Come ogni anno l’evento Gironi Divini si prepara a essere protagonista ad agosto quando approderà a Tagliacozzo in una veste rinnovata e aperta a tutti, dove le migliori produzioni abruzzesi vengono premiate. A dare inizio all’evento è stata la giuria tecnica che con una maratona durata cinque giorni, in lungo e largo per l’Abruzzo, è andata alla ricerca dei vini più rappresentativi e coinvolgenti dell’anno. Giornate intense, in cui critici, buyer e produttori si sono confrontati, sulle espressioni vinicole delle quattro province. Trecento i vini degustati di ben 75 cantine. I giudici hanno potuto degustare i vini con 4 incontri: il primo al Resort Regis di Turrivalignani (Pe) dove sono stati degustati i vini della sottozona Terre di Casauria. La seconda tappa nella Terra dei Vestini, el cuore dell’Abruzzo, tra le vigne di Montepulciano e Trebbiano, nella bella tenuta della cantina Tre Gemme a Catignano (Pe). La terza tappa alla storica Abbazia di Propezzano (Te) dove sono andati in scena i vini delle Colline Teramane; la quarta ed ultima tappa a Pescara, presso il ristorante Bacone, dove i vini “underground” abruzzesi, piccolissimi produttori artigianali che rappresentano diciamo un altro lato del mondo del vino d’Abruzzo che va oltre quello delle etichette più conosciute e blasonate. Si tratta di un movimento spesso giovane, under 30 e under 40, che produce vini molto particolari. L’obiettivo è cercare di capire quindi se questi vini rappresentano una nuova tendenza nel modo di fare vino in Abruzzo.
“È stata un’esperienza unica sia per i giornalisti e i buyers, sia per i produttori e gli enologi – ha commentato Franco Santini, direttore tecnico dell’evento – ritrovarsi intorno a un tavolo a discutere di trecento vini in un confronto schietto e leale, che ha arricchito veramente tutti e ci ha permesso di riflettere su come si sta muovendo il mondo del vino abruzzese. Archiviata l’anteprima è arrivato il momento di pensare al grande evento di agosto, che riporterà Gironi divini nel centro storico di Tagliacozzo. Tra le mura di palazzo Ducale, nelle tre serate del 17-18-19 agosto, alcuni luoghi ricchi di storia e fascino ospiteranno i banchi dei sommelier che, in un percorso organizzato per vitigni, offriranno in assaggio alcune delle migliori etichette abruzzesi. Non mancheranno stand riservati ad altre eccellenze del territorio, come mieli, oli, salumi e formaggi”.
L’appuntamento è quello con le “Finali di Gironi Divini 2023”. Nei prossimi giorni il lavoro fatto nell’anteprima si tradurrà in una lista di “finalisti”, che saranno questa volta giudicati dal pubblico, sempre durante le tre giornate del 17-18-19 agosto a Tagliacozzo. In questa occasione i vini approvati dalla giuria tecnica saranno divisi per tipologie e presentati nelle postazioni d’assaggio, che saranno allestite nel cortile d’armi e nelle carceri di palazzo Ducale e sulla terrazza della locanda La Parigina. I migliori 10 vini per ogni tipologia (nelle categorie “Trebbiani”, “Pecorini”, “Bianchi Minori”, “Rosati”, “Rossi Giovani”, “Rossi Maturi”) saranno giudicati alla cieca da una giuria “popolare” composta da 40 persone, che aggiungerà il valore edonistico a quello tecnico, decretando i “campioni” di Gironi Divini 2023. Una particolare attenzione è stata riservata al Cerasuolo sul quale si è aperto un interessante dibattito sullo stile e identità del Cerasuolo d’Abruzzo, al di là del valore assoluto dei singoli vini, ad emergere chiaro è stato l’attaccamento dei produttori abruzzesi ad un’interpretazione classica, nel colore e nella “sostanza” gustativa, del loro vino rosato. Le “derive provenzali”, riferendosi a quelle interpretazioni più chiare e scariche, che tanto successo hanno nei mercati internazionali. Dei 70 Cerasuoli provati, solo 3 o 4 si ispiravano alla Provenza (qualcuno ha parlato di “rosé da piscina”), laddove i restanti erano tutti molto inquadrati nel modello di rosato ricco di colore e sapore, a cui le produzioni classiche abruzzesi ci hanno abituato. Probabilmente, il tema del colore riguarda principalmente chi fa grandi numeri, perché tutti gli altri, i “piccoli”, sembrano non curarsene, avendo generalmente hanno già esaurito la produzione. Particolare anche il viaggio nel tempo che ha permesso di vedere le potenzialità del Montepulciano degustando etichette fino al 2000.