COSA LEGGO
Ecco il dizionario dei mieli nomadi
“Un gesto d’amore permette all’apicoltore di raccogliere i mieli. Con un bacio l’ape sugge il nettare dal calice di un fiore e, nell’atto stesso di nutrirsi, lo feconda e dona vita. L’ape è quindi figlia di Madre Natura e sua più fedele discepola”.
È la definizione con cui si apre la prima sezione del Dizionario dei mieli nomadi, presentato alla Feltrinelli di Palermo. L’amore è il sentimento, la filosofia che sintetizza e descrive al meglio questo progetto edito da Corraini Edizioni. Non solo un pratico vademecum ricco di lessemi, definizioni, proverbi, simpaticissimi disegni, destinato a chi vuole scoprire un po’ più da vicino il mondo delle api. Amore è la vita stessa delle api. Quel legame, quel patto di fedeltà, di reciproco scambio che ognuna di esse instaura con il proprio fiore, quello e nessun altro. E di amore si nutre la vocazione dell’apicoltore nomade. Giorno dopo giorno segue il lavoro delle sue api, gli andamenti della fioritura e quelli climatici, mentre di notte si sposta con il suo alveare, tra campagne e sentieri boschivi, alla ricerca dei fiori e delle piante più generose. È la figura cui si ispira il dizionario. Esempio di condotta di vita basata sul rispetto. L’alter ego umano dell’ape. Nel libro costui è Andrea Paternoster, apicultore nomade trentino, intervenuto alla serata di presentazione.
Ad accompagnarlo l’apicultore siciliano Carlo Amodeo e le sue api nere sicule, presidio Slow Food, con la loro regina, guest star della serata. Significativa la presenza di Pippo Privitera, presidente Slow Food Sicilia che dichiara. “Prosegue il nostro impegno nel sostegno dell’ingrediente fondante la cultura italiana. Nel miele risiede la sopravvivenza delle biodiversità, del territorio e delle sue specificità, delle tradizioni”.
Fragranze di agrumi, di fiori, di sottobosco, note di caramello, di spezie, riflessi dal dorato all’ambrato: sono i mieli che i due apicultori hanno fatto degustare agli astanti. Racconti che le api hanno fatto del proprio territorio. “Il miele fornisce una precisa mappatura del territorio da cui proviene. Degustare un miele è come assistere ad una mostra fotografica, suggestive panoramiche di una determinata area. Ma è anche una cartina tornasole del suo stato di salute. Alle api è affidata la preservazione delle specie e produzioni agricole locali”, spiega Paternoster-
Inoltre si apprende dal contributo di Amodeo, che nonostante i catastrofici allarmismi c’è una speranza per strappare l’ape dal rischio estinzione. Una speranza tutta siciliana che si potrà esportare. É l’ape nera sicula. Specie autoctona dell’Isola. L’unica in grado di resistere alle condizioni climatiche più estreme, di adattarsi facilmente a qualsiasi ambiente, tra le più operose. Speranza che si deve esclusivamente a Carlo Amodeo, il quale ha reintrodotto in Sicilia questa specie che negli anni passati ha rischiato seriamente di estinguersi. Annunciata da Paternoster anche la volontà di costituire a breve una Onlus che riunisca tutti gli apicultori italiani.
Manuela Laiacona