Protagonista di una masterclass dell’istituto marchigiano di tutela vini (Imt), al Vinitaly 2024, il Verdicchio. Considerato il bianco italiano vestito di rosso con le sue Doc Matelica e Castelli di Jesi è una nicchia di qualità tra le denominazioni marchigiane tutelate dall’Imt. “Questo è un momento importante per le nostre Doc – ha affermato il presidente Michele Bernetti – Jesi e Matelica stanno affrontando un cambiamento generazionale, con uno spostamento dell’accento che va verso il territorio”. Dalla vendemmia 2024 in poi ci saranno grandi cambiamenti con le modifiche del disciplinare del Verdicchio Castelli di Jesi Doc e Docg. Per quest’ultima la modifica del nome in Castelli di Jesi Docg (era appunto Castelli di Jesi Verdicchio Riserva Docg), con “Verdicchio” facoltativo – e il trasferimento della tipologia “Superiore” dalla Doc alla Docg. Siamo in entrambi casi davanti a due territori particolarmente vocati per la produzione di un vino italiano di grande qualità.
Nel caso di Matelica, la denominazione si estende su una superficie vitata di circa 400 ettari, attraverso i comprensori di 8 comuni (Matelica, Esanatoglia, Gagliole, Castelraimondo, Camerino e Pioraco nella provincia di Macerata; Cerreto D’Esi e Fabriano in quella di Ancona), nel cuore dell’Alta Vallesina, la sola vallata marchigiana con disposizione Nord-Sud. Il posizionamento, spiega l’enologa Eleonora Marconi, che ha condotto una masterclass è parallelo e chiuso rispetto al mare. Si viene a creare un microclima diverso rispetto a tutte le altre vallate regionali: continentale nelle ore notturne e quindi capace di preservare al meglio l’acidità delle uve; mediterraneo durante il giorno, con un irraggiamento che esalta il contenuto zuccherino degli acini. Proprio queste particolari condizioni, unite ai terreni calcarei e all’altitudine dei vigneti (tra i 400 e gli 850 metri sul livello del mare), influenzano il ciclo vitale del Verdicchio e conferiscono alle uve caratteristiche peculiari che identificano in maniera inequivocabile i vini di Matelica.
Nel caso di Jesi, la zona di produzione è composta da 25 comuni identificati da “Castelli”, piccoli borghi cintati e fortificati che prendono il nome da Jesi, città regia, titolo ricevuto dall’imperatore Federico II, sua città natale. Il territorio è delimitato a nord dal fiume Cesano, a sud dal fiume Musone a est dai versanti affacciati sull’Adriatico, ad ovest si spinge fino a 550 metri sopra il livello del mare prossimi al pre-Appennino. Il vitigno affonda le radici sui suoli a forte componente marnoso-argillosa e substrati di calcare delle alture pedemontane per poi degradare verso colline di medio impasto con presenza di argilla e arenaria, sino ai declivi ventilati e arricchiti da presenza di sabbia, prossimi alla costa.