Mancano pochi giorni all’avvio del Festival “Franciacorta in Cantina”, in programma il 16 e 17 settembre. Porte aperte in oltre 60 cantine e 170 eventi in programma distribuiti in 19 comuni. Tra le iniziative proposte ci sono anche visite in cantina con degustazione, pic-nic nelle vigne e degustazioni di Franciacorta di annata. Numerosi anche gli itinerari gastronomici proposti dai ristoratori franciacortini, a base di prodotti tipici del territorio. Dal talk di ieri mattina “Terra, le radici della cultura” a Milano, promosso dal Consorzio Franciacorta, destination partner della Guida Michelin Italia da tre anni, è emerso che la presentazione della Guida Michelin 2024 si terrà il 14 novembre presso il Teatro Grande di Brescia>, occasione nella quale sarà rivelato anche il vincitore del premio speciale Michelin Sommelier 2024, offerto dal Consorzio Franciacorta. La decisione di puntare sulla Leonessa è stata spiegata dalla scelta di Bergamo Brescia 2023 Capitale italiana della cultura, per la prima volta due città con importanti tradizioni enogastronomiche.
Cibo e cultura
L’evento milanese ha visto al centro un dibattito sull’importanza di cibo e vino come elementi chiave della cultura italiana, che affondano le proprie radici nel territorio e ne esprimono ideali, identità e stili di vita. Hanno partecipato diversi chef stellati, il presidente del Consorzio Franciacorta Silvano Bresciani e Matteo Zoppas, presidente di Ice. “La presentazione della nuova Guida Michelin a Brescia – ha detto Brescianini – vuole ribadire l’importanza di questa città nel panorama enogastronomico nazionale e globale. Queste sono aree da sempre molto frequentate dal punto di vista turistico perché i viaggiatori non trovano solo una ricca varietà di paesaggi – dai laghi alle colline, passando per pianure e montagne – ma anche sapori autentici legati all’enogastronomia locale”.
Dal suo canto, Marco Do, direttore comunicazione di Michelin Italia, ha detto che “la Guida Michelin mantiene immutata la sua missione: accompagnare il viaggiatore rendendo la sua esperienza sempre migliore. Per questo gli ispettori della Guida Michelin (pagati dalla guida e quindi indipendenti) percorrono in incognito e senza preavviso il territorio alla ricerca delle migliori proposte gastronomiche da consigliare ai viaggiatori”. Do ha pure sottolineato che solo il 10% dei ristoranti in Guida si riferisce a ristoranti stellati.
Stelle in primo piano
L’importanza di avere un briciolo di follia in questo mestiere è stato il messaggio di Carlo Cracco. Ha raccontato la scelta del ristorante in Galleria a Milano: “Dopo 20 anni che lavoravamo sotto terra (nell’altro ristorante di via Victor Hugo, a Milano ndr), cercavo qualcosa di diverso, ma in centro. Difficilissimo. Ho fatto questa scelta in un momento di serenità. Poi è arrivata la follia”. Peraltro Cracco, Berton e Oldani sono stati dei Marchesi boys, avendo iniziato a lavorare all’Albereta di Erbusco, in Franciacorta. Davide Oldani, sostenitore della stagionalità dei prodotti, ha ammesso di essersi aperto a un concerto di modernità, che include anche “la coltivazione idroponica e aeroponica”. Ha poi sottolineato l’importanza del “tornare a un concetto di human sustainability, con una gestione corretta dell’ambiente ma anche del capitale umano”. Enrico Bartolini (12 stelle collezionate) ha posto l’accento sul compito degli chef. Oltre al saper cucinare, devono “essere ambasciatori e persone per bene. Nel concetto del buon servizio c’è anche l’accogliere i ragazzi più giovani e rassicurarli sul futuro”. L’importanza delle tradizioni è stato invece il focus di Andrea Berton, che ha rilanciato nella sua cucina il “brodo”. haHa spiegato “che le tradizioni racchiudono la conoscenza per sviluppare concetti diretti verso il futuro”. Enrico Cerea ha posto l’attenzione sulla fortuna che hanno gli chef che lavorano in Italia: , spiegando che “Ssiamo proprio nati nel paese giusto, dove, a volte, anche » e a volte anche i clienti diventano amici”.