di Clara Minissale
La voglia di andare oltre i confini della propria terra, di ricercare sapori e consistenze inusuali, di fare un viaggio, sia pur gastronomico, capace di trasportare in paesi lontani geograficamente e culturalmente.
Un pranzo o una cena in un ristorante etnico è, a suo modo, una esplorazione. Sarà per questo che c’è sempre spazio per ristoranti che propongono una cucina extra territoriale, specialmente a Catania. Dopo Oxidiana, primo ristorante giapponese aperto nella città etnea nel lontano 2001, è stata la volta di Amocù, aperto a fine 2017 con lo chef Rui Antunes originario di Lisbona, che ha portato con sé le contaminazioni della cucina nippo–brasiliana, in quella di tradizione giapponese. Oggi l’offerta di Catania, da sempre pronta ad accogliere nuove tendenze e suggestioni più di altre città siciliane, si arricchisce di nuovi stimoli, quelli della cucina asiatica gourmet. A portarli in tavola è Yoi, il ristorante frutto della passione di due giovani imprenditori catanesi, Guido Consoli e Salvo Santonocito, meno di sessant’anni in due e un amore per la cucina asiatica, quella cinese in special modo, ma “fatta bene”. Il riferimento, neanche tanto velato, è al proliferare di proposte low cost e all you can eat che spesso si associano a pranzi e cene di ispirazione asiatica e dai quali i due giovani imprenditori prendono le distanze, proponendo, per tutta risposta, piatti di qualità realizzati con ingredienti nostrani, con qualche eccezione per la quale si affidano a fornitori esperti.
(Kevin Tullao)
Innanzitutto il nome scelto, Yoi, che in cinese vuol dire “buono” e che prova a dare un indirizzo all’incontro tra Oriente e Occidente. L’atmosfera che accoglie varcata la soglia, è raffinata e rilassata, merito dei colori scelti per pareti e arredo. Il design è contemporaneo, i coperti una cinquantina. La cucina è affidata allo chef Kevin Tullao, 32 anni, di origine filippina, già sous chef di Gong a Milano, approdato a Catania, su sollecitazione di Consoli e Santonocito, per esprimersi a mano libera su ricette della tradizione cinese che affondano le radici nella memoria della cucina della sua famiglia. L’utilizzo di ingredienti mediterranei associati a tecniche della cucina internazionale, danno vita a piatti saporiti ed eleganti. Tullao, inoltre, è uno dei pochi maestri in Italia di Dim sum – i ravioli cotti al vapore con una farcitura di carne, pesce o verdure – elemento che già si annuncia fortemente caratterizzante per il ristorante che in carta ne propone diciotto varianti. “Ho sempre avuto una grande passione per la cucina asiatica – racconta Guido Consoli, fondatore di Prestofood e Foodys, app per le consegne di cibo a domicilio – e così ho pensato di dare alla mia città, Catania, la possibilità di sperimentare questo genere di proposte”.
(Gli interni del ristorante)
In cucina si parte dal rispetto per le materie prime con una particolare attenzione alla riduzione degli sprechi. In carta si segue la stagionalità con arrivi giornalieri di pesce locale. La carne e la maggior parte degli ortaggi provengono da produttori di fiducia del territorio siciliano, mentre la pregiata carne Wagyu di categoria A5, la migliore disponibile sul mercato per qualità e livello di marezzatura, arriva settimanalmente dal Giappone, dalla prefettura di Fukuoka. Così come le verdure cinesi, pak Choi (cavolo cinese), Wo sun (lattuga cinese), Bok chai (cavolfiore cinese) prodotte da selezionati agricoltori in Cina e fatte arrivare settimanalmente al ristorante da partner commerciali e fornitori che operano sul territorio siciliano.
(Salmone)
Nascono così piatti come il salmone mi cuit con crema di patata dolce e avocado, che convince per consistenza gusto, servito in abbinamento ad un Negroni sbagliato alla camomilla e bergamotto;
(Spring rolls)
gli spring rolls, i celebri involtini primavera che sulla tavola di Yoi riacquistano personalità accompagnati da una salsa con senape in grani, miele di ape nera e maionese.
(Raviolo al cavolo viola)
Elegante e gustoso il raviolo al cavolo viola all’astice su riduzione di bisque di gambero rosso
(Raviolo al Wagyu)
ma è con il raviolo al Wagyu con crema al foie gras che si raggiunge l’apice del gusto, sebbene, in sottofondo, rimanga il dubbio che il pregiatissimo Wagyu risulti “sacrificato” all’interno di una pasta ripiena.
(L’anatra)
Ottima anche la Pecking Duck, l’anatra servita con pancake cinesi, julienne di cetrioli, porro e carote. In carta si può scegliere anche tra Bao, soffice pane bianco cotto al vapore e farcito in vari modi e Nigiri ripensati dalla mano di Tullao invertendo l’ordine tra pesce e riso. La sala è affidata al maitre e sommelier Leandro Gullino, catanese, con una esperienza maturata nell’hotellerie di lusso. La sua sfida da Yoi è quella di costruire un percorso di innovazione per l’abbinamento dei vini con la cucina di matrice orientale. La carta dei vini che ha pensato, e che cambia continuamente, è suddivisa in cinque capitoli: No Sicily no Party, Giro d’Italia, Tour de France, Un Mondo di vino e Dessert (and not only) Wines e spazia tra grandi e piccoli produttori. Con lui è possibile passare, nello stesso pasto, dalla comune birra cinese abbinata ad esempio ad un riso cantonese, al Mareneve 2018 di Federico Graziani proposto con il raviolo viola all’astice, arrivare ad un Sauternes Carmes de Rieussec 2015 con il raviolo Waygu e foie gras, e concludere con il sakè servito col dessert: un interessante giro sulle montagne russe. Dal vino ai drink e il testimone passa a Giovanni Arcati, giovane bartender catanese che ha ideato una cocktail list dove protagonisti sono in ingredienti e spirits di origine Orientale. I piatti e i drink che arrivano in tavola al Yoi dimostrano che i confini, a volte, sono più che altro delle barriere mentali e qui ti siedi a tavola per superarle.
Yoi
viale Libertà 192 – Catania
https://www.yoifoodattitude.it
T. 095 717 5110
Aperto a cena (fino a settembre, poi anche a pranzo)
Chiuso: mai
Ferie: variabili
Parcheggio: no
Carte di credito: tutte