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Cibo e dintorni

Tutti pazzi per il tonno rosso tra giapponesi, quote e sequestri 

10 Luglio 2024
Un esemplare di tonno rosso Un esemplare di tonno rosso

Il tonno rosso, quello del Mediterraneo, è il più pregiato, tanto amato dai giapponesi che lo comprano a cifre elevatissime. Basti pensare che nella tradizionale asta di inizio anno del mercato del pesce di Tokyo, 212 chilogrammi sono stati battuti per 225mila euro. Vuol dire che a conti fatti quel tonno, al chilogrammo, costa più di 1.061 euro. 

Pattiamo da questa curiosità per raccontare cosa accade attorno al tonno rosso ta la pesca di quest’anno e i numeri che riguardano questo pesce tanto amato e tanto importante per l’ecosistema marino. Il tonno rosso, secondo i dati FAO, organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, nel 2021 rappresentava solo l’1% del pescato nei mari delle specie di tonno di cui se ne catturano circa 80mila tonnellate. 

Una battaglia, quella per preservare la specie, fatta di quote assegnate dall’ICCAT, The International Commission for the Conservation of Atlantic Tunas e ripartita con apposita delibera dal Ministero dell’Agricoltura a differenti tipologie di pesca: circuizione, palangaro, tonnare fisse, pesca occasionale ricreativa, ma anche piccola pesca costiera. Per quest’ultima le quote, seppur molto basse, sono state divise quest’anno per la prima volta tra Mar Adriatico, Mar Ionio e Sicilia. 

Chi pesca il tonno rosso ha l’obbligo di sbarcarlo in determinati porti decisi dal ministero, proprio per evitare il fenomeno (sempre tanto ampio) dell’illegalità. 

La stagione della pesca del 2024 è in buona parte terminata, cominciata lo scorso maggio. E anche quest’anno sono già state raggiunte quasi tutte le quote stanziate. 

Tonnellate di pesce possono essere catturate secondo un limite ben preciso, per non depauperare la popolazione. Ma sempre più viene richiesto l’aumento delle quote per singola tipologia di pesca. “Il numero prestabilito viene raggiunto molto rapidamente – ci dice Franco Andaloro, uno dei massimi esperti del mondo della pesca e coordinatore Sicilia Cluster Tecnologico Nazionale Blue Italian Growth, oltre che parte del comitato scientifico della Fondazione Italiana Biologi – tanto che i pescatori sostengono la necessità di un forte aumento delle quote. Loro ritengono, inoltre, che l’aumento di tonni sia la principale causa della diminuzione  nel mare di piccoli pelagici come sardine, acciughe ma anche molluschi come totani e calamari”. 

Le tonnare volanti

Guardando le quote pubblicate nel decreto, è facile vedere come l’80% dei tonni vengano catturati tramite la circuizione: sono le cosiddette tonnare volanti. Questo prodotto non va a finire nei mercati e nelle pescherie. “La mia famiglia – ci racconta il sindaco di Cetara in provincia di Salerno, Roberto Della Monica – possiede tra Cetara e Salerno 15 delle 21 barche autorizzate a pescare il tonno in Italia”. Le sue barche operano prevalentemente tra la Calabria e le Isole Eolie: si cala in mare una rete di oltre due km che viene chiusa quando si accerchia il tonno. Una volta catturato l’imbarcazione è raggiunta da un rimorchiatore che trasporta la gabbia fino agli allevamenti. Tutta l’operazione viene filmata per capire quanti tonni vivi passano dalla rete alla gabbia. A bordo un osservatore del ministero verifica queste operazioni. Le gabbie trasportano il tonno vivo in Spagna o a Malta dove ci sono gli allevamenti in cui i pesci vengono cibati e messi all’ingrasso. Da ottobre e febbraio i tonni ingrassati vengono macellati e venduti prevalentemente in Giappone: il 90% del tonno pescato nel Mediterraneo va infatti a finire in Oriente.

“Nel 2024 siamo stati in grado di raggiungere la quota nonostante il cattivo tempo”, ci racconta Alessio Di Rosa, direttore commerciale di Azzurra Pesca che detiene in Sicilia 319,550 tonnellate di quota della pesca a circuizione. Nell’isola sono cinque le società che attuano questa pratica. 

Com’è andata la stagione

“Lavoriamo con il tonno fresco tutti i giorni”, ci racconta Paolo Campisi, patron dell’azienda conserviera Campisi, di Marzamemi-Pachino premiata Best in Sicily nel 2019. “Noi ci appoggiamo a diversi fornitori, il grosso lo fa un’azienda della zona che possiede le barche”. Campisi è leader dal 1854 della lavorazione di uova di tonno per le bottarghe e di tonno vintage e vari tagli nelle conserve in vetro. “Stiamo rispettando – ci dice ancora – il ciclo storico della lavorazione del tonno nella sua purezza. Per noi quest’anno sta andando bene perché non contrattiamo sul prezzo ma lo paghiamo a prezzo di mercato, intorno ai 12 euro al chilo già filettato. Le uova sono invece intorno a 18 euro al chilo”.

Anche dalle pescherie confermano l’alta qualità del tonno arrivato nella stagione 2024. A raccontarcelo è Tonino Richichi della pescheria La Fontanella di Palermo: “Quest’anno la qualità è tangibile perché la temperatura è stata ideale. La pesca è stata abbondante da subito e le quote si sono esaurite velocemente anche grazie all’aliquota data alla piccola pesca. Nella mia attività siamo partiti vendendo il tonno rosso da 24 euro al chilo e siamo scesi velocemente a 10 euro al chilo. Come ogni anno i clienti lo acquistano perché è un alimento versatile, soprattutto nelle varie preparazioni. Noi selezioniamo solo tonno di qualità e i clienti ci premiano”.

I dati

Come dicevamo, secondo la FAO, le catture di gruppi di specie pregiate hanno continuato ad aumentare negli anni, raggiungendo nel 2021 la cifra record di 8,3 milioni di tonnellate per i tonni e le specie affini. 

Le sette principali specie commerciali di tonno al mondo sono valutate dalle organizzazioni regionali di gestione della pesca del tonno (RFMO), con la partecipazione di tutti i loro Paesi al processo di revisione scientifica. I principali tonni commerciali hanno contribuito per 4,95 milioni di tonnellate di catture nel 2021, con un calo del 10% rispetto al 2019. Il 57% delle catture era costituito da tonnetti striati, seguiti da tonni pinna gialla (31%), tonni obesi (7%) e tonni bianchi (4%). Il tonno rosso ha rappresentato solo l’1% delle catture globali.

Tonno rosso Tonno rosso

E i sequestri?

La pesca illegale è ancora oggi un grande problema. L’ultimo sequestro della guardia costiera è avvenuto poco più di una settimana fa a Panarea, alle Isole Eolie: nel corso di un servizio di controllo del territorio serale i carabinieri hanno sorpreso due uomini mentre scaricavano quattro esemplari di tonno rosso interi da un’unità da pesca, ormeggiata alla banchina del molo di San Pietro, caricandoli sul cassone di un quadriciclo elettrico. Si tratta di 200 chili di tonno illegale. Ed è solo uno dei tantissimi casi di cronaca. “Il Ministero quest’anno – ci dice Franco Andaloro – ha aumentato le quote destinandole anche alla piccola pesca e al 30% in Sicilia. Un’aliquota che in qualche modo sta garantendo una presenza costante di tonno legale nei mercati siciliani. L’abbondanza di tonno e la crisi del settore ittico, le quote estremamente restrittive spingono a una forte illegalità che immette sul mercato pesce fuori quota al quale bisogna stare attenti perché per sfuggire ai controlli non vengono rispettati standard igienico sanitari ideali. Questi tonni possono generare intossicazione, la cosiddetta malattia sgombroidea dovuta alla grande quantità di istamine che un tonno non trattato in modo corretto ha”.

L’80% della cattura di tonno nel Mediterraneo va ai mercati asiatici, la forte richiesta di tonno fresco delle industrie conserviere ma soprattutto delle pescherie, sono fattori che alimentano la pesca illegale. Stando ai dati della guardia costiera nazionale del 2022, un importante numero di illeciti è stato individuato nella fase della commercializzazione, prevalentemente per mancanza del documento di
cattura elettronico (e-BCD) e cioè del certificato che attesta la regolarità della pesca e quindi la libera compravendita del prodotto. La maggior parte è stata rilevata nella ristorazione e nelle pescherie dove gli ispettori hanno spesso riscontrato la mancanza della tracciabilità del prodotto esposto o conservato nelle celle frigo. Irregolarità sono state accertate anche nei punti di sbarco, al momento dei controlli in banchina. 

La proposta di IGP

È sempre il sindaco di Cetara, Roberto Della Monica, a lanciare la proposta. Dice che Cetara è la pesca e la pesca è Cetara. E proprio per questo motivo, per conservarne la tradizione, vuole che il tonno rosso diventi prodotto a indicazione geografica protetta: “Vorrei che fosse data ancora più importanza alla specie, un’identità più forte. Si rischia che il tonno rosso possa essere confuso con il pinna gialla. Vorrei poi creare a Cetara un museo che ospiti eventi dove si possa rafforzare l’identità di un paese che conserva la propria storia, quella della pesca”.