I silenzi della campagna etnea, la memoria di una famiglia, i ricordi di bambini felici di trascorrere le vacanze in montagna d’estate, il profumo del vino, l’allegria della vendemmia: Dimora Cottanera, la nuova avventura imprenditoriale della famiglia Cambria sull’Etna, nasce con un’identità che racchiude in sé tanto calore siciliano. Ne parliamo con la produttrice Mariangela Cambria, che felice ed entusiasta per la prossima apertura, ad agosto, racconta cos’è Dimora Cottanera e come nasce il progetto. Ma prima di tutto, cosa non è? “Eviterei gli inglesismi, wine resort, boutique hotel e altri. Abbiamo chiamato la nostra casa, dove trascorrevamo le vacanze da bambini, Dimora Cottanera, perché ciò che vogliamo trasferire è l’arte dell’ospitalità siciliana, intima, personale, a cui la mia famiglia ci ha abituati. Per me è la prima esperienza nell’ambito dell’ospitalità, anche se le visite in cantina sono cresciute esponenzialmente negli anni e accogliamo circa 2.500 enoturisti l’anno. Ma una struttura ricettiva richiede un tipo di impegno diverso. Come ogni prima volta, ci sono sentimenti di gioia, di attesa, di adrenalina, di entusiasmo, ma in fondo non vedo l’ora di ricevere gli ospiti. Saranno accolti come sempre si è fatto in famiglia, con tante premure e molte attenzioni. Ed è questo che si respirerà a Dimora Cottanera. L’Etna, il vino, i filari di viti, la bellezza del silenzio intorno, i profumi della natura, faranno il resto”.
Un “resto”, che non è poco, possiamo aggiungere. Consideriamo la bellezza unica del vulcano, unita all’attrattiva del vino e alla capacità imprenditoriale. Le aspettative non possono che essere alte. Il progetto nasce con la crescita dell’enoturismo dell’Etna e fa rivivere un luogo di famiglia. “Tutto inizia dai ricordi della casa di campagna, quel luogo sicuro che parla di vacanze estive tra i filari del vigneto – racconta la produttrice – Quando ero piccola, la casa di campagna era il mio luogo sicuro. I ricordi di fine estate con la mia famiglia, il latte caldo appena munto, l’odore del pane appena sfornato, tutti insieme al tavolo grande del salotto di casa. E poi la gioia della sveglia presto per accompagnare il nonno a vedere la raccolta dell’uva, i canti popolari degli operai, le mani sporche di terra, gli stivali di gomma infangati e quel maglioncino rosso di una foto ormai sbiadita. Così, avvolti dai profumi e dai colori delle stagioni che s’avvicendano, racconteremo la nostra passione per il buon vino e i sapori “di qui”, i valori imprescindibili e il design che si armonizza con il pregiato artigianato locale. Un blend personale di sicilianità e contemporaneità”.
La struttura nasce da un lavoro di restauro a cura dell’architetto palermitano Fabrizio Ruffino, che ha lavorato in sinergia e d’intesa con la famiglia. Nel progetto ci sono anima, personalità, design e tanta ricercatezza per un risultato che si può riassumere con il concetto di “raffinata ospitalità di campagna”, come suggerisce la stessa produttrice. La villa, appartenuta prima al barone Priolo e acquistata poi da Francesco Cambria insieme alla proprietà agricola, appare assai differente dalle costruzioni etnee. Presenta uno stile architettonico alloctono che il barone volle portare nel territorio, creando un innesto alto-atesino nel cuore della campagna etnea. Quando negli anni ‘60 Francesco Cambria acquistò la dimora, non sentì il bisogno di modificarla, anzi la mantenne come era originariamente. Così, in un contesto abituato alla pietra nera, si staglia un tetto insolitamente spiovente, mentre una cornice rosso ruggine abbraccia le pareti esterne della villa. Dopo un sapiente restauro, la struttura si presenta con 13 camere. “Sono tutte diverse tra loro – spiega Mariangela Cambria – Distribuite in diversi ambienti, differenti per forme e cromie, ma legate da un’unica volontà: vestire di sobria eleganza i luoghi della campagna, senza disturbarne l’essenza, ma cercandone contemporaneità grazie a materiali naturali, con sottili richiami alla storia”.
Alcune sono state ricavate dai magazzini delle nocciole, un tempo il cuore pulsante della tenuta agricola. L’ambizione è stata di fondere la storia del luogo ai materiali attuali, rivisti in una chiave che rispondesse alla voglia di contemporaneità ed essenzialità. Non manca il palmento, naturalmente. “Oggi è la traccia storica di quello che eravamo e di come la passione del vino si sia radicata nella nostra famiglia. I grandi muri in pietra lavica fanno da sfondo alle vecchie botti di castagno, che custodivano il vino di nonno Francesco e che oggi arredano uno spazio estremamente affascinante, che racconta storie di persone e di bellezza, soprattutto nella nicchia, al suo interno, dove scoprire le vecchie annate Cottanera”.
Per completare, Dimora Cottanera è il rifugio ideale per prendersi cura di sé. Un percorso che inizia dalla zona fitness, che si affaccia sul vecchio palmento, per tutti coloro che non vogliono rinunciare al benessere fisico anche in vacanza. Due cabine massaggio per concedersi un momento per sé stessi; una sauna con zona relax, che si affaccia su un piccolo patio, in cui il giardino fa da cornice alla vasca idromassaggio. L’esperienza si conclude nel confortevole solarium, ai bordi di una piscina di acqua dolce, che si affaccia su un vasto vigneto, dove i contorni delle montagne circostanti, si tingono dorato al tramonto. Un’ottima promessa sono, infine, le colazioni, rigorosamente siciliane, che saranno preparate da una signora del luogo. “Ci saranno prodotti tipici “a km zero”, torte fatte in casa, marmellate del luogo. E sarà una colazione stagionale. Non potranno mancare le brioche con granita, d’estate, e i cannoli. Poi inseriremo una carta delle uova con alcune ricette di famiglia, tra le quali quelle amate da mio papà”. Al momento non c’è un ristorante e per chi volesse pranzare è possibile farlo in cantina, nella sala dell’ospitalità, come sempre su prenotazione. “Partiamo da qui, ma non sappiamo cosa diventeremo e come cresceremo. Un passo alla volta e tanta buona energia vulcanica ci guiderà”, conclude Mariangela Cambria.
Dimora Cottanera
SP89 – Castiglione di Sicilia CT
T. 348 8426824