(Fabio Targhetta)
di Marco Sciarrini
Quando si parla di rifugi di montagna e della loro cucina non sempre l’immaginario collettivo porta a pensare a cucine raffinate ed ambienti eleganti.
Nel nostro viaggio nella Val Badia abbiamo visitato a Corvara il rifugio di Col Alt. Posto a 2.000 metri direttamente sulle piste da sci, è un posto storico perché oltre ad essere la montagna degli abitanti della Valle è stato il primo impianto di risalita registrato in Italia nel 1947, da seggiovia ad un posto all’attuale e moderna cabinovia a 8 posti. Il primo nucleo del rifugio nasce nel 1938 e già si poteva mangiare e negli anni ha sempre avuto un’evoluzione, dice Fabio Targhetta gestore del rifugio, la cui proprietà è delle Sciovie Ladinia. “Da quando sono entrato nel 1998 ho avuto un’idea ben precisa – dice Targhetta – venendo dalla ristorazione di qualità volevo riproporre una cucina di alta qualità anche sulle piste da sci. Già dai primi anni ho avuto molto riscontro da parte del pubblico su questa mia idea e dieci anni fa insieme allo chef Enrico Vespani, proveniente dal Carpaccio di Parigi e dalle esperienze di quattro stagioni nella cucina dello chef stellato Norbert Niederkofler al ristorante St.Hubertus e quelle sarde del Billionaire e poi de Il Pepero che come scelta di vita ha deciso di fermarsi qui, abbiamo deciso di affrontare insieme questa avventura. Abbiamo iniziato anche a partecipare alle iniziative gourmet degli altri rifugi, ma decidemmo poi per una scelta di politica aziendale di proporre una cucina che fosse unica nel suo genere, cercando di seguire il successo culinario che Cortina e la Val Gardena stavano riscuotendo proponendo anche noi qualcosa di diverso”.
(Enrico Vespani)
La struttura è organizzata su due livelli. Al piano superiore il bar e terrazza con solarium, il piano terra è ristorante, con un’ampia veranda che permette di godere il fantastico panorama dal Sasso Croce al Sassongher fino alla Marmolada, e dalla terrazza anche d’inverno nelle giornate di sole la vista mozzafiato a 360°. I vini proposti sono piccole aziende ma di qualità, “senza nulla togliere alla Cantine Sociali che in Alto Adige hanno un peso specifico rilevante”,dice Fabio. Ampia la selezioni di vini italiani ed esteri con una predominanza di quelli Altoatesini e una selezioni di bollicine italiche ma anche di molte etichette prestigiose francesi. Una nota che ci ha molto colpiti è che in tutte le carte dei vini il tallone di Achille è quello della rappresentanza dei vini del sud in particolare della Sicilia, qui abbiamo trovato dal Nerello Mascalese al Frappato, sorprendente, così come l’Olio al tavolo, una tonda iblea mono cultivar di Chiaramonte Gulfi (RG) GretaSofia, che sta a rappresentare il trait d'union tra Alpi e Mediterraneo.
(La terrazza)
“Le presenze nel nostro ristorante per la metà sono italiani, un 30% di europei con in testa i tedeschi, ma anche molti inglesi, il resto anche dei paesi asiatici – afferma Targhetta – Una cosa molto interessante è che gli stranieri vengono già con delle idee precise su cosa vogliono mangiare e siamo piacevolmente sorpresi dall’apprezzamento che gli ospiti hanno verso il servizio del personale di sala a cui noi teniamo. Molto richiesto è uno spaghetto che abbiamo messo nel nostro menù già da qualche tempo, la pasta è la Felicetti con un condimento di salsiccia che viene sgrassata completamente, con aggiunta di puntarelle crude alla fine con delle briciole del pane di segale. Abbiamo proposto, unici nel comprensorio, un Cheesburger di capriolo con formaggio di montagna che ancora oggi va parecchio. E siamo stati tra i primi a proporre l’aperitivo di bollicine ed ostriche, che ancora facciamo nel nostro “Oyster Corner”, ed il fatto di essere recensiti sulle migliori guide è un motivo di orgoglio”.
(Cheesburger di capriolo)
Il ristorante da quest’anno è plastic free al 98%,. “Il problema della sostenibilità è un argomento che ci coinvolge molto, ed in particolare farlo a duemila metri ha un significato maggiore – spiega Fabio – Per l’energia elettrica siamo serviti dalla società Alperia fornitore dell’Alto Adige con corrente proveniente da energie rinnovabili”. Molte sono le cene, dove gli ospiti vengono portati dalla comoda cabinovia che porta direttamente al ristorante, oppure c’è la possibilità con il gatto delle nevi di farsi trasportare fino a 2000 metri. Suggestivo anche il rientro, per chi vuole, con gli sci ai piedi con la pista appena battuta e con l’illuminazione del gatto delle nevi.
Col Alt Rifugio
Strada Col Alt, 1 – Corvara In Badia (Bz)
T. 0471 836324
info@rifugiocolalt.it
www.rifugiocolalt.com
Apertura secondo gli orari delle piste
Carte di credito: Tutte tranne diners