Alla 56esima edizione del Vinitaly la storia del Chianti classico viene raccontata in 6 calici. E’ affidata all’estro e alla vulcanicità del giornalista Filippo Bartolotta la degustazione organizzata dal Consorzio del Chianti Classico per festeggiare il centenario della sua nascita. Una sequela di calici per ripercorrere le tappe più significative di una delle Denominazione più importanti del vino italiano e internazionale.
La storia del consorzio del Chianti Classico… attraverso i calici: dal 1967 ad oggi quanto “vino” è passato sotto ai ponti
1967
Il mondo si divide tra le musicassette dei Beatles e quelle dei Pink Floyd, ma tutti però sembrano concordare sull’acquisto del primo paio di Nike che uscivano sul mercato. Nel mentre anche il Chianti Classico trova il suo, seppur timido, riconoscimento attraverso la neonata Doc Chianti nella quale veniva prevista una sotto denominazione per il territorio del solo Chianti Classico.
Chianti Classico 1967 – Ricasoli
Dopo 57 anni la dolcezza olfattiva mantiene una sua dignità strutturale fatta di cioccolato e di datteri. Una struttura tannica non ancora assente aiuta l’accento gustativo soprattutto in retronaso dove continuano ad arrivare guizzi di dinamicità.
1984
“Introducing Macintosh January 24, 1984”: la reclame pubblicitaria che nessuno in quell’anno potrà mai cancellare dalla mente. In fila per acquistare il nostro primo PC il sottofondo musicale era tutto per il pop. Musica leggera che forse serviva anche per alleggerire gli scandali italiani, era quello l’anno del metanolo. Ma dalle ceneri di un mondo del vino che ne sta uscendo trasfigurato nasce la Docg del Chianti Classico. Un segno per iniziare a tutelare il vino di qualità.
Chianti Classico 1984 – Fontodi
Un olfatto che assume le sembianze di un cocktail Negroni tra macchie di erbe mediterranee, ginepro e sbuffi di amarene appassite. E nel mentre in degustazione arriva un agrume ancora citrino su una sottile, ma costante trama tannica.
1996
Se il mondo in quell’anno si divideva tra la preoccupazione della pecora Dolly e la spensieratezza regalata dalla musica delle Spice Girls, per il Chianti Classico invece è l’anno dello spartiacque. Da quell’anno la Docg Chianti Classico è, finalmente, una Denominazione autonoma con un Disciplinare di produzione distinto.
Chianti Classico 1996 – Ruffino
Le tostature delle barrique sembrano essere rimaste impresse in un calice che non manca, però, di una sottile verve olfattiva dettata da accenni di noce moscata e rimandi di frutta rossa. Arriva, poi, il ricordo di un pot-pourri in una struttura sostenuta da una buona trama tannica e da un’arancia sanguinella che vale a chiudere la beva.
2006
Se le fascette di Stato, a circoscrivere le capsule di ogni bottiglia di Denominazione di Origine Controllata ( o Controllata e Garantita) erano già obbligatorie dal ’84, con il 2006 si tutela ancor di più il brand Chianti Classico. Nasce il consorzio del Gallo Nero e il suo simbolo viene inserito direttamente in etichetta.
Chianti Classico Riserva Baron’Ugo 2006 – Monteraponi
La traccia olfattiva è la salinità. E tanto è che nel calice arriva un rimando alla macchia mediterranea e a retaggi di odore di sardine. Il sorso è ricco di brio e la sua trama tannica viaggia su una marea di freschezza e di sapidità. Lunghissima, poi, quella succosità che si avverte in retronaso.
2014
Arriva la Gran Selezione. L’ultimo grande passo nel percorso di innalzamento qualitativo del vino Chianti Classico. Arriva, però, in una delle annate più scarse e piovose dell’ultimo decennio, tanto pessima da essere annoverata nella storia enoica toscana come “da dimenticare”.
Chianti Classico Gran Selezione Vigna Il Poggio 2014 – Castello di Monsanto
Spezie orientali e note di the in una salinità che fa da orchestrale ad una puntiforme trama tannica. In deglutizione è l’arancia sanguinella a regalare, poi, una chiosa di piacevolezza gustativa.
2021
Arrivano le Uga, ovverosia la volontà di dare ancor più valore al territorio. Undici le Unità Geografiche aggiuntive individuate: San Casciano, Greve, Lamole, Montefioralle, Panzano, Radda, Gaiole, Castelnuovo Berardenga, Vagliagli, Castellina, San Donato in Poggio.
Chianti Classico Gran Selezione 2021– Tenuta Fizzano
Salinità e brio vitale al palato. Millimetrica la trama tannica che fa da apripista a un equilibrio sopraffine sul finale.