“Anche il vino può essere un traino per il territorio, a partire dalla qualità delle produzioni fino all’enoturismo, grazie alla capacità attrattiva che i marchigiani possono migliorare, facendo leva quindi sugli alti standard di servizio, che sono un driver vincente. È la forza del nostro made in Marche e della nostra artigianalità, che celebriamo nella prima Giornata nazionale del made in Italy”. Lo ha detto l’assessore all’Agricoltura della Regione Marche, Andrea Maria Antonini, intervenendo al convegno “Radici profonde, visioni future: l’evoluzione del vino marchigiano”. La qualità è il grande punto di forza dei vini marchigiani. Lo conferma l’enologo Roberto Potentini con un dato: “Nei primi 10 posti dei vini più premiati d’Italia ci sono tre etichette marchigiane. Dobbiamo ora saper diversificare”, afferma Potentini. Chi ha saputo perfezionare il ricambio generazionale è l’azienda Cocci Grifoni di Ripatransone (Ascoli Piceno), con Marta Cocci Grifoni alla terza generazione. “Il futuro passa dalla formazione e dall’innovazione, soluzione che ritengo indispensabile per contrastare i cambiamenti climatici”, afferma Marta Cocci Grifoni.
Gianluca Garofoli, quinta generazione della Cantina Garofoli di Castelfidardo (Ancona), è dal 2006 in azienda. “Come azienda – dice Garofoli – cerchiamo di capire quali risposte dare ai consumatori futuri: gli americani bevono meno, in Italia non c’è più il consumo quotidiano e questo porta a diversi tipi di scelte. Ritengo comunque importante l’esperienza enoturistica, lo storytelling, così da far capire cosa c’è dietro a una bottiglia di vino”. Dal 1999, anno di costituzione, a oggi, l’Istituto Marchigiano di Tutela Vini (Imt) ha avuto una crescita dimensionale che è passata dai 19 fondatori agli attuali oltre 500 soci, con una concentrazione sulle prime 10 aziende che rappresentano il 75% della produzione commercializzata. “L’importanza dell’azienda familiare è fondamentale, perché quella del vino è un’attività di business che richiede molto tempo per il rientro, non bastano pochi anni – riconosce il presidente di Imt Michele Bernetti – Per il futuro non abbiamo timore: siamo una regione un po’ chiusa, forse per il carattere che contraddistingue i marchigiani, molto dediti al lavoro e meno alla comunicazione. E per questo ritengo che qualche innesto esterno potrebbe essere interessante per tutti quanti”.
Anche per Simone Capecci, presidente del Consorzio Vini Piceni, il futuro è nelle mani dei giovani, “che gestiscono i social e sono un nuovo modo di comunicare, più immediato. Sarà fondamentale per noi, che abbiamo seguito la vocazione al biologico e ai vitigni autoctoni come punto di forza”. E per Eleonora Marconi, wine maker con un curriculum prestigioso, “la strategia è quella di favorire la sinergia fra le aziende, il dialogo fra imprenditori e giovani. Siamo le Marche e quando facciamo le cose insieme sappiamo brillare come un diamante”.