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Raccontare il vigneto Italia al mondo. Ian D’Agata e Stevie Kim ci provano con un libro

20 Gennaio 2018
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(Stevie Kim)

>Una delle difficoltà del vino italiano è rappresentata dalla sua complessità. Una complessità diversa da quella della Francia. Mentre Oltralpe ci si perde nelle tante classificazioni di Bordeaux e Borgogna, che sono i territori più acclamati assieme alla Champagne, in Italia le difficoltà di comprensione nascono per raccapezzarsi tra i tanti vitigni e i tanti territori. 

Ma soprattutto i primi, le varietà di uve, davvero tante – quasi seicento – che testimoniano una biodiversità e una geografia così articolata da proiettare l'Italia del vino come un caso unico al mondo. Una ricchezza da primato, punto di forza e di debolezza insieme. Perché poi vallo a spiegare all'americano o al cinese cosa è un Magliocco, un Bovale Sardo o una delle dieci Malvasie coltivate tra nord e sud Italia. È per questo che Stevie Kim e Ian D'Agata ci provano con un libro scritto interamente in inglese per spiegare al mondo la grande complessità del vigneto Italia. Italian Wine Unplugged – Grape by Grape, è il titolo del volume acquistabile su Amazon per il momento ma di cui si parlerà tanto al prossimo Vinitaly scritto dall'inedita coppia. Lei è la direttrice di Vinitaly International e per chi la conosce è l'infaticabile e pimpante coreana con passaggio in Usa che ha sposato l'Italia. Lui, mamma straniera e tanti anni all'estero, è uno dei più grandi conoscitori del vino italiano che prima di tanti altri ha intuito la necessità di raccontare il vino italiano fuori dai confini nazionali ed oggi è il direttore scientifico di Vinitaly International Academy. 

il libro è un volumone di oltre 560 pagine ma non vi spaventino il numero di pagine. Si consulta facilmente, è pieno di cartine, di immagini, di schede sui singoli vitigni e principalmente è un elenco descrittivo delle centinaia e centinaia di vitigni che caratterizzano questo nostro Belpaese. Ne vengono raccontati 430. È un viaggio affascinante e complesso che vale la pena di raccontare. Grazie all'uso di un inglese immediato e semplice adatto agli addetti ai lavori ed ai neofiti del vino. L'idea che si sono fatti la Kim e D'Agata è che se riusciamo a spiegare in questo modo la grande biodiversità italiana davvero potremmo svoltare. Non ce n'è per nessuno. Perché la conoscenza può solo alimentare la piacevolezza di tutto ciò che mangiamo e beviamo. Senza pensare all'appeal che può esercitare il bere un vino da una varietà di uve non replicabili altrove. E pertanto l'Italia ha davvero una carta vincente che per la verità stiamo cominciando ad utilizzare nelle partite più difficili. E siamo solo all'inizio. 


(Ian D'Agata)

L'utilità del volume, per gli appassionati, gli addetti ai lavori, le cantine e quindi gli stessi produttori sta proprio nella sua grande capacità divulgativa. Aiuta chi conosce poco il vino italiano, ricorda a chi il vino italiano invece lo conosce il nostro primato di biodiversità e la necessità che quella della divulgazione di questo patrimonio è un volano su chi fare leva. E il vino italiano all'estero è un bel momento. Purché la qualità non sia mai meno. Valgano su tutto le parole di commento al volume di Steven Spurrier di Decanter riportate sulla quarta di copertina. “Italy possesses 590 grape varieties…impossible to learn about all this? Not now this wonderful book…”.

Italian Wine Unplugged – Grape by Grape
Stevie Kim – Ian D'Agata
Positive Press
570 pagine
20 euro