I premi, in collaborazione con gli sponsor, sono:
– Altamura Bar dell’anno: Rita, Milano. Fin dai suoi esordi, il Rita, sul Naviglio Grande, si è distinto per la capacità di essere un bar di innovazione: le sue novità sono divenute nel tempo una norma per tutti. Oggi continua a viaggiare con la stessa freschezza e filosofia di sempre, dimostrandosi un punto di riferimento, un esempio per giovani che intraprendono la carriera in questo settore. Ha fatto scuola e continua a farla, mentendo saldi i suoi valori di ospitalità, dedizione, qualità e innovazione.
– Amaro Panorama Bar d’Hotel dell’anno: Igiea Terrazza Bar, Villa Igiea, Palermo. Saper rinnovare è spesso più complesso di costruire ex novo. Un obiettivo che l’Igiea Terrazza Bar ha centrato con grande maestria, mantenendo intatta la magica atmosfera di quella che fu la dimora della famiglia Florio, aggiornando però stile di servizio e proposta. Grazie alla consulenza del “Maestro” Salvatore Calabrese, ed un team giovane e capace, questo cocktail bar rappresenta il fiore all’occhiello di una struttura, Villa Igiea, che fa dell’eccellenza il suo standard.
– Amaro Lucano Bar Manager dell’anno: Gregory Camillò, Jerry Thomas Project Group, Roma. Una crescita costante quella di Gregory Camillò, che, di sfida in sfida, lo ha visto impegnarsi ed imporsi con successo in Italia e all’estero. Grazie alla costante ricerca del miglioramento e al perfezionamento continuo, ha guidato con stile ed eleganza alcuni dei più prestigiosi bar del mondo, da Londra a Singapore. Oggi svolge il ruolo di General Manager del Jerry Thomas Project Group, iconica insegna romana, attestandosi ancora una volta come figura di spicco nel panorama della mixology internazionale.
– Ford’s Best Martini: Nicholas Pinna, Hotel Locarno, Roma. Lontano dai riflettori, in quel gioiello di storia che è l’Hotel Locarno, con i suoi arredi originali degli anni ’20, Nicholas Pinna cura, da più di un decennio, l’anima dei suoi molti avventori con i suoi Martini. Artisti e scrittori, giornalisti e politici, ogni sera, si ritrovano al banco di questo iconico bar o davanti all’elegante camino, per godere del piacere di quello che, più che un cocktail, è un modo di vivere.
– Icona del Bar: Vincenzo Errico, ArteFatto, Forio d’Ischia. Originario della Campania, Vincenzo Errico ha affinato le sue capacità tecniche tra Londra e New York, dominando la scena della night life che conta. Con il suo lavoro ha influenzato bartender di tutto il mondo. Le sue creazioni hanno raggiunto una fama ineguagliabile. Suo è l’Enzoni creato al celebre Milk & Honey, nella Grande Mela, come il Red Hook, variante del classico Manhattan e ispirato al quartiere di Brooklyn, diventato, oggi, un modern classic, preparato in tutti i bar del globo.
– Un Orto al Sal8: Barmacia, Potenza Si tratta di un premio che Bluebazer supporta da alcuni anni. Ideato da Giulio Neri e Federico Diddi, del Sal8 Bar Agricolo, di San Vincenzo, in provincia di Livorno, premia il locale della Guida che meglio interpreta la filosofia di questo particolare locale toscano. I partecipanti trascorrono una intera giornata, che incomincia con il foraging nell’orto del Sal8, imparando a riconoscere e a usare piante, erbe e spezie, che useranno per preparare i drink della serata.
Quest’anno, come detto, la Guida è presente non solo nella versione online, aggiornata a partire dal 1 febbraio, all’indirizzo https://guida.blueblazer.it/, ma anche nelle principali librerie d’Italia, edita da Ultra, gruppo editoriale Lit Edizioni (che comprende anche Castelvecchi, Elliot e Arcana). Il libro, di 416 pagine, è diviso per aree geografiche, tra Nord, Centro e Sud, all’interno delle quali ogni locale, in ordine alfabetico per regione, provincia e città, ha la propria scheda. Un breve testo suggerisce in modo sintetico stile e atmosfera, nonché un cocktail identitario del bar, sia esso un classico o un signature, e tutte le altre informazioni utili per orientare i neofiti e gli indecisi. Oltre alle schede, il libro presenta un’introduzione e una serie di capitoli di approfondimento che analizzano i dati raccolti, offrendo una chiave di lettura sociale e culturale sullo stato di salute del bar italiano “che conta”.
Partendo da un’analisi generale sulla distribuzione dei bar nelle diverse aree del Paese – Nord, Centro e Sud – si scende nel dettaglio con la valutazione di casi specifici degni di nota. Emerge il primato del Lazio, con un’offerta variegata che va dalla vivace scena romana alle realtà emergenti delle periferie, in cui si segnala l’exploit di Rieti; Milano conferma il suo ruolo di capitale storica del bar, mentre la Campania sorprende con un fermento creativo che non si limita più alla sola Napoli, ma si estende a tutto il territorio regionale, segnando un risveglio ricco di idee innovative. “Ho avuto modo di conoscere e osservare da vicino la vera natura di tutte quelle attività commerciali che hanno fatto della miscelazione ricercata e creativa una scelta di vita, professionale e non. Siamo passati da un locale in provincia di Enna che serve le proprie creazioni in un piccolo paesino di quattromila abitanti, alle proposte più avanguardistiche nel centro delle metropoli. Un segnale come altri, che testimonia come la mixology contemporanea, partita quindici anni fa da un nugolo di pionieri che decisero eroicamente di aprire a mezzanotte per rispettare il proprio format, sia diventata un fenomeno di massa. Un’abitudine che abbraccia chiunque abbia voglia di un momento di grazia, in qualsiasi angolo d’Italia”, dichiara il responsabile della Guida, Giovanni Continanza. La Guida si avvale della collaborazione di alcuni tra i principali giornalisti italiani del settore del bar. A ciascuno il compito di monitorare la propria area geografica di appartenenza, in qualità di referente di zona. Un meccanismo che garantisce un radicamento locale e un’attenzione costante, che rendono la Guida uno strumento attendibile e aggiornato. Il criterio principale per la selezione di un locale non riguarda la qualità del cocktail, che rimane certamente un dato fondamentale, ma si concentra soprattutto nell’ospitalità e nel servizio.
“Perché non abbiamo trasformato la Guida in un libro prima? Perché la realtà dei bar è solitamente molto ‘liquida’ e veloce. La carta invecchia e il bar tende a cambiare troppo rapidamente. A queste condizioni si corre il rischio di uscire con un libro già ‘superato’ nei contenuti. Per questo abbiamo sempre evitato di scriverne uno, anche se la tentazione ci è venuta spesso. A distanza di dieci anni, tuttavia, abbiamo maturato, tanto noi quanto l’intero settore del bar, alcune certezze. Oggi abbiamo esempi di stabilità e storia duratura molto più che in passato, quando abbiamo iniziato presentandoci al bancone dei bar come perfetti sconosciuti con un bigliettino da visita in mano. Questo consolidamento è stata la sicurezza che prima ci era venuta meno e ci ha convinti a intraprendere il passo decisivo verso un prodotto editoriale fresco e sempre valido”, ammette Gaetano Massimo Macrì, cofounder della Guida Blueblazer. Unica nel suo genere, da dieci anni, la Guida Blueblazer continua a rappresentare un punto di riferimento per la mixology italiana, di cui sa intercettare tutte le caleidoscopiche identità.