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Cosa leggo

Le regine dei fornelli

20 Novembre 2008
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COSA LEGGO

Le regine dei fornelli

Un viaggio culinario da Modica a Samoa. Gustando piatti curiosi, svelando i segreti della cucina, ma soprattutto raccontando storie di donne. Sono tutte regine dei fornelli quelle che Roberta Corradin ha incontrato e reso protagoniste nel suo libro “Le cuoche che volevo diventare. Ventuno grandi donne in cucina” (Edizioni Etpop Einaudi, € 12,50). E attraverso le loro ricette, tutte rigorosamente già provate (come l’autrice sottolinea nella prefazione), svelano i trucchi del mestiere e il mondo della cucina al femminile. Sì perché una puntualizzazione è necessaria. La cuoca non è lo chef (parola che, infatti, è solo maschile). La cuoca è il braccio operativo, ma spesso anche la mente, è colei che sta dietro le quinte. Lui, lo chef, spiega le ricette al pubblico, cura i contatti, “vende” l’immagine. Eccola la riflessione iniziale, il piccolo sfogo che la cuoca anonima, filo rosso del viaggio-racconto, si concede fin dalle prime battute. Quasi a voler mettere le cose in chiaro. Perché da Lione a Barcellona, passando per la Grande Mela, tutto ruota attorno alla cucina al femminile. Dai bucatini cacio e pepe di Jodie ai baci di dama di Marta, fino al gronco di Nenetta, ogni ricetta racchiude un mondo da scoprire. E una storia. Come quella travagliata di Sadjia, insegnante di francese fuggita dall’Afghanistan che adesso, nel suo ristorante di Parigi (reale come tutti quelli citati nel libro), cucina mantu e ashak. O come quella, paradossale, di Laura Maioglio, chef’s coach (allenatrice di cuochi) del suo ristorante, lo storico Barbetta di New York, pur non sapendo cucinare. Tant’è. Questo era quello che fortissimamente voleva…

Vicky Sorci