Il 29 settembre dalle 10 alle 18 torna a Modena l’edizione 2024 di Acetaie Aperte la storica manifestazione, che ogni anno richiama migliaia di appassionati per conoscere meglio l’Aceto Balsamico di Modena IGP e l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP.
“Quest’anno, con oltre 40 aziende coinvolte – ha dichiarato Enrico Corsini, presidente del Consorzio Aceto Balsamico Tradizionale di Modena e del consorzio di secondo livello “Terre del Balsamico – Acetaie Aperte si presenta come una delle edizioni più ricche e partecipate di sempre. Questo successo si inserisce nel crescente interesse per il turismo enogastronomico, che porta un contributo fondamentale allo sviluppo economico del nostro territorio. Siamo al centro di un’area tradizionalmente vocata al food, e questa manifestazione permette di far conoscere in modo sistematico la nostra eccellenza a chi cerca esperienze enogastronomiche di alto livello. Acetaie Aperte sarà un’occasione per educare i consumatori a riconoscere i prodotti autentici e apprezzare il patrimonio storico e culturale legato all’aceto balsamico. Questo ci aiuta a combattere le imitazioni e a promuovere una cultura gastronomica più consapevole”.
“Il turismo enogastronomico sul territorio è cresciuto – spiega Mariangela Grosoli, presidente del Consorzio Tutela Aceto Balsamico di Modena – ed Acetaie Aperte è per noi produttori un’occasione da non perdere per promuovere la nostra eccellenza. Conoscere un prodotto nella sua terra di origine, sentendoselo raccontare direttamente dalla viva voce dei produttori nei luoghi di produzione conferisce un valore aggiuntivo in termini di attrattività e soprattutto di autenticità e tradizione. Dietro ad ogni bottiglia di Aceto Balsamico di Modena, sia esso DOP o IGP, c’è molto spesso la storia di una famiglia che si tramanda di generazione in generazione segreti e strumenti ed è proprio questa autenticità a richiamare ogni anno migliaia di appassionati. C’è sempre più “sete” di esperienze da vivere sul campo in prima persona per comprendere a pieno il valore storico ed economico del nostro prodotto”.
Momenti di degustazione e visite guidate a fare da fil rouge per la maggior parte delle acetaie, che possono accompagnarsi a show cooking, percorsi sensoriali – che partono dal vigneto per arrivare ai locali di produzione attraversando tutte le fasi del processo, dalla bollitura del mosto alle sale di affinamento e invecchiamento – ma anche intrattenimenti, quiz e iniziative collaterali organizzate singolarmente nelle varie acetaie.
L’Aceto Balsamico di Modena IGP ha una produzione annua di circa 90 milioni di litri e un miliardo di euro di valore al consumo con una quota export del 92% in oltre 130 Paesi di tutto il mondo, dato che lo posiziona come il primo prodotto IGP italiano per esportazioni; tra gli altri numeri del comparto dell’Aceto Balsamico di Modena, 2400 aziende agricole certificate, con una superficie vitata di oltre 14.000 ettari, 92 produttori di mosto e aceto di vino e 61 acetaie.
L’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP – la cui produzione per le storiche e artigianali procedure è limitatissima,– ha raggiunto quota 15 mila litri ed una stima del giro d’affari di circa 8 milioni di euro, con una quota export del 70% circa in particolare verso USA, Francia, Germania, Giappone. Attualmente i produttori sono circa 220, che nel 2023 hanno portato l’offerta a 145 mila bottigliette, di cui 100mila di prodotto invecchiato 12 anni e 45mila di prodotto Extra Vecchio di almeno 25 anni.