Prima di Giulio Tremonti l’avevano detto i latini: “Carmina non dant panem”.
Come a dire, cercatevi un buon lavoro ché poesia, pittura e cultura in generale non hanno mai sfamato nessuno. Principio che, però, negli ultimi anni in molti hanno tentato di ribaltare. Ultimamente lo ha fatto anche il ministro della cultura Dario Franceschini con un volume che proprio al mangiare con la cultura fa riferimento. E’ sicuramente il racconto di un’avventura politica, la sua. Ma anche quello da ministro dei Beni culturali, alla guida di un settore difficile, complesso, che secondo Barack Obama però è il lavoro più bello del mondo.
E spiega la sua teoria l’esponente del Pd, analizzando lo sviluppo “sempre meno basato su cantieri e fabbriche e sempre più sull’industria creativa e immateriale, più sui contenuti che sui contenitori”. L’uomo è abile, ha svolto quattro mandati con i governi Renzi, Gentiloni, Conte e Draghi. E ora guarda al futuro che potrà essere ancora motore di crescita solo se “assumerà come pilastri le arti, i saperi, il paesaggio, la creatività”. Ripartire dalla cultura, insomma, è “l’unica via possibile per costruire un’Italia capace di cambiare e di crescere”, così come sarà la cultura che aiuterà la ricostruzione, a guerra finita, “per lenire e ricucire tra chi si è combattuto”.
Giancarlo Macaluso
Dario Franceschini
Con la cultura non si mangia?
176 pagine
La Nave di Teseo
18 €