È stata l’edizione dei record. E anche quella che, se fosse necessario, ha certificato – con il colpo d’occhio di un gigantesco cooking show d’eccellenza sotto le stelle – lo stato di grazia della ristorazione e della pasticceria d’autore in Sicilia. Il “Doniamoci: Fundraising dinner”, evento charity alla settima edizione, va in archivio consegnando alla ricerca per la fibrosi cistica ben 180mila 250 euro che stupiscono prima di tutto il presidente della Fondazione Fibrosi Cistica, Matteo Marzotto e serviranno a dare linfa e speranza vitale ai progetti internazionali avviati per fornire una risposta a quei malati (in Italia, 1 su 3) che sono ancora orfani di terapia. Più di mille persone hanno risposto all’appello del dinner gala che nei giorni scorsi ha riunito al Radice Pura di Giarre 70 chef, coordinati da Seby Sorbello, con il supporto di Pietro e Vincenzo La Torre (La Torre Catering) e di Squiseating, di Domenico Colonnetta e Francesco Patti, patron del Ristorante Coria.
A vestire la toque blache, tra le palme e la flora mediterranea del regno verde della famiglia Faro, c’erano, tra gli altri, diversi nomi stellati: Vincenzo Candiano di Locanda Don Serafino, Martina Caruso del Signum, Massimo Mantarro del Principe Cerami, Giuseppe Raciti di Zash, Giovanni Santoro di Shalai. Non da meno, con punte di assoluta maestria sia nel food design che nell’accostamento, spesso ardito, degli ingredienti, sono stati Simone Strano, Giuseppe Foti, Giuseppe Geraci, Giuseppe Torrisi, Alfio Visalli, Maurizio Urso, Paolo Romeo, Piergiorgio Alecci, Elia Russo, Rosaria Maio, Enrico Lavernier, Filippo Realforte, Raffaele Ardita, Riccardo Laganà, Giacomo Caravello. Assieme all’alta ristorazione, schierati anche pizzaioli – ormai alchimisti di farine e lieviti -, le firme siciliane dello street food, il sushi chef, che hanno spaziato dalla tradizione mediterranea alla fusion più avanzata, mettendo a dura prova il pairing perfetto cibo/vino. Ma la ricchezza delle spumantiere, rifornite dalle 22 cantine partecipanti, e la professionalità dei sommelier Ais, guidati dalla vicepresidente regionale Maria Grazia Barbagallo, hanno fatto la differenza e alla fine ogni piatto ha avuto il suo vino, con le bollicine siciliane a far sempre più da padrone.
Il risultato finale – stellare, anche numericamente – conta ben 21mila portate, in un andirivieni da timelapse di personale di sala alle prese con cataste infinite di piatti, centinaia di bottiglie stappate, migliaia di calici. Dai giardini – che luccicano di piccole lampadine che pare si arrampichino sugli alberi ad alto fusto e di mises di abbagliante scintillìo delle signore – fino alla enorme sala che brulica di pastry chef, il passo è breve, anzi, fulmineo. Qui si ricomincia con il valzer di piatti ,ma cambia il filo conduttore, ad altissimo tasso glicemico, che solo distillati e sigari – molto apprezzati – di un corner ad hoc riescono a domare, facendo però crescere la temperatura alcolemica che induce qualcuno a sognare di appropriarsi, per tornare a casa, di una delle Porsche in vetrina sul prato. Non era facile, ma il Fundraising dinner, ideato dall’imprenditore Claudio Miceli e ormai divenuto uno degli appuntamenti di charity più importanti a livello nazionale, è stato impeccabile. Una scommessa vinta grazie al lavoro di squadra, all’opera generosa dei consulenti scientifici che affiancano l’organizzazione, ai sostenitori del mondo dell’impresa e della comunicazione, e agli artisti che hanno animato la parte musicale della serata, con in testa lo special guest di quest’anno, Mario Biondi, che nella sua Catania è tornato apposta perché non mancasse il suo contributo.