Una ristorazione di alta qualità nel cuore di Trapani, l’Osteria il Moro – anno dopo anno – si conferma tappa fissa per chi visita la provincia trapanese. Un ristorante con un’attenzione al dettaglio che lo rende un posto magico. Una location intima che accoglie l’ospite sin dal primo momento in cui varca la porta d’ingresso. In cucina Nicola Bandi crea piatti innovativi ispirandosi alla propria terra e alla cultura gastronomica siciliana, da cui però mette quel guizzo di innovazione che li rende unici. In cantina ad accompagnare il visitatore lungo un percorso di degustazione c’è la bravura del sommelier Enzo Bandi, fratello di Nicola e appassionato intenditore di vini con cui è impossibile non scambiare quattro chiacchiere sul vino. Dai suoi occhi traspare l’amore per la ristorazione e la passione per il vino. La cantina è frutto di un’attenta selezione di vini, con oltre 300 referenze e moltissime proposte regionali, di cui lo stesso Enzo si occupa curando gli abbinamenti e raccontando ciò che ogni etichetta può regalare.
L’Osteria Il Moro figura da due anni nella Guida Michelin ed è stata inserita nella guida del Gambero Rosso, in quella di Identità Golose e nel Golosario di Paolo Massobrio. Riconoscimenti più che meritati che dimostrano una cucina attenta alle varie tipologie di cliente. Quattro i menù di degustazione: uno vegetariano in quattro portate, uno concentrato sul ricordo con “Vi racconto la mia Trapani” in quattro portate, e poi una proposta di pesce “Tuffo nel mediterraneo” o una proposta di carne “Terra d’origine” in sei portate. Iniziamo il pranzo con un’entrée di benvenuto il cui nome evoca lo street food per eccellenza del trapanese, ovvero il pane “cunzatu”. Qui l’idea stessa del piatto tipicamente estivo dei vacanzieri si trasforma in un’entrée che scorpora gli elementi e li trasforma in tre prove di assaggio: il pomodoro, la caponata “nascosta” in un cioccolatino e l’oliva liquida.
Gli antipasti sono frutto della continua ricerca di antiche ricette. Il broccolo “arriminato” alla palermitana a cui viene aggiunto il gambero della zona. Palermo e Trapani si incontrano grazie al soffice cavolfiore arricchito con salsa di uvetta, salsa di zafferano e kefir, a cui si aggiunge la tradizione trapanese con il gambero in una bisque e croccante di pane. L’altro antipasto è da godere con tutti i sensi. Alla vista nel momento in cui si apre la campana di vetro, con il naso per i profumi che sprigiona, al tatto per la croccantezza e infine, con il gusto al momento dell’assaggio. Carciofo alla carbonella con aglio, formaggio ragusano e spezie è l’esatto ricordo delle scampagnate primaverili, dove si alternano gli odori della carne alla griglia con i profumi degli ultimi carciofi ormai maturi. L’odore della carbonella ancora accesa è un ricordo vivido che si presenta nello stesso momento in cui si degusta il piatto.
Tra i primi piatti siamo stati colpiti dalle Frascatole in brodo di astice, salsa di mandorle, olio al basilico e limone fermentato. Questo piatto nasce da un’antica tradizione del trapanese, che secondo la narrazione tramandata sino ad oggi sarebbe nato dall’errore nell’incocciatura del cous cous. Ecco perché per molti le frascatole sono una sorta di “cous cous sbagliato”. Nicola in cucina ha perfezionato questa ricetta aggiungendo l’astice accompagnato da una salsa di mandorla e il limone fermentato, una novità che spinge in alto il piatto per aumentare acidità e sapidità del piatto rendendolo talaltro molto profumato. Altro primo e altro ricordo è il Pane e cipolla, ovvero piccoli gnocchi di pane e riso in brodo di cipolle con l’aggiunta di pecorino e cipolla in agrodolce. Anche in questo caso si gioca tra ricordo e innovazione, tra sperimentazione e tradizione. Il nome del piatto è poi il ricordo tipico del pranzo dei contadini che prima di tornare al lavorare nei campi mangiavano pane e cipolla come pasto frugale.
Come secondi piatti è da provare la Triglia alla trapanese. Una triglia in acqua di pesto trapanese, olio al basilico, finocchio di mare, maionese agli agrumi e mandorle. La presentazione del piatto con la triglia adagiata sul piatto come se stesse nuotando in mare rimanda ad un’attenzione al particolare che mostra lo studio, la ricerca e l’impegno in cucina. Segnaliamo anche la proposta di carne con il Filetto al Marsala rubino accompagnato da spezie ed erbette di campo. Ancora pesce con un’altra alternativa proposta dallo chef Bandi e inserito nel menù “Vi racconto la mia Trapani”: lo Sgombro lardiato in olio cottura, crema all’aglio, croccante al nero di seppia, pomodoro in agrodolce.
Si chiude con Giardino d’inverno, il dolce proposto per rinfrescare il palato. Un babà infuso agli agrumi con sorbetto di mandarino fiori di arancio coulis di pompelmo e menta, vinaigrette di agrumi e olio d’oliva. Lo chef Nicola da qualche anno si è dilettato anche con i lievitati, una piccola produzione di panettoni artigianali che vanno a ruba.
Osteria Il Moro
Via Garibaldi, 86 – Trapani
T. 0923 23194
www.osteriailmoro.it
Sempre aperto
Ferie: variabili, ma in inverno
Carte di credito: tutte
Parcheggio: no