“Il contesto attuale è molto più sfidante per le imprese del vino italiano”. Lo dice Matteo Lunelli, patron della storica azienda Ferrari intercettato nel suo stand ad OperaWine. E con lui affrontiamo l’argomento di cronaca del mondo del vino italiano del segno “-” nelle vendite dei nostri prodotti: “Le famiglie hanno perso un notevole potere di acquisto – dice – e i risultati si vedono poi nel canale della Gdo, che è quella che sta soffrendo di più. Se, invece, analizziamo i vini di fascia alta, quelli premium o fine wines, scegliete voi come definirli, invece vediamo che c’è un trend opposto. Parlo per la mia azienda: tutti i miei prodotti fanno registrare un aumento delle vendite. Non certo ai livelli del 2022, ma il nostro brand sta molto bene”.
Per Lunelli, il successo sta nell’essere riusciti a portare avanti quel riconoscimento della diversità delle bollicine italiane iniziato tanto tempo fa: “E adesso il consumatore ce lo riconosce”. Capitolo aumento dei prezzi delle materie prime: “I costi di produzione sono aumentati – dice – E’ sotto gli occhi di tutti. Come è sotto gli occhi di tutti che siamo dovuti ricorrere a un ritocco dei listini. Se per i prodotti premium questo non ha influito molto sulle vendite, abbiamo visto come nella Gdo si siano registrati dei dati negativi. L’innalzamento dei prezzi ha gioco-forza un effetto sul mercato”. Per Lunelli, dopo tanti anni positivi, ci sta un calo fisiologico: “Ma credo che potremmo iniziare da qui un nuovo percorso di promozione del nostro vino – dice Lunelli – Che deve sempre di più essere incentrata sugli eventi, come OperaWine, affinché l’interesse nei confronti dei nostri vini, possa crescere ancora di più a livello internazionale”.