Anche se con risultati nel complesso differenti, la degustazione dei vini rossi a Campania Stories 2024 segue il trend evidenziato lo scorso anno con una vera e propria dicotomia fra tipologie che vanno sempre più verso eleganza e suadenza e denominazioni che non riescono a staccarsi da modelli che appaiono ancora di difficile approccio, ancor più alla luce delle tendenze odierne, rivolte alla leggerezza e alla bevibilità (leggi qui l’articolo sui vini bianchi>). I Taurasi faticano a trovare i giusti equilibri a fronte di una materia prima che ha tanto di tutto: colore, struttura, potenza, tannini. Un insieme sicuramente non facile da dominare. Il clima sempre più caldo non ha favorito il lavoro dei produttori: forse c’è qualcosa da rivedere nella gestione delle viti, nell’epoca di vendemmia, così come in cantina nelle estrazioni che a volte sembrano un po’ troppo spinte. Va detto, comunque, che si sono ridotti molto i casi in cui ci trovavamo di fronte a maturazioni eccessive, evoluzioni troppo spinte e durezze tanniche. Gli Irpinia Aglianico o gli Irpinia Campi Taurasini appaiono più leggibili, espressivi, dimostrando comunque la pregevolezza di un territorio che può essere interpretato in diversi modi. A nostro parere, però, tutto questo non vuol dire che bisogna rinnegare la tradizione, ma al contrario, cercare di mantenerla, magari semplicemente limando gli eccessi alla ricerca di un equilibrio migliore. Non è affatto facile, lo sappiamo, ma è proprio questa la sfida per il futuro dell’Aglianico, sia in Irpinia che nel Beneventano.
Al di là delle considerazioni generali, non mancano mai le aziende che lavorano bene e propongono ottima qualità. Sulla cresta dell’onda, invece, il Piedirosso, soprattutto nei Campi Flegrei. Pur costatando che, probabilmente, i vini non raggiungono i livelli di quelli assaggiati nella scorsa edizione di Campania Stories (siamo abbastanza convinti che le caratteristiche delle differenti annate proposte siano state determinanti), nei calici troviamo eleganza, freschezza e gentilezza espressiva, senza trascurare la forza aromatica che si arricchisce di una vivida mineralità. C’è territorio, personalità, piacevolezza e facilità di beva, tutti elementi che rendono i vini a base di Piedirosso “vincenti” perchè identitari e nello stesso tempo vicini al gusto attuale. Infine i rossi del Casertano (Casavecchia e Pallagrello Nero), della Costa d’Amalfi, del Cilento e di altre aree, che offrono una varietà non comune ad altre regioni e fra i quali sempre più spesso troviamo interessanti sorprese.