di Giorgia Tabbita
Dalla Neurogastrofica al valore dell’accoglienza, passando dal ruolo dell’ambiente e della giusta atmosfera, dal gioco di luci nella ristorazione, dall’importanza del tatto e di come progettare un menu di successo.
Ebbene sì, perché come ormai ben sappiamo, non basta più l’aver “semplicemente” mangiato bene in un determinato locale rispetto a un altro per far sì che rimanga nella nostra mente immortalato in un nitido bel ricordo, né tantomeno l’aver speso una cifra consona al nostro pasto. “Come no?” penserete, come chiunque davanti ad una combo di tutto rispetto di questo tipo, ma la risposta di fatto è: mi dispiace, ma no. Avete presente quando in un film (facciamo anche in centinaia di film!) si inquadra il protagonista alle prese con un barattolo contenente chissà quale prodotto dall’alto contenuto di zuccheri, tutto volto al solo fatto di “stare meglio?”. Ecco, in linea d’aria (e alla larga) ci siamo. Perché in “Neuroscienze a tavola – I segreti del cervello per avere successo nella ristorazione” (Guerini editore) quella linea di confine tra cibo ed emozioni viene assottigliata fino a scomparire. Detto così potrà sembrare un pensiero arzigogolato, ma non lo è. Per di più ad aiutarci a comprenderlo al meglio è Vincenzo Russo, professore di Psicologia dei consumi e neuromarketing alla Iulm di Milano e autore del libro.
Sapevate che il nostro cervello reagisce in maniera differente davanti al cibo? Che ci sono dei fattori che influenzano il nostro giudizio su ciò che mangiamo, e perché no, beviamo? Se la vostra riposta è “no”, beh, non siete i soli, ma il sapore di un prodotto, come si evince all’interno del saggio, può essere modificato da aspetti che nulla hanno a che fare con il prodotto stesso. E l’esempio più pratico e immediato, proviene proprio da Russo che, parlando del nuovo saggio, spiega come la nostra percezione del cioccolato può variare in base alla forma che si dà. Esempio pratico? Una sfera di cioccolato verrà associata dal nostro cervello indubbiamente ad un sapore decisamente più dolce, rispetto allo stesso cioccolato realizzato in una forma più “austera”. Ma non solo, perché come si evince dal testo stesso, il colore di un piatto andrà ad incidere sullo stesso sapore, così come il colore del cucchiaio che utilizzeremo per mangiarlo.
Di questo ed altri processi si occupa per l’appunto la Neurogastrofisica. Un ambito che racchiude i risultati di innumerevoli ricerche e che apre una finestra sul mondo dell’effetto emozionale di questi elementi che determinano la nostra esperienza enogastronomica. In Neuroscienze a tavola – I segreti del cervello per avere successo nella ristorazione vengono appofonditi a 360° le varie tipologie di stimoli che influiscono sulla nostra percezione dei sapori. Profumi, luci, musica vi dicono nulla? Beh, anche quelli sono in grado di condizionare il nostro pasto. Ecco il perché strumenti come quelli offerti dal neuromarketing, possono aiutare a comprendere e misurare il rapporto tra la comunicazione e la percezione dei prodotti.
Neuroscienze a tavola
Guerini editore
Vincenzo Russo
208 pagine
26 euro