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Notes from a Young Black Chef: il viaggio di Kwame Onwuachi tra cibo, umanità e sogno americano

25 Gennaio 2025
Il libro Notes from a Young Black Chef di Kwame Onwachi Il libro Notes from a Young Black Chef di Kwame Onwachi

Chiunque ami il cibo dovrebbe leggere questo libro, chiunque ami la vita dovrebbe leggere questo libro, chiunque ami le grandi storie dovrebbe leggere questo libro. 

Una grande storia, di cibo, di vita di coraggio. Una storia americana ma soprattutto afroamericana. Non una storia di resilienza, termine abusato e frainteso, ma anti fragilità.

Kwame Onwachi ora ha un episodio di Chef’s Table dedicato a lui e al suo ristorante di New York: Tatiana, amato dalle celebrities e impossibile da prenotare ma prima di tutto questo Kwame era solo adolescente nero, ambizioso e di talento che cercava da zero, di creare per se stesso qualcosa che assomigliasse a un futuro. 

Il libro, Notes from a Young Black Chef, scritto dallo chef assieme al food writer Joshua David Stain, il cui titolo si ispira al classico di Rilke “Lettere ad un giovane poeta”, racconta dall’inizio la vita di un giovane uomo afro-americano nato nel Bronx, e il suo difficile viaggio verso un futuro diverso da quello a cui sembrava destinato ed a cui erano destinati molti suoi coetanei. 

Ambientato negli anni dell’America di Obama percepita qui come una specie di epoca d’oro di diversità e inclusione (spoiler, non lo era) il libro ci porta con una lingua vivida dentro gli innumerevoli tentativi e fallimenti, di una persona che dal vendere barrette di cioccolato sulla metropolitana arriva a lavorare in alcuni dei più importanti ristoranti del mondo, (Eleven Madison Park, Per Se, passando le tavole calde della Louisiana e i catering aziendali preparati nella cucina della madre.

Kwame Onwachi è uno chef che rifiuta le etichette, e di essere incasellato in uno stile specifico, porta nei piatti, e nella sua cucina il suo viaggio esistenziale: la sua esperienza in Nigeria, le influenze del profondo sud, l’infanzia newyorkese, vive la cucina come l’espressione di se stesso, della sua storia, e della sua idea di vita. 

È un libro sull’America sulle sue gerarchie sociali, e razziali, del razzismo endemico delle cucine del così detto fine dining, sulla capacità di non smettere di inseguire i propri sogni, anche nei momenti di maggiore difficoltà e solitudine. 

Un libro che può aiutare a riflettere anche sulla situazione del haute cuisine  anche italiano dove, alle presentazioni delle guide i volti dei premiati sono sempre bianchi, nonostante per chiunque sia stato in una cucina professionale i bianchi non siano già da tempo la maggioranza di chi ci lavora.

Un libro che, raccontando la storia di un uomo, solo sembra raccontare quella di una nazione e di un mondo anche, sollevando interrogativi profondi e disturbanti e che ancora attendono non solo delle risposte, ma almeno un dibattito attorno ad essi. 

Il libro che sta per diventare un film è destinato a far riflettere e speriamo discutere, su un mondo quello del fine dining in cui sotto una patina gli glamour e preparazioni teatrali si nasconde(va) ancora tanto abuso, razzismo e condizioni di lavoro spesso ai limiti della sostenibilità umana, la sostenibilità di cui sui food media e sulle guide si parla, sempre, pochissimo. 

Il cibo è sempre solo cibo, ma è sempre, anche molto di più, è sempre la metafora di un tempo, di un paese, di un momento storico, ed è sempre la storia di uomini (e donne) che per lavoro, nutrono, ristorano e creano bellezza, come Kwame e molti come lui i cui nomi mai conosceremo. 

Per fortuna questo libro ha un meritevole editore italiano NR, il libro “Appunti di un giovane chef nero”, traduzione di Gabriele Rosso.

In inglese o in italiano, leggete questo libro,  semplice, diretto e poetico, come i piatti del menu di Tatiana, provate a leggerlo.

Notes from a young black chef
Kwane Onwuachi
Random House
pp. 288
19,97 euro

Traduzione Italiana:
Appunti di un giovane chef nero
Traduzione di Gabriele Rosso
NR Edizioni
pp. 255
19 euro