Grande presenza al padiglione internazionale del Vinitaly 2024. C’erano i produttori e i paesi storici ovviamente, ma anche i più importanti produttori “emergenti”. Tendenza alle bollicine un po’ ovunque (sempre di alto livello la Francia, anche nelle denominazioni “minori” blanquette se limoux, cremant se bourgogne, che nei classici e imperdibili champagne); sorprendente il Brasile che ha dimostrato di saperci fare con il metodo classico in diverse declinazioni sia Brut che Rosé. Da tutte le bottiglie provate è emerso carattere: bollicine avvolgenti ed eleganti e arricchite da una piacevole nota esotica.
Di grande tendenza gli Orange. Altissimo il livello della Georgia (patria di questo stile di vinificazione). Questi vini, grazie a un felice connubio tra tradizione e modernità, hanno raggiunto un’ampiezza ed eleganza importante. Da una parte c’è l’anfora della tradizione, dall’altra gestioni di cantina a temperature controllate che garantiscono schiettezza ai vini senza il “fastidioso” intervento della chimica. Grandissimo spazio alla Slovenia che ha saputo dimostrare coerenza di stile probabilmente grazie a un territorio “di carattere” ma anche diversità e tipicità dei produttori alcuni dei quali hanno abbracciato la filosofia al della coltivazione biodinamica anch’essa sempre più ricercata. Grande affluenza agli stand della Grecia; i responsabili, in controtendenza, hanno deciso di non raccontare questo territorio con storie, parole e miti, ma si sono affidati al vino. Lo spazio, infatti, era totalmente “fai-da-te”: gli avventori, in totale autonomia, possono gestire calici e vino. Ci si può concentrare esclusivamente sul vino senza distrazioni e rendersi conto che i produttori greci hanno deciso di uniformarsi agli stili europei più di successo con vini meno alcolici attenti alle caratteristiche dei vitigni. Particolarmente interessanti malvasie e moscati che hanno brillato in aromaticità ed equilibrio. Anche i rossi hanno fatto la loro figura nonostante la complessità, ancora non risolta del tutto, di far ben integrare i tannini. Ungheria, Armenia e Sudafrica hanno confermato la qualità, ormai indiscussa, che continua a essere consolidata da sorsi di alto livello.
Piccolo spazio anche ai distillati, dal Cognac al Rum.