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Eventi e iniziative

Maison Bocum Palermo, Open Call for Contemporary Art: l’artista Francesca Dondoglio selezionata per la realizzazione della project room “Una Stanza tutta per sé”

20 Giugno 2024
Il progetto dell’artista Francesca Dondoglio che ha vinto la Call for Contemporary Art promossa da Maison Bocum Il progetto dell’artista Francesca Dondoglio che ha vinto la Call for Contemporary Art promossa da Maison Bocum

 

È Francesca Dondoglio la vincitrice della Open Call for Contemporary Art Una Stanza tutta per sé’ promossa da Maison Bocum di Palermo, il format di ristorazione dal gruppo Virga&Milano, con la consulenza scientifica di Agata Polizzi, storica dell’arte e curatrice indipendente.

La Call, con lo scopo di valorizzare, promuovere e sostenere le arti visive e gli artisti contemporanei a livello nazionale insieme al Comitato scientifico di selezione dei progetti, composto da Franco Virga, Stefania Milano, Agata Polizzi, Cristina Costanzo, Maurizio Carta e Isabella Ragonese, ha affidato all’artista Francesca Dondoglio la visione sullo spazio della stanza centrale di Maison Bocum.

L’artista torinese, rappresentata dalle gallerie Studio La Linea Verticale e Galleria Umberto Benappi, è stata selezionata tra 60 progetti arrivati.

La Project Room “Una stanza tutta per sé

«La libertà intellettuale dipende da cose materiali. La poesia dipende dalla libertà intellettuale»

Capolavoro di originalità e stile, tappezzato di audace e tagliente ironia, Una stanza tutta per sé di Virginia Woolf (1929) è il primo saggio moderno della letteratura femminista.

Ancora oggi una stanza tutta per sé è proprio quel luogo ideale e necessario alla bellezza che rappresenta una dimensione d’elezione in cui il soggetto può dare origine alla propria meditazione, stabilendo così la propria libertà e la propria indipendenza.

È sempre attuale e urgente il bisogno di riservarsi una “retrobottega della mente”, ossia uno spazio proprio, un luogo sia metaforico sia concreto, dove sia possibile entrare in contatto intimo con se stessi. Dove poter attuare indisturbati una rigenerazione e riorganizzazione di sé e dei propri pensieri.

Una stanza tutta per sé è una stanza che va vissuta. Lo spazio può (e deve) essere esplorato e sperimentato.

In sintonia con queste osservazioni, Francesca Dondoglio ha lavorato ad un intervento di pittura murale esteso a tutta la stanza. Protagonista è il blu oltremare, colore meditativo e vitale, capace di creare un ambiente avvolgente nel quale l’ospite non sarà solo fruitore o spettatore dell’opera, ma la abiterà, la animerà.

Un’esperienza immersiva che trascende il tradizionale rapporto tra opera e osservatore, invitando quest’ultimo a diventare parte integrante dell’opera stessa con i suoi pensieri, i suoi desideri.

Le opere

Sulla superficie blu delle pareti sono state collocate una serie di 7 opere inedite che fanno parte dell’ultima fase della ricerca dell’artista. 

Un intervento che non si limita a presentare un messaggio, un’idea, ma diventa catalizzatore per l’esplorazione interiore. Lo spazio non è solo fisico ma è anche e soprattutto una realtà interna alla nostra coscienza. In quest’ottica le opere si configurano come delle finestre che, sfondando metaforicamente la parete, aprono verso una dimensione altra. Un invito ad affacciarsi allo sconfinato, all’inesplorato.

Ci racconta Francesca: “La natura dinamica ed immersiva di un ambiente ha il potere di unire i suoi abitanti in esperienze uniche ma condivise. Il tentativo di valorizzare uno spazio poetico – soprattutto in una contemporaneità che mette al primo posto la produttività economica e il senso di possesso anziché l’essere e le relazioni umane, l’acquisizione rapida e senza limiti delle informazioni anziché la loro qualità formativa – può mostrarsi utile per sostenere una creatività distribuita e costruita socialmente che faccia da ponte tra mondo interno e mondo esterno, tra essere e società”

L’intervento dell’artista è anche un invito a regalarsi un momento tutto per sé, in solitudine o in compagnia, per entrare in sintonia con ciò che è davvero nostro perché, come ricorda Virginia Woolf, «è molto più importante essere se stessi che non tutto il resto».

 

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