Vinitaly 2025 ha confermato il trend degli ultimi anni, riservando uno spazio ampio e ben curato ai vini internazionali. Durante la fiera, abbiamo intrapreso un viaggio enogastronomico globale attraverso gli stand, da nord a sud, da est a ovest. Anche quest’anno non sono mancate alcune sorprese. Tra gli stand più visitati: Sudafrica, Francia e, per la prima volta, anche la Penisola Balcanica “tutta insieme”. Ecco il nostro racconto delle degustazioni e delle scoperte.
Georgia
La Georgia continua a sorprendere con il suo mix di tradizione e innovazione. Gli “orange wine” (vini da uve bianche vinificate con le tecniche del rosso) hanno raggiunto livelli di qualità ed eleganza degni dei maestri della Linguadoca. Un produttore ci ha spiegato che, per preservare la purezza del vino riuscendo ad evitarne l’ossidazione, effettua fino a 15 travasi in anfora, evitando completamente la filtrazione.
Valle del Rodano (Francia)
I vini di questa regione brillano per la loro accessibilità e piacevolezza. I rossi si distinguono per tannini vellutati e ben domati, mentre lo stile complessivo riflette perfettamente le attuali tendenze sia italiane che internazionali.
Linguadoca Rossignol
Tra gli stand più affollati, spiccano la Blanquette de Limoux e il Crémant de Limoux, con la loro tipicità acre e stuzzicante. Un vino particolarmente intrigante è stato “Extreme”, definito “very, very dry” dal produttore. L’orange wine qui ha brillato per complessità e raffinatezza, confermando la sua eccellenza.
Cile
Il Cile ha presentato esclusivamente vitigni internazionali, tutti a “piede-franco” (la fillossera non ha mai colpito questa regione). Chardonnay e Pinot Noir si sono dimostrati freschi, sapidi e perfettamente adatti alla gastronomia. Degno di nota anche il blend di Carmenère e Cabernet Sauvignon, ricco e strutturato, con tannini gestiti magistralmente.
Corea
Lo stand coreano si è distinto per colori e creatività, presentando bevande aromatizzate a base di frutta. Non si tratta di vino, bensì di distillati ideali per aperitivi frizzanti. L’idea, ci raccontano, è quella di conquistare il mercato italiano con prodotti pensati per un pubblico giovane.
Svizzera – Italia (Premium Wine Spitz)
Uno degli stand più audaci, ma sobrio. Presentava tre bevande innovative: Garganega con infuso di camomilla e cardamomo, Raboso con rosa e ibisco, e Sangiovese con frutti rossi. Tutte con leggera carbonica e alcolicità moderata. Pensate per un pubblico giovane, hanno raccolto buoni feedback dai visitatori.
Albania
Piccola, ma interessante presenza: i bianchi freschi e sapidi sono apprezzati per la loro leggerezza, mentre i rossi risultano più opulenti e adatti a un pubblico esperto.
Austria
Un’ampia selezione di vitigni, ma il Riesling Trocken ha dominato la scena. Gastronomico e stuzzicante, rappresenta al meglio il carattere della regione.
Ungheria
Quest’anno lo stand era organizzato in modalità “self-service”, offrendo ai visitatori la libertà di servirsi da soli. Il Tokaji, protagonista indiscusso, è stato presentato anche in versione secca, affiancato dal Furmint. L’acidità e la sapidità, unite a note fruttate e floreali, hanno garantito il successo.
Moldavia
Ampia gamma di vini, tra cui spiccano le bollicine in metodo classico e gli orange wine, sempre più vicini al livello della Linguadoca. L’ice wine si è rivelato sorprendente: dolce ma equilibrato grazie all’alta acidità. Anche i rossi si distinguono per modernità e gestione impeccabile dei tannini.
Sudafrica
Il Sudafrica ha confermato il successo dello scorso anno con proposte apprezzatissime e una notevole affluenza di visitatori.
Penisola Balcanica
Lo stand più moderno e ricercato, con un’immagine unitaria che ha attratto moltissimi fieristi grazie allo slogan “Wine Vision”. Un vero successo, con un afflusso continuo di visitatori.