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Una reunion ha cambiato la vita di tre amici: Ménage, il locale di Catania che entra in Guida Michelin due mesi dopo l’apertura

09 Novembre 2024
I tre soci di Ménage: da sinistra Michele Smantello, Luigi Sutera e Giorgio Carlisi. Credits: LaCookAgency I tre soci di Ménage: da sinistra Michele Smantello, Luigi Sutera e Giorgio Carlisi. Credits: LaCookAgency

Tre, un numero perfetto. Per la scuola pitagorica, come per la teoria dei numeri che lo raffigura come un triangolo. E c’è da credere che ci abbiano pensato, i tre protagonisti di questa storia, quando hanno deciso di chiamare Ménage la loro avventura di ristorazione e convivialità. 

Ménage, come routine domestica, convivenza collaudata. Che qui non ha connotazioni amorose ma di cuore – inteso come passione – sì. Perché il ménage à trois di Michele Smantello, Luigi Sutera e Giorgio Carlisi, amici di tutta una vita e oggi soci in affari, è triangolo di eccellenti competenze che mette assieme, in una geometria di perfetta integrazione, uno chef, un sommelier e un bartender, giovanissimi, per dar vita al nuovo locale glamour del centro storico di Catania che gioca le sue carte, prima di tutto, sui piaceri della carne. 

Niente di pruriginoso, come suggerirebbero invece le forme voluttuose e i veli impalpabili delle ninfe che danzano sugli affreschi originali degli anni 30, nel bellissimo lounge Liberty al primo piano che è il regno di Luigi Sutera, perché basta dare una occhiata alla moderna cucina che affida alla brace il posto d’onore per fugare il sensuale sospetto e svelare il cuore ardente di Menage. Qui infatti più – o oltre – che fine dining si fa soprattutto fire dining. 

Dalla Costata Limousine frollata alla Holstein Bavarese, dall’Angus Irlandese alla Picanha Limousine, il menù alla brace è il punto di forza della carta – fatta di scelte coraggiose quanto originali – messa a punto dallo chef Giorgio Carlisi che, una volta la settimana, torna nell’entroterra siciliano, tra le fattorie di piccoli produttori e gli allevamenti di bovini delle terre di confine tra Enna e Caltanissetta “per scegliere personalmente gli animali che, una volta macellati, saranno materia prima” dei suoi piatti. Teorico del quinto quarto – “non si butta niente, nemmeno le ossa”, Carlisi in cucina passa dalla teoria alla pratica già con la “Lingua di vitello laccata, salsa verde e susine”, uno dei piatti più apprezzati della cena-evento con cui i tre talentuosi soci di Ménage hanno festeggiato, qualche giorno fa, l’inserimento della loro creatura nella Guida Michelin, primo ambizioso traguardo dal taglio del nastro inaugurale, a metà settembre. Dopo l’ouverture con l’Uovo Nero Barzotto, accompagnato da una spuma di parmigiano e piselli al limone, in un percorso giocato su ardite ma apprezzate punte di raffinata acidità, arriva il Risotto alle Erbe Fini con barbabietola e olio alla cicoria. Solo una pausa vegetariana, poi di nuovo il trionfo della carne, con la Punta di Petto in salsa Teriyaki, piatto signature del menu degustazione, che per il rendez vous con la stampa ha attinto alle etichette di Cantina Serafica, celebrando nel calice l’Etna e la straordinaria versatilità di Nerello e Carricante, dall’Etna bianco Grotta della Neve all’iconico Verdante Sud macerato, fino all’intenso Etna rosso Grotta del Gelo. 

E se la doppia vita (in cucina) di Carlisi, che ha fatto tesoro del lungo periodo di alta formazione pasticcera all’Alma, emerge nella deliziosa ma ammaliante semplicità del Tiramisù, l’ultima cartuccia a tavola la spara il bar manager Luigi Sutera che dalle alchimie dei signature mixology, a lungo shakerati nel suo periodo catalano, plana sul meditativo Zacapa riserva per un finale che si intona perfettamente con il giallo ambrato degli ambienti. 

Dei tre amici –  volati via prestissimo da Nicosia, in cerca di esperienze internazionali a Londra e in Australia (Smantello), a Milano e Saint Tropez (Carlisi) a Barcellona (Sutera) – è proprio quest’ultimo a insistere per una “reunion” che diventa svolta di vita. Telefonate e incontri, nel baretto a Nicosia che li aveva visti adolescenti prima dell’addio al paese, perché “cu nesci arrinesci”, come si dice da queste parti. “Ma noi volevamo tornare – sorridono – per fare qualcosa di bello nella nostra terra, per investire in quest’Isola, perché il futuro è qui”. Sutera continua a telefonare agli altri due, insiste per andare a vedere un vecchio ma famoso locale nel cuore di Catania, finito nella tristezza di un “affittasi” che penzola all’entrata. Un tuffo al cuore, quando l’agente immobiliare srotola la catena di ferro che avvolge il cancello d’ingresso di “Turi Finocchiaro”, tra i primi ristoranti della città, ritrovo storico per scrittori, musicisti e bohèmien o appuntamento tradizionale del dopoteatro. Quel palazzo nascosto e abbandonato, a due passi dal barocco di via Crociferi e dal Liotru che guarda la Cattedrale di Sant’Agata – si dicono i tre amici – può essere la casa del loro progetto. 

Dal linoleum al pavimento del primo piano riemergono le cementine ottocentesche, si scrosta la vernice che copre i due affreschi del 1930 del pittore Giuseppe Barone, si sprigiona tutta la sensualità di una sala che già l’art noveau, con gli affreschi baccanali dedicati al dio Pan, aveva destinato alla piacevolezza. Sutera, una volta dentro, “vede” già il suo bancone come, al piano di sotto, Carlisi immagina l’enorme cucina a vista mentre Mantello sogna di chiudere – come poi farà – nella perpetua umidità controllata richiesta dalle annate di Sassicaia accostate alle preziose Biondi Santi, dagli Amarone ai Barbera d’autore, dalla ricca collezione di vitigni siciliani, le ultime due arcate del locale. 

Nasce Ménage, nella formula di triangolo perfetto – ristorante, cantina e cocktail bar – ma con intento unico: celebrare i piaceri della vita con la raffinata leggerezza che la belle époque insegnò al mondo. 

Menage – Ristorante, Cantina, Lounge Bar
Via Euplio Reina 13, Catania
Telefono: 095 097 2933
Aperto tutti i giorni dalle 18 alle 01:30 e a pranzo sabato e domenica
Chiuso: martedì
Carte di credito: tutte
Parcheggio: no