Sono giornate complesse dal punto di vista della situazione internazionale. Ma la premier Giorgia Meloni non ha voluto rinunciare alla sua visita al Vinitaly, in occasione della prima giornata nazionale del Made in Italy. E lo ribadisce nel corso del suo intervento durato poco meno di dieci minuti: “Non volevo mancare per ribadire ancora una volta il valore e la centralità che questo governo attribuisce al mondo dell’agricoltura – ha detto la premier – per la capacità e la possibilità di continuare a produrre eccellenze vedendo riconosciuto il giusto prezzo per il lavoro che fanno ogni giorno. L’agricoltura è un pezzo significativo del nostro Made in Italy. Certo, ci sono dei problemi strutturali, come l’aumento del costo delle materie prime, ma chi ha pensato che si potesse difendere la natura non tenendo conto degli agricoltori, non sapeva di cosa stava parlando. Gli agricoltori sono i primi bio-regolatori. E per difendere l’ambiente è fondamentale l’uomo. Chi afferma che bisogna cacciare gli uomini per salvare la terra non sa di cosa parla”.
Poi la Meloni prosegue: “In questo anno e mezzo, il Governo ha fatto un grande lavoro su tema agricolo, come l’aumento delle risorse agricole da 5 a 8 miliardi con la revisione del Pnrr, oppure le battaglie in Europa sulle quali il nostro paese ha avuto il coraggio di porre questioni che poi altri paesi hanno seguito”. Oggi, dunque, la prima giornata nazionale del Made in Italy, istituita con un apposito disegno di legge: “E il nostro governo l’ha voluta fortemente per sostenere il valore che il Made in Italy ha per la nostra economia. Ma anche per il nostro nome. La qualità e la grandezza dei nostri prodotti fanno un pezzo fondamentale di come l’Italia venga vista all’estero”. Per la premier, “attraverso il Made in Italy passa un pezzo fondamentale della nostra identità e del nostro genio. Per questo abbiamo messo risorse per le filiere strategiche, la valorizzazione delle nostre produzioni al femminile, immaginato misure di protezione dalla concorrenza sleale, la contraffazione e l’italian sounding che drenano dal sistema Italia decine di miliardi di euro. Dobbiamo essere implacabili contro chi pensa di poter usare un nome italiano su prodotti che di italiano non hanno nulla”.
Poi la questione del liceo Made in Italy, istituito con la legge quadro del Made in Italy: “Lo abbiamo chiamato apposta “liceo” perché c’è ancora chi pensa che la cultura giusta uno studente l’assimila solo dai licei e non dagli istituti tecnici. Sono felice di incontrare oggi gli studenti, perché loro rappresentano pezzo importante del Made in Italy. Il nostro compito, adesso, è quello di trasmettere questa cultura del Made in Italy alle nuove generazioni. ma i giovani devono crederci. Perché la cultura e l’identità italiana la terrete in piedi voi”.