“Elegante e decisa”, così la pizzaiola Roberta Esposito – già tre spicchi Gambero Rosso con la pizzeria di famiglia La Contrada ad Aversa – definisce la propria pizza, all’indomani dell’apertura di Marita, locale che segna il suo ingresso nella scena della pizzeria gourmet romana. E se le si fa notare il richiamo autobiografico, ridendo conferma: “Assolutamente sì”. La pizza – spiega Roberta – all’uscita è infatti ben curata, ha un’eleganza di presentazione ed è decisa nei sapori, “come siamo noi donne: una pizza tutta al femminile e contemporanea”. L’accenno autobiografico è evidente: pur provenendo dal ristorante di famiglia, in un mondo, soprattutto agli esordi, prettamente maschile, Roberta Esposito ha dovuto sgomitare anche solo per imparare il mestiere e poi tramutarlo in arte, perché “certo il pizzaiolo non me lo faceva vedere l’impasto, ma mi sono impegnata, ho studiato… noi donne sappiamo essere testarde quanto necessario”. Questo si riversa inoltre nella formazione impartita ai collaboratori, improntata sulla generosità dell’insegnamento proprio per evitare situazioni già vissute. Trovato il team giusto, non avrebbe senso non prepararlo a dovere, anche perché “questo è un mestiere dove non vince la persona sola, ma si ha bisogno di una grande squadra per ottenere risultati”.
È per questo che si è potuta, almeno temporaneamente, trasferire a Roma: un momento di stabilità professionale ad Aversa che ha consentito di poter raccogliere questa sfida serenamente, con La Contrada aperta da 28 anni e “una squadra con me da oltre 10 anni che può fare lo stesso gran lavoro che farei io: ora la priorità è Marita e il team” (di giovani, “perché ci tengo tantissimo e credo che siano il futuro”). In fondo, la squadra è come gli ingredienti della pizza, devono non solo stare insieme ma anche trovarsi bene: un elemento ancora più importante rispetto a trovare pizzaioli più bravi e navigati. Fondamentale è per Esposito contare su persone per bene e ben amalgamate tra di loro, che abbracciano il suo prodotto contemporaneo e sono disposte a farlo proprio.
Contemporaneo lo è anche il locale, posizionato in quella Roma nord vista sempre con sospetto da chi ricerca la genuinità e si sente fagocitato da quella sorta di “apericenificio” che è la zona di Ponte Milvio e dintorni. Qui però non si rischia di rimanere delusi: Roberta Esposito con la sua pizza è da tempo assurta tra le migliori (e in terra campana, dove senz’altro ne sanno più che a Roma); i prodotti sono quelli di fiducia – con qualche new entry come ortaggi e verdure che la pizzaiola vuole rigorosamente a “km 0” – e comunque improntati all’artigianalità; il locale, totalmente rimesso a nuovo (ospitava già attività ristorative), richiama l’universo pizza già dai colori degli interni con la scelta molto materica delle maioliche che si ispirano al bianco della farina, al verde del basilico e così via. E per sorridere, le affiche alle pareti con slogan quali “don’t touch my cornicione”. Ecco, il bordo: la Amarita, una delle pizze signature che omaggia la cucina romana, lo rende protagonista: un’amatriciana bianca con guanciale croccante, pecorino da grattugiare e a parte un tegamino di sugo all’amatriciana “per pucciare il cornicione”, come spiega Roberta Esposito. Altra signature che impressionerà, la Summer Light, bianca con provola affumicata, baccalà in olio cottura, rosti di patate, hummus di ceci, fiori di cappero e limone candito. Sull’asse Roma – Aversa si muovono anche ingredienti come cicoria, carciofi, baccalà e diversi tipi di supplì, crocchè e la frittatina di pasta cacio e pepe.
In carta, ovviamente anche grandi classici della pizzeria tradizionale de La Contrada come la Marinara Evolutiva, realizzata con pomodoro San Marzano schiacciato a mano, datterino, origano fresco, aglio rifermentato, foglia di cappero, terra di olive nere e caviale di acciughe o la Scarola in crosta, con il tipico contorno partenopeo delle festività natalizie (saltato con uvetta, pinoli e olive) e servita come un calzone. Tra i dolci, il tirababà, incontro tra il tiramisù e il babà, per mescolare i dolci tipici dell’offerta ristorativa romana e napoletana; tipica di Aversa c’è invece la polacca: pasta brioche sfogliata, crema pasticcera, amarene sciroppate. Il menù quindi presenta 16 tra pizze classiche e signature e 5 al padellino (la “pizza nel ruoto” di Aversa, con la pasta del pane avanzato), 8 antipasti e 4 dolci: “Iniziamo così: ho voluto un menù centrato ma senza esasperare, e lo reputo un menù abbastanza importante”.
E a chi le diceva che la piazza di Roma è difficile perché la pizza per tradizione è “scrocchiarella”, ribatte: “Ho sempre amato una farina che avesse più masticabilità, più croccantezza. Quando si fa qualità e si offre un buon prodotto, creando l’ambiente giusto, il cliente è contento di mangiare una pizza diversa, particolare e curata nei prodotti, e di stare bene in un bel locale totalmente rifatto. Amo pensare che il prodotto di Roberta e la pizza di Marita non si debba per forza accostare a un’etichetta quale pizza romana o napoletana: Roma o Aversa che sia, credo che chi verrà qui possa anzi essere incuriosito”. Se deve esserci una definizione, allora è “contemporanea” anche riguardo alle esigenze del pubblico, nell’attenzione verso allergie e celiachia.
Marita
Via Flaminia, 515 – Roma
T. 376 270 3526
Orari: dalle 20 alle 0,30
Chiuso: lunedì
Ferie: variabili
Prezzi pizza: dai 10 ai 25 euro
Carte di credito: tutte
Parcheggio: no