezzi condotte dal Master of Wine italiano Gabriele Gorelli e una terza per gli addetti ai lavori e i winelover, guidata dal wine educator Filippo Bartolotta dal titolo “I colori del Lambrusco”. Il primo seminario di Gabriele Gorelli ha avuto come focus territorio, differenze di suoli e denominazioni e in particolare metodiche produttive, a partire dagli spumanti Metodo Martinotti e Metodo Classico, fino al più diffuso frizzante e ai rifermentati in bottiglia con una particolare attenzione al Lambrusco di Sorbara, Lambrusco Marani Metodo classico e Grasparossa. Nel secondo seminario un approfondito focus su territori e stili, non solo del modenese, ma anche del reggiano.

I NOSTRI MIGLIORI ASSAGGI

Gli assaggi che segnaliamo

Cantina della Volta – Christian Bellei 2016
Metodo Classico da Lambrusco di Sorbara in purezza. Sorso giocato sulla succulenza, sulla parte citrina di pompelmo, acidità sempre pungente, morbidezza al palato.

Cantina Settecani – “Settimocielo” Lambrusco Grasparossa di Castelvetro Doc
Metodo Classico. Emergono al naso note di visciole, floreali e agrumate. Acidità e sapidità si uniscono regalando un sorso equilibrato e armonico. La varietà dona tannini che con la bolla si diluiscono rilasciando un sapore più armonico e “lento”.

Medici Ermete “Unique” Reggiano Doc
Metodo Classico da 100% Lambrusco Marani, che si presenta con un colore rosa chiaro e una spuma cremosa; note delicate e di frutta al naso, con una trama gustativa sottile e fresca. Sapido e divertente.

Paltrineri “Radice” Lambrusco di Sorbara Doc
Rifermentato in bottiglia, un esempio didattico di Lambrusco che piace e convince senza se e senza ma. Colore rosa salmone, al naso note di pompelmo, fragoline, rosa selvatica. Sorso snello, con un’acidità sottile e agile, equilibrato e di media lunghezza. Della stessa cantina apprezziamo anche “La Riserva”, Lambrusco di Sorbara Doc, charmat lungo.

Cantina Zucchi “Silvia Zucchi” Lambrusco di Sorbara
Metodo Charmat lungo. Rosa corallo. Fragrante con note eteree fragola, lampone, e note floreali. Sorso vibrante, di ottima acidità, scattante e dinamico. Un bell’esempio di un modo di fare da parte della giovane produttrice, dinamica e piena di entusiasmo, che rappresenta la nuova generazione del Lambrusco.

Fattoria Moretto “Monovitigno” Lambrusco Grasparossa di Castelvetro Doc
Metodo Charmat da Lambrusco Gasparossa di Castelvetro in purezza. Al naso note di more, ciliegia, fragoline. Sorso fresco e dinamico, minerale.

Pezzuoli F.lli Bellei “Pietrarossa” Lambrusco di Sorbara Doc
Metodo Charmat lungo Lambrusco di Sorbara. Colore intenso quasi violaceo. Naso intenso di fragole, agrumi, fiori. Sorso denso, un vino gastronomico.

Cantine Lombardini “Il Signor Campanone” Reggiano Doc
Metodo Charmat Lambrusco Sorbara 80% e Salamino 20%. Colore violaceo quasi impenetrabile. Vinoso. Con profumi di ciliegia, mirtilli rossi e neri. Al palato denso, lievemente graffiante, persistente.

Cleto Chiarli “Vigneto Cialdini” Lambrusco Grasparossa di Castelvetro Dop
Metodo Charmat da Lambrusco Grasparossa in purezza. Colore rubino, naso intenso di more, lampone, rosa selvatica. Un vino di carattere, sorso fresco e integrato.

Sul Lambrusco e sul consorzio

Il Lambrusco: vitigni e denominazioni

La parola Lambrusco indica una famiglia di ben dodici vitigni a bacca nera. Autoctoni, sviluppati e diffusi da tempo immemore nella Regione Emilia-Romagna. Il loro uso può essere più o meno esclusivo a seconda delle denominazioni di origine e delle scelte enologiche dei produttori. Si tratta di Sorbara, Grasparossa, Salamino, Foglia Frastagliata, Barghi, Maestri, Marani, Montericco, Oliva, Viadanese, Benetti e Pellegrino. Le denominazioni del Lambrusco abbracciano varietà diverse e territori differenti: la provincia di Modena e di Reggio Emilia, dalle zone di pianura a quella collinare, ciascuna con la propria tradizione enologica. Se nel modenese la tendenza predilige il focus su una singola varietà, nel reggiano è tradizionalmente utilizzato un blend/uvaggio di differenti vitigni. Il Lambrusco ha poi la versatilità tra i suoi punti di forza. Spazia dal frizzante – che rappresenta oltre il 95% della produzione – fino al Metodo Classico e a quello ancestrale, dal secco alle versioni amabili. E di questa versatilità il Consorzio di Tutela fa ha fatto negli ultimi anni una leva per spingere l’acceleratore sulla promozione, per diffonderne la conoscenza, favorendo l’abbinamento con diverse cucine in Italia e nel mondo.

I numeri del Consorzio

Il Consorzio rappresenta, 5.000 viticoltori, 70 produttori e otto denominazioni tra Modena e Reggio Emilia: Modena Doc, Lambrusco di Sorbara Doc, Lambrusco Grasparossa di Castelvetro Doc, Lambrusco Salamino di Santa Croce Doc, Reggiano Doc, Colli di Scandiano e di Canossa Doc, oltre a Reno Doc e Bianco di Castelfranco Emilia Igt. Un totale di circa 16.600 ettari vitati nelle due province, di cui circa 10.000 dedicati al Lambrusco, e una produzione che, nel 2022 si è attestata su oltre 40 milioni di bottiglie di Lambrusco Doc. A cui aggiungere oltre 100 milioni di bottiglie di Lambrusco Emilia Igt, che rientrano nell’ambito di tutela del Consorzio Vini Emilia. L’Ente è nato a gennaio 2021 dall’operazione di fusione per incorporazione i tre precedenti enti di tutela del famoso vino emiliano, ovvero il “Consorzio Tutela del Lambrusco di Modena”, il “Consorzio per la Tutela e la Promozione dei Vini Dop Reggiano e Colli di Scandiano e Canossa” e il “Consorzio di Tutela Vini del Reno Doc”. Il Presidente è Claudio Biondi, il Vicepresidente Davide Frascari e il Direttore Giacomo Savorini.