A Verona il XXXV Seminario Masi a Vinitaly, l’atteso appuntamento organizzato dal Gruppo Tecnico Masi, quest’anno dedicato all’evoluzione del Fojaneghe, fiore all’occhiello della storica cantina trentina Conti Bossi Fedrigotti e primo uvaggio bordolese italiano. La masterclass, intitolata “La contemporaneità del Bordolese di Montagna”, ha ripercorso la storia e l’attualità di questo vino rosso, analizzando come il suo stile sia rimasto un punto di riferimento non solo della vitivinicoltura trentina ma anche per il settore da oltre 60 anni, nonostante i cambiamenti climatici e l’evoluzione dei gusti dei consumatori.
L’evento, moderato da Raffaele Boscaini (Coordinatore Gruppo Tecnico Masi), ha visto la partecipazione di Attilio Scienza, uno dei massimi esperti italiani di viticoltura, che ha esplorato la relazione tra territorio e vitigno nel contesto delle attuali sfide ambientali e di Stefano Quaglierini (Enologo e Wine Communicator) che ha illustrato le strategie per coinvolgere i consumatori di oggi attraverso la complessità del racconto del vino e in un momento a cui assistiamo a netti cambi delle abitudini di consumo. Andrea Dal Cin (Direttore Enologia Masi) e Dante Cavazzani (Responsabile di cantina Conti Bossi Fedrigotti) si sono soffermati poi sugli aspetti tecnici legati alla vinificazione del Fojaneghe e hanno guidato il pubblico durante la degustazione verticale. Gli ospiti infatti hanno avuto l’opportunità di degustare alcune delle annate più rappresentative degli ultimi 30 anni: 1993, 2007, 2011, 2012 e 2016. L’assaggio guidato ha permesso di approfondire il legame tra terroir, tecniche di vinificazione e adattamento alle condizioni climatiche, mettendo in luce come il Fojaneghe sia riuscito a mantenere la sua identità elegante e raffinata, tipica delle alte quote dolomitiche diventando al contempo testimone di una tradizione secolare e simbolo di innovazione per le sfide del futuro.
“Nato dalla visione della famiglia Bossi Fedrigotti, una delle più antiche dinastie vinicole del Trentino, attiva dal 1697 e, grazie all’intuizione del Conte Federico, pioniera nell’introduzione dell’uvaggio bordolese in Italia nel 1961, il Fojaneghe continua oggi a esprimere il suo prestigio – ha sottolineato Raffaele Boscaini – Il Fojaneghe è la prova che un grande terroir può preservare la propria essenza pur evolvendo nel tempo. Il XXXV Seminario Masi ha confermato il valore di questa icona dell’enologia trentina e il suo ruolo nella scena vitivinicola contemporanea. La missione di Masi e del suo Gruppo Tecnico è custodire e aggiornare la tradizione, offrendo al consumatore un vino moderno, in sintonia con i tempi”.