Un evento a 3.000 metri di altitudine e una degustazione di Nebbiolo nel rifugio Heaven 3000. La cantina Nino Negri è stata protagonista di un’iniziativa nella giornata di sabato 23 marzo per presentare ufficialmente il proprio progetto di affinamento ad alta quota che comprende due cantine, una delle quali si trova a Bormio, proprio all’interno del rifugio Heaven 3000: qui vengono affinate 1.300 magnum di Vigna Fracia Valtellina Superiore DOCG Valgella 2016.
Vigna Fracia è uno dei simboli della Nino Negri, la prima vigna ad essere acquistata, nel 1897, e ancora oggi vinificata e imbottigliata separatamente, con il proprio nome in etichetta. Una vigna di montagna che si trova di fronte a una vallata alpina ricca di ghiacciai che determinano condizioni climatiche uniche.
A raccontare le peculiarità del territorio, la propria interpretazione del vitigno e l’evoluzione stilistica dei vini è stato Danilo Drocco, direttore ed enologo della cantina Nino Negri che vanta un’esperienza trentennale con il Nebbiolo.
Per l’occasione, la terrazza del rifugio Heaven 3000, che offre una vista senza pari sulle vette circostanti, ha fatto da palcoscenico ad Ice Waves, il concerto di Alessandro Martire, giovane compositore noto per la sua maestria al pianoforte e le sue esibizioni nella natura, in contesti particolari e spesso estremi.
Una giornata dedicata alla montagna, tra gusto, arte e natura, per carpirne i segreti, godere della sua atmosfera e lasciarsi conquistare dalla sua maestosa fierezza.
Con oltre un secolo di storia, la Nino Negri è diventata simbolo della viticoltura di montagna.
Il castello in cui ha sede fu donato nel 1400 dal Duca di Milano a Stefano Quadrio, valente soldato e capitano delle milizie, al quale fu conferito il titolo di governatore della Valtellina. Quadrio si impegnò nella coltivazione delle uve e nella commercializzazione del vino, realizzando le antiche cantine sotterranee del Castello. Secoli dopo, nel 1897, Nino Negri decise di avviare l’attività vitivinicola e di fondare la cantina che porta ancora oggi il suo nome.
La Nino Negri, con 35 ettari di vigne e altri 125 gestiti in collaborazione con famiglie di viticoltori locali, ha il vigneto più esteso della Valtellina. La selezione delle uve, raccolte interamente a mano lungo i ripidi vigneti sorretti dai millenari muretti a secco e vinificate separatamente, consentono alla cantina di ottenere vini che rappresentano la varietà dei suoli e dei microclimi tipici di questo territorio di montagna.
Nel grande anfiteatro terrazzato fatto di rocce e vigneti che è la Valtellina, circondato dagli alti pendii delle Alpi lombarde e da duemilacinquecento chilometri di muretti a secco, cresce il Nebbiolo, qui chiamato Chiavennasca. È un Nebbiolo di montagna, figlio di una viticoltura difficile, che affonda le radici direttamente nella roccia madre, acquisendo il gusto del territorio che lo accoglie e dando vita a vini unici che si distinguono per l’eleganza dei profumi e la ricca sapidità gustativa.