Il tonno rosso, quello del Mediterraneo, è il più pregiato, tanto amato dai giapponesi che lo comprano a cifre elevatissime. Basti pensare che nella tradizionale asta di inizio anno del mercato del pesce di Tokyo, 212 chilogrammi sono stati battuti per 225mila euro. Vuol dire che a conti fatti quel tonno, al chilogrammo, costa più di 1.061 euro.
Pattiamo da questa curiosità per raccontare cosa accade attorno al tonno rosso ta la pesca di quest’anno e i numeri che riguardano questo pesce tanto amato e tanto importante per l’ecosistema marino. Il tonno rosso, secondo i dati FAO, organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, nel 2021 rappresentava solo l’1% del pescato nei mari delle specie di tonno di cui se ne catturano circa 80mila tonnellate.
Una battaglia, quella per preservare la specie, fatta di quote assegnate dall’ICCAT, The International Commission for the Conservation of Atlantic Tunas e ripartita con apposita delibera dal Ministero dell’Agricoltura a differenti tipologie di pesca: circuizione, palangaro, tonnare fisse, pesca occasionale ricreativa, ma anche piccola pesca costiera. Per quest’ultima le quote, seppur molto basse, sono state divise quest’anno per la prima volta tra Mar Adriatico, Mar Ionio e Sicilia.
Chi pesca il tonno rosso ha l’obbligo di sbarcarlo in determinati porti decisi dal ministero, proprio per evitare il fenomeno (sempre tanto ampio) dell’illegalità.
La stagione della pesca del 2024 è in buona parte terminata, cominciata lo scorso maggio. E anche quest’anno sono già state raggiunte quasi tutte le quote stanziate.
Tonnellate di pesce possono essere catturate secondo un limite ben preciso, per non depauperare la popolazione. Ma sempre più viene richiesto l’aumento delle quote per singola tipologia di pesca. “Il numero prestabilito viene raggiunto molto rapidamente – ci dice Franco Andaloro, uno dei massimi esperti del mondo della pesca e coordinatore Sicilia Cluster Tecnologico Nazionale Blue Italian Growth, oltre che parte del comitato scientifico della Fondazione Italiana Biologi – tanto che i pescatori sostengono la necessità di un forte aumento delle quote. Loro ritengono, inoltre, che l’aumento di tonni sia la principale causa della diminuzione nel mare di piccoli pelagici come sardine, acciughe ma anche molluschi come totani e calamari”.