Toscana Guido Alberto 2022 – Tenuta San Guido
Dedicato a Guidalberto della Gherardesca senza il quale mancherebbe anche l’iconico viale dei cipressi che da sempre è iconografia stessa del paesaggio di Bolgheri. Un assemblaggio di Merlot e Cabernet Sauvignon, ultimo nato nella Tenuta San Guido, che conserva tanto frutto rosso in deglutizione, ma una leggera parte alcolica ancora da gestire.
Toscana – Sogno Mediterraneo 2022 – Tenuta Casadei
Una Syrah con una piccola percentuale di Grenache e Mouvedre che sfuma tra arance rosse e sentori di frutta scura e pur risentendo di una parte alcolica rilevante, mantiene vivo il palato in una buona dose di acidità e sapidità sul finale.
Toscana – Coevo 2021 – Famiglia Cecchi
Nasce 18 anni fa il progetto Coevo della famiglia Cecchi. L’idea era quella di unire le migliori uve di Sangiovese provenienti dalla tenuta che i Cecchi storicamente possiedono in Chianti Classico e quelle, invece, di Cabernet Sauvignon e Merlot allevate nella tenuta maremmana di Val delle Rose. Eccola allora la punta di diamante dell’azienda in un sorso di perfetto equilibrio tra la rotondità regalata dal Merlot e la dinamicità e la freschezza ritmata dalla vivacità del Sangiovese.
Toscana – Cabreo il Borgo 2021 – Tenute del Cabreo
È a Monte Fiorallo, nel Chianti Classico, che la famiglia Folonari ha deciso di puntare sull’innovazione. Così in una terra storicamente vocata per il Sangiovese, si sprigiona, invece, la forza del Merlot e la speziatura del Cabernet Sauvignon unite, però, a una maggiore percentuale di Sangiovese che vale a registrare un calice di notevole finezza gustativa.
Marche – Il Pollenza 2020 – Il Pollenza
“Volevamo aggiungere un intruso” ed eccolo qui, allora, “Un Supertuscan, ma marchigiano”. Parrebbe un controsenso se non fosse che l’enologo in questione è, sul finire degli anni ’70, fu Giacomo Tachis, ideatore e precursore della stessa nascita dei Supertuscan nella Maremme. Così nella Val di Chienti, a metà strada tra il mare e la dorsale appenninica, un naso irriverente fatto di amarena sotto spirito e frutto reso iper-definito si apre a una trama tannica puntiforme mentre in retronaso è l’arancia sanguinella a sostenere una discreta acidità sul finale
Toscana – Poggio dei Colli 2021 – Piaggia
È a Carmigliano, terra storica per le famiglie medicee che d’estate erano solite ristorarsi nelle ventilate colline della zona, che il Cabernet Franc, in purezza, dal ribes rosso passa al mirtillo in un olfatto fine e cesellato sostenuto da una grande struttura gustativa ben controbilanciato da acidità e sapidità sul finale.
Toscana – Bolgheri Superiore Grattamacco 2021 – Collemassari
C’è dagli anni ’70 questa storica tenuta bolgherese e da sempre il suo carattere distintivo è stato, a differenza delle atre aziende di Supertuscan, di non abbandonare mai quella piccola aggiunta di Sangiovese, unita, poi, Merlot e al Cabernet. “Non è mai sparita in nessuna annata, ed è questo che rende Grattamacco sempre particolarmente riconoscibile”. Il sorso entra con grazia, garbo e discrezione in una matrice tutta fruttata, mantenendo verticalità ed eleganza in una scia di lunga persistenza.
Toscana – Bolgheri Sassicaia 2021 – Tenuta San Guido
“Non ha bisogno di presentazione il Bolgheri Sassicaia 2021, un’icona del vino italiano, in un’annata eccezionale” continua Vinciguerra e il calice infatti, fatto di 85% di Cabernet Sauvignon e 15% di Cabernet Franc, registra precisione, brio, personalità ed incisione tra note di rovo, frutta e mineralità sul finale.
Toscana – Saffredi 2022 – Fattoria Le Pupille
Un en primeur presentato per la prima volta al pubblico tra note di grafite, frutta rossa e una leggera nota alcolica dettata da un’annata particolarmente calda.
Toscana – Monteverro 2021 – Monteverro
Si arriva a Capalbio ai confini con il Lazio per questa giovane azienda che nel suo personale Supertuscan aggiunge una piccola percentuale anche di Petit Verdot e Merlot, mentre se la giocano per metà Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc. Tra frutti rossi appena accennati e note floreali, il calore in deglutizione è ben stemperato da una discreta nota di acidità.
Lupicaia 2011 – Castello del Terriccio
A nord di Bolgheri, Castello del Terriccio mostra con un calice 2011 quanto questi vini siano in grado di viaggiare nel tempo e così un 90% Cabernet Sauvignon e un 10% Petit Verdot evolvono e si sviluppa in terziari fatti di cacao e cioccolato, mentre un picco di sapidità mantiene l’intera struttura in una scia di finezza e precisione.