“Il Cous Cous Fest è una straordinaria iniziativa che valorizza i nostri prodotti dell’agroalimentare e l’identità unica del made in Italy di cui non possiamo che essere fieri”. Lo ha detto il ministro all’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, intervenendo alla Convention Cia della Sicilia Occidentale che questa mattina ha aperto la 27\esima edizione del Cous Cous Fest, il festival internazionale dell’integrazione culturale organizzato dall’agenzia Feedback in partnership con il Comune di San Vito lo Capo che si svolgerà fino a domenica 29 settembre a San Vito Lo Capo. “E’ un bel segnale che oggi, nei due estremi geografici della Sicilia – ha continuato il ministro – si svolgano due eventi così importanti che mettono in collegamento diverse culture come il Cous Cous Fest e il G7 dell’agricoltura e della pesca a Siracusa. La Sicilia è il ponte e luogo ideale per questo dialogo che crea connessioni, positività, scambi all’insegna di una sostenibilità ambientale e sociale che si dovrebbe riflettere in quella economica per i nostri agricoltori che “scolpiscono” l’ambiente ma lo proteggono anche dagli effetti dei cambiamenti climatici. Il cous cous, piatto simbolo della dieta mediterranea ma anche una delle eccellenze dell’agroalimentare italiano, sbarcherà al G7 dove verrà fatto degustare a tutti i ministri in una ricetta proposta dallo chef Filippo La Mantia che farà conoscere il sapore e il valore di questo piatto”.
All’apertura del festival, quest’anno all’insegna dello slogan Grains of peace (Grani di pace) che ribadirà, anche quest’anno, il messaggio di pace e unione tra i popoli che da sempre è il cardine della manifestazione, ha partecipato il sindaco di San Vito Lo Capo, Francesco La Sala che ha sottolineato come l’evento non sia soltanto un appuntamento gastronomico ma un vero e proprio festival che unisce cultura e formazione e che rappresenta anche un momento di grande slancio per le attività economiche”. “A San Vito Lo Capo da 27 anni – ha continuato Marcello Orlando, amministratore unico di Feedback, società organizzatrice della rassegna – celebriamo l’integrazione culturale, la cultura dell’accoglienza e l’alterità attraverso un piatto che coinvolge tutta la filiera agroalimentare e che è stato riconosciuto patrimonio immateriale dell’Unesco”.
“Inauguriamo il Cous Cous Fest con la seconda edizione del Cia meeting che quest’anno sarà incentrata sul tema dell’Intelligenza artificiale e della Dop Economy – ha detto Camillo Pugliesi, presidente della Cia Sicilia Occidentale. – Nonostante la stagione agricola sia stata molto pesante abbiamo pensato di confermare questo appuntamento in segno di supporto ad un settore che si appresta a vivere una transizione digitale epocale, una sfida decisiva relativa alla sostenibilità ambientale e produttiva connessa alle persone, fornendo nuovi metodi che possono radicalmente trasformare il lavoro agricolo. Tale cambiamento epocale non può certo lasciarci indifferenti; in Italia l’Agrifood tech sta sempre più prendendo quota e su questo vogliamo confrontarci ed interrogarci, coinvolgendo i reali protagonisti della Dop economy, creando nuove consapevolezze sugli strumenti a disposizione”.
Al Cia meeting hanno partecipato esperti delle istituzioni europee, nazionali e regionali, consorzi di tutela, ricercatori e studiosi, insieme a partner privati di alto profilo, leader nel settore tra cui l’europarlamentare Brando Benifei, relatore del regolamento sull’Intelligenza Artificiale (AI Act), del direttore del Parlamento europeo in Italia, Carlo Corazza (in collegamento), di Massimo Pronio, Responsabile comunicazione – Rappresentanza in Italia della Commissione Europea e di Dario Cartabellotta, dirigente generale dell’Assessorato regionale Agricoltura. Roberta Garibaldi, docente di tourism management all’Università di Bergamo ha parlato del festival come una “best practice italiana”. “Gli arrivi nella cittadina dal 2006 al 2021 – ha sottolineato – sono cresciuti del 55 per cento mentre le presenze, nello stesso periodo, sono aumentare del 20 per cento. Parallelamente si è registrata una forte crescita, del +29%, delle strutture alberghiere e del +403% di quelle extra-alberghiere, passate da 40 a 209. Tutto questo ha avuto un forte impatto sul valore degli immobili e ha portato San Vito Lo Capo a rientrare tra i Comuni a forte vocazione marittima/balneare e ad ottenere il massimo dei punteggi Istat per gli indici turistici”.