(Lorella Di Giovanni)
Definirla una favola per bambini sarebbe riduttivo. In realtà è un racconto illustrato che parla a grandi e piccini utilizzando il linguaggio della natura siciliana.
Protagonista è l’ape nera sicula, salvata dall’estinzione da un valente apicoltore che adesso si prende cura di lei e della sua famiglia. Ma ci sono anche la ferula, i fiori di sulla, la coturnice, l’acetosella, gli alberi di carrubo, la lucertola verde e gialla.
Una natura inconfondibilmente siciliana che fa da sfondo a L’Ape Nenè e l’Ape Ligù, opera prima di Lorella Di Giovanni, economista agrario di Alcamo in provincia di Trapani che, tra le pagine del suo libro, ha voluto esprimere tutta la sua passione nel voler restituire ai bambini quel senso di appartenenza al contesto rurale che li circonda.
Ambientata nell’agro di Carini, la favola edita da Edizioni Arianna – che ha per protagoniste l’Ape Nenè, ovvero l’Ape nera sicula, e l’Ape Ligù, cioè quella a strisce gialle e nere – racconta la storia di una piccola ape ligustica che, spinta dalla curiosità, smarrisce la via di casa, ritrovandosi da sola all’interno delle mura di un vecchio castello abbandonato. Qui Ligù conosce Nenè, l’ape del colore della notte. Le due api vivono insieme una serie di esperienze, aguzzano l’ingegno per risolvere piccoli inconvenienti e danno alla storia il suo lieto fine.
(Una delle illustrazioni del libro)
Circondata da una flora tipica mediterranea, dove il colore porpora dei prati di sulla, le cordate odorose di timo e rosmarino, le corolle del vilucchio siculo ed i lunghi steli dell’acetosella fanno da sfondo, Ligù scopre, attraverso le parole di Nenè, la triste storia delle api nere sicule, abbandonate dagli apicoltori che preferirono allevare le più produttive api ligustiche.
“Il rischio di estinzione dell’ape nera sicula – spiega Lorella Di Giovanni – ha messo in pericolo non soltanto un patrimonio della biodiversità ma anche un prodotto alimentare a forte identità territoriale e storica, fonte di reddito per gli apicoltori. Con questa favola ho voluto promuovere tra i giovani lettori la cultura alimentare e quella ecologica, attraverso la scelta di uno strumento di comunicazione molto vicino alla realtà del mondo infantile, la favola, da sempre utilizzata per trasmettere valori che possano favorire processi di crescita personale. Il racconto – conclude l’autrice – vuole contribuire alla diffusione tra i bambini di una nuova cultura del ‘buon gusto’ – inteso nella sua estensione di buon senso, di misura e di capacità di discernere ciò che è opportuno – che consideri la bellezza della natura, il valore del rispetto e dell’equità, il riconoscimento dei diritti di animali e piante, l’altruismo, lo scambio e la solidarietà, in una dimensione di bene comune”.
Clara Minissale