Con un restyling grafico è stata presentata al Sol&Agrifood di Verona la Guida Oli d’Italia dedicata agli extravergine italiani, del Gambero Rosso curata da Stefano Polacchi. Giunta alla sua 14esima edizione, la quinta in doppia lingua, italiano e inglese, traccia una mappa che vuole celebrare la ricchezza e la diversità delle varietà di olive e di oli presenti nel nostro Paese, evidenziando le peculiarità di ogni regione, con l’esclusione solo di Valle d’Aosta e Friuli-Venezia Giulia. Sono 389 le aziende produttrici per 679 etichette di extravergine valutate e inserite nella Guida, di cui 191 le Tre Foglie e 34 le Stelle, che hanno ottenuto il massimo punteggio per dieci anni, risultato di un lungo percorso di ricerca, selezione e valutazione per individuare il gusto più sublime ma anche riconoscere un maggiore impegno verso la sostenibilità, in un’economia globale che si fa concorrenza sul fronte dei prezzi più bassi.
“Dimentichiamoci di pagare l’olio come lo pagavamo fino a due anni fa per i prossimi 10 anni – racconta a Cronache di Gusto Indra Galbo, capopanel della Guida – La Spagna da due anni ha dimezzato la produzione (si passa da 1,2 a 600/770mila tonnellate) e a risentirne sono tutti i Paesi. Oggi per comprare un olio di qualità devi spendere almeno 14 euro al litro”. Il cambiamento climatico è il problema principale: “La Spagna ha replicato il disastro de-produttivo degli ultimi anni. L’Andalusia da qualche anno arriva a 50 gradi durante l’estate ed è la regione più produttiva. In Italia questa situazione si percepisce meno: esiste il cambiamento climatico ma in modo diverso”.