Traccia un profilo sensoriale riconoscibile e non replicabile e punta alla tipologia “riserva”: la piccola doc Lacrima di Morro al Vinitaly si racconta con una degustazione guidata negli spazi della collettiva organizzata dalla Regione Marche durante il 57° Vinitaly. E celebra i suoi primi 40 anni. Nei calici le annate fra il 2016 e il 2020 dimostrano la sua capacità di resistere al tempo. Il rosso, une delle 20 doc marchigiane, sorprende per la sua performance, giocata tra profumi floreali e fruttati dove spiccano rosa, geranio, viola e piccoli frutti rossi, se più giovane; bouquet intensi con cenni di frutta appassita, spezie e note balsamiche se si passa ad annate più vecchie. Di vecchio in realtà c’è ben poco. Il rosso si mostra sempre fresco al palato anche se si va indietro nel tempo, con tannini che si addolciscono e dialogano con l’acidità. Ne esce fuori un vino contemporaneo, dall’effetto sorprendente per una nicchia piccola e bella, che resta un’autentica peculiarità marchigiana.
“A Vinitaly abbiamo voluto mostrare che siamo di fronte a un vino adatto all’invecchiamento, con un potenziale fino ad ora sottovalutato – spiega Vico Vicari, componente del comitato della Lacrima di Morro d’Alba Doc all’interno dell’Istituto marchigiano di tutela vini (Imt) -. Per questo abbiamo valutato la modifica del disciplinare per eliminare la tipologia “Superiore” e introdurre quella “Riserva””.
Con una superficie di 256 ettari destinati alla Doc, 53 viticoltori, 28 produttori, quasi 9.000 ettolitri di vino certificato, la Lacrima di Morro d’Alba è una Denominazione di Origine sostanzialmente di nicchia, ma di altissimo valore qualitativo e che ora scopre una nuova opportunità di mercato, grazie appunto ad una finora inesplorata vocazione all’invecchiamento. Ragione per cui la Lacrima di Morro d’Alba Doc, una delle 20 Denominazioni di Origine delle Marche, sta valutando la modifica del disciplinare per introdurre la tipologia “Riserva” ed eliminare quella “Superiore”. Per Mirco Carloni, marchigiano, “la richiesta della “Riserva” è un segnale positivo, perché significa che il vino sta crescendo e c’è la volontà di aumentare il mark-up del prodotto, che si traduce in un beneficio anche per il territorio”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche l’assessore all’Agricoltura della Regione Marche, Andrea Maria Antonini. “La Lacrima di Morro d’Alba è uno dei nomi del vino a cui la Regione Marche è più legata sia per la storia quarantennale che per il sostegno, riconosciuto dagli operatori e sui mercati – ha sottolineato Antonini -. Parliamo di un prodotto che grazie alla sua qualità è riuscito a dare respiro a un territorio e a un tessuto imprenditoriale”. Presente alla degustazione anche Alessandra Boldreghini, assessore del Comune di Morro d’Alba: “Questo anniversario unisce tradizione e modernità. Insieme ai produttori, le istituzioni si fanno custodi del territorio, e di un autoctono riconoscibile. Il nostro vino è espressione di modernità, è pensato per essere bevuto giovane ma il tempo non lo scalfisce”.
Con circa 500 aziende associate per 16 denominazioni di origine – di cui 4 Docg – Imt è una realtà unica in Italia nel suo genere. Oggi il consorzio rappresenta l’89% dell’imbottigliato della zona di riferimento e la maggioranza delle esportazioni di vino marchigiane. Infine, con più 7.500 ettari tra le province di Ancona, Macerata, Pesaro-Urbino e Fermo, incide per il 45% sull’intera superficie vitata regionale